Camera magmatica
Serbatoio di magma a profondità di qualche chilometro al di sotto della superficie terreste, in cui il magma ristagna in uno stato ancora parzialmente fuso. Le cause principali del ristagno dei magmi sono:
(a) perdita di calore che diventa più intensa man mano che il fuso risale per l’incremento del gradiente termico tra il magma e le rocce incassanti;
(b) decremento del contrasto di densità tra il fuso e le rocce incassanti con conseguente esaurimento delle forze di spinta che innescano la risalita del magma.
Tale spinta agisce finché esiste una differenza di densità tra il magma e il mezzo circostante. Il contrasto di densità decresce, andando verso la superficie, e in molti casi può annullarsi creando le condizioni per il ristagno. La presenza di camere magmatiche al di sotto di alcuni vulcani attivi è stata mostrata con metodi di tomografia sismica; la loro posizione è stata confermata anche dai modelli costruiti in base ai dati sulle deformazioni del suolo, che accompagnano l’attività eruttiva.
Ogni eruzione, infatti, è generalmente preceduta da un lento sollevamento del suolo, che può raggiungere anche gli 80 m (eruzione del Monte Saint Helens, nel 1980), attribuibile al graduale riempimento della camera magmatica.
Quando la pressione del magma è sufficiente a fratturare il tetto della camera, ha inizio l’eruzione. L’erosione e il sollevamento di estese regioni di crosta terrestre hanno inoltre portato in superficie le radici di vecchi edifici vulcanici ormai completamente smantellati, che consistono in una serie di dicchi che si diramano da corpi intrusivi; la forma e le variazioni spaziali della composizione di questi ultimi sono un chiaro indizio della presenza di una camera magmatica. Questa non può essere considerata un serbatoio chiuso, limitato cioè da pareti definite, dal momento che la camera può essere rifornita, più o meno continuamente, dai magmi provenienti dal mantello terrestre. (*)
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