CAMERARIUS
I camerari costituivano un'articolazione, su porzioni di territorio di minor ampiezza, gerarchicamente subordinata ai maestri camerari. Una rete di funzionari sottoposti, dunque, che aveva il compito di esercitare materialmente, per conto dei maestri camerari, le funzioni amministrative e giudiziarie proprie dell'ufficio.
I camerari erano direttamente nominati dai maestri camerari per la parte continentale del Regno e dal secreto in Sicilia e la loro nomina doveva essere tempestivamente comunicata al sovrano (Il registro della cancelleria, 2002, p. 736). Le funzioni dei camerari erano analoghe a quelle dei loro diretti superiori: come i maestri camerari, infatti, essi dovevano "iura conquerentibus reddere et rationes curie nostre […] indagare", e la loro presenza sul territorio era motivata dall'ampiezza delle circoscrizioni assegnate agli ufficiali provinciali (ibid.).
La vaghezza terminologica, che nel Liber Augustalis e nella documentazione cancelleresca di epoca fridericiana testimonia dell'utilizzo spesso alternativo dei termini di maestro camerario e camerario per indicare il medesimo ufficiale o il medesimo ufficio, ha determinato atteggiamenti divergenti della storiografia, che ha ipotizzato ora che le due cariche coincidessero, almeno nel testo normativo, ora che invece fossero evidentemente differenti, anche nelle costituzioni regie.
La documentazione, al riguardo, non sembra lasciare alcun dubbio circa l'esistenza dei camerari e il loro rapporto di subordinazione gerarchica nei confronti degli ufficiali provinciali. La loro presenza è testimoniata anche negli anni che precedono la grande riforma del 1231: in molti mandati degli anni 1223-1231, infatti, il sovrano si rivolge ai camerari e ai Magistri Camerae, individuando quindi due diversi tipi di ufficiali. La situazione, al di là delle alternanze terminologiche che contraddistinguono il lessico normativo fridericiano, si palesa con evidente chiarezza alla fine degli anni Trenta. In un mandato del 1240 al secreto di Messina, Maiore de Plancatone, infatti, il sovrano gli imponeva di nominare un altro camerario da affiancare a quello già nominato, Sergio Muscettulus, in maggiore rispetto della consuetudine che prevedeva la presenza di tre camerari per la Sicilia citra (ibid.); e ancora, nel 1239, il sovrano ordinava ai giustizieri di Val di Crati e Terra Giordana, Tolomeo de Castellione, e di Calabria, Goffredo de Montefuscolo, di indagare sui camerari di Val di Crati e Terra Giordana, i quali, dopo la morte del loro diretto superiore ‒ il secreto di Messina, Matteo Marclafaba ‒ non avevano più provveduto a rifornire del necessario le scuderie regie, mettendo così a grave rischio la loro stessa conduzione e sopravvivenza (ibid., pp. 113-114); contestualmente inviava all'attuale secreto, Maiore de Plancatone, una dura lettera nella quale gli intimava di sanare la situazione sotto l'aspetto economico e di provvedere a che queste inefficienze non si verificassero in futuro (ibid., pp. 114-115).
Fonti e Bibl.:Historia diplomatica Friderici secundi; Acta Imperii inedita, I; Die Konstitutionen Friedrichs II. für das König-reich Sizilien, a cura di W. Stürner, in M.G.H., Constitutiones et acta publica imperatorum et regum, II, Supplementum, 1996; Il registro della cancelleria di Federico II del 1239-1240, a cura di C. Carbonetti Vendittelli, Roma 2002. Oltre alle opere complessive sulla realtà politico-istituzionale fridericiana, si rinvia specificamente ai seguenti studi e alla bibliografia ivi citata: E. Jamison, The Norman Administration of Apulia and Capua, "Papers of the British School at Rome", 6, 1913, pp. 211-482; P. Colliva, "Magistri Camerarii" e "Camerarii" nel Regno di Sicilia nell'età di Federico II. Disciplina legislativa e prassi amministrativa, "Rivista di Storia del Diritto Italiano", 36, 1963, pp. 51-126; Id., Ricerche sul principio di legalità nell'amministrazione del Regno di Sicilia al tempo di Federico II, I, Gli organi centrali e regionali, Milano 1963; M. Caravale, Il regno normanno di Sicilia, ivi 1966; E. Mazzarese Fardella, Aspetti dell'organizzazione amministrativa nello stato normanno e svevo, ivi 1966; N. Kamp, Von Kämmerer zum Sekreten. Wirtschaftsreformen und Finanzverwaltung im staufischen Königreich Sizilien, Sigmaringen 1974; E. Mazzarese Fardella, Aspetti della politica di Federico II di Svevia in Sicilia, "Archivio Storico Siciliano", ser. IV, 2, 1977, pp. 4-17 (ora in Il "Liber Augustalis" di Federico II di Svevia nella storiografia. Antologia di scritti, a cura di A.L. Trombetti Budriesi, Bologna 1987, pp. 457-472); Id., Federico II e la crisi del Regnum, in Politica e cultura nell'Italia di Federico II, a cura di S. Gensini, Pisa 1986, pp. 113-124 (ora in Il "Liber Augustalis" di Federico II di Svevia nella storiografia. Antologia di scritti, a cura di A.L. Trombetti Budriesi, Bologna 1987, pp. 473-483).