camera
Nelle frequenti attestazioni della Vita Nuova, varie indicazioni (come una mia, la mia, questa, de le lagrime) concorrono a definire una determinata stanza (la " cameretta " petrarchesca) che offre al poeta il conforto della solitudine e della meditazione; così in III 2 L'ora che lo suo dolcissimo salutare mi giunse, era fermamente nona di quello giorno; e però che quella fu la prima volta che le sue parole si mossero per venire a li miei orecchi, presi tanta dolcezza, che come inebriato mi partio da le genti, e ricorsi a lo solingo luogo d'una mia camera, e puosimi a pensare di questa cortesissima; III 3, XII 2, 3 e 9, XIV 9, XXIII 10 e 12. L'accezione comune di " stanza " è attestata anche in Fiore CXLI 1 Dritta a la camera a la donna mia / n'andò la Vecchia, e CLXXXV 3; in CLXXXI 13 Ben so che voi avete un'altr'amanza, / la qual tenete in camera o 'n prigione, può significare " luogo segreto ".
In Pd XV 108 non v'era giunto ancor Sardanapalo / a mostrar ciò che 'n camera si puote, a seconda dell'interpretazione che si dà all'intero verso, può significare " abitazione ", in rapporto al lusso e alla ricchezza cui si riferiscono molti commentatori, o " stanza " in senso stretto (il Torraca precisa che c. " significò propriamente camera da letto "; cfr. " Bull. " II [1894-1895] 203), in rapporto alle mollezze e libidini.
Nell'immagine nettamente metaforica della ‛ c. del perdono ', come in Rime CIV 106 camera di perdon savio uom non serra, / chè'l perdonare è bel vincer di guerra, pare significhi quella parte dell'animo in cui è la disposizione a perdonare; mentre la ‛ c. della filosofia ', come in Cv IV XXX 5 Allora si troverà questa donna [la filosofia]... quando si truova la sua camera, cioè l'anima in cui essa alberga, è l'animo stesso, ovvero la persona del sapiente. Nell'immagine della ‛ c. del cuore ' (Vn II 4 lo spirito de la vita, lo quale dimora ne la secretissima camera de lo cuore), ha valore appositivo, nel senso che c. è il cuore stesso in quanto sede secretissima dello spirito della vita (significa soltanto " sede " al § 5 lo spirito animale, lo quale dimora ne l'alta camera ne la quale tutti li spiriti sensitivi portano le loro percezioni, dove l'attributo alta e le altre indicazioni fanno intendere che si tratta del cervello o della testa). L'immagine infine della ‛ c. dei pensieri ' (cfr. Cv I II 5 onde ne la camera de' suoi pensieri se medesimo riprender dee), significa l'intimità dei pensieri stessi, che sono noti solo al soggetto pensante.
In Cv IV V 5 una femmina ottima di tutte l'altre, la quale fosse camera del Figliuolo di Dio, l'immagine va riferita alla fonte biblica (Ps. 45, 5 " Sanctificavit tabernaculum suum Altissimus "; e cfr. Tomm. Sum. theol. III 27 2 c) e collegata alla consimile metafora dell'albergo che la precede nel medesimo paragrafo (l'albergo dove il celestiale rege intrare dovea) e che ricorre anche in Pd XXIII 105.
In Rime XCI 91 ché 'l buon col buon sempre camera iene, la locuzione figurata del ‛ tener c. ' vale " vivere insieme ", " esser sodale ".