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BARTOLINI RUCELLAI, Camilla

di Cesare Vasoli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)
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BARTOLINI RUCELLAI, Camilla

Cesare Vasoli

Nacque a Firenze il 16 ott. 1465, da Domenico di Neri e da Ermellina Corbinelli. Giovanissima andò sposa a Rodolfo di Filippo Rucellai, ricco gentiluomo fiorentino. Fin dagli inizi della predicazione savonaroliana, la B. fu tra le più ardenti seguaci del frate ferrarese di cui abbracciò il programma di riforma spirituale. Anzi, assieme al marito, decise di sciogliere il vincolo matrimoniale per ritirarsi a vita religiosa e ciò fece in forma pubblica nella chiesa di S. Marco l'8 maggio del 1495. Rodolfo Rucellai prese l'abito domenicano nello stesso convento di S. Marco, ma, in seguito, non volle pronunziare i voti solenxú, rinunziò alla vita claustrale e chiese alla moglie di tornare nuovamente a vivere con lui. La B. non acconsentì e prese il velo come terziaria domenicana, assumendo il nome di suor Lucia. Insieme con altre nobildonne fiorentine eresse nella Via Larga, a breve distanza dal convento di S. Marco, un monastero dedicato a s. Caterina da Siena, le cui religiose si distinsero presto per lo zelo della regola e il fervore della vita religiosa. Il Savonarola, che aveva loro imposto il velo, raccomandò che per evitare l'ozio le nuove religiose si dedicassero alle arti del disegno, della pittura e del modeRare: il convento di s. Caterina divenne così un centro di arte sacra, i cui prodotti erano molto richiesti da ogni parte d'Italia.

Nell'atmosfera intensa e drammatica degli ultimi anni della predicazione e dell'attività religiosa e politica del Savonarola, la B. acquistò grande fama tra i "piagnoni" per la sua intensa spiritualità e per la sua singolare vocazione mistica. Le si attribuì il dono della profezia: tra le sue molte previsioni è particolarmente nota quella relativa alla morte del Pico. La B. aveva predetto che il filosofo avrebbe preso l'abito domenicano "al tempo de' gigli"; tale profezia era stata generalmente spiegata come il preannunzio della sua entrata nell'Ordine per la primavera del 1494 o del 1495. Invece, com'è noto, il Pico morì il 17 nov. 1494, dopo aver pronunziato il voto d'ingresso nell'Ordine e aveme ricevuto l'abito. Ma i "piagnoni" videro ugualmente realizzata la profezia della B., perché nello stesso giorno entrava in Firenze Carlo VIII e la città era tutta pavesata con le bandiere gigliate del re di Francia.

Durante il breve periodo di pieno predominio "piagnone" nella Repubblica fiorentina restaurata dopo la fuga di Piero de' Medici, la B. fu accesa sostenitrice del partito "fratesco". Alla notizia che nelle elezioni della Signoria per il marzoaprile del 1497 era stato creato gonfaloniere Bernardo del Nero, fautore della restaurazione medicea e avversario del Savonarola, ella giunse a chiedere in base a una pretesa visione che il gonfaloniere venisse gettato dalle finestre del Palazzo e fece domandare al Savonarola, per tramite di fra, Malatesta, se ciò fosse lecito e la visione potesse essere veramente d'ispirazione divina. Il Savonarola rispose negativamente; ma ciò non diminuì l'intenso fervore antimediceo della B., che fino alla caduta e alla morte dei frate fu tra le più accese fautrici del partito "piagnone".

Dopo il supplizio del Savonarola, la B. si dedicò esclusivamente alla guida del convento di S. Caterina - di cui fu a lungo priora - che fu un centro di intensa vita spirituale e di fecondo proselitismo. Alcune testimonianze contemporanee fanno ascendere il numero delle monache a centotré e tutte concordano sulla fedeltà della priora e delle sue consorelle alla tradizione e all'insegnamento savonaroliano. Gravemente ammalata nell'ultimo decennio della vita, la B. consumò gli anni finali in un intenso fervore mistico, tra visioni e rinnovate estasi profetiche. Morì il 20 ott. 1520 e la pietà popolare, che le attribuiva numerosi miracoli, la considerò beata.

Bibl.: De b. L. B. R. fundatrice ceonobii S. Catharinae Senensis O. P. Florentiae (1520), V. de Buckii comentarium historicum, in Acta Sanctorum Boll., 29 oct., XIII, Paris 1883, pp. 202-207; G. M. Brocchi, Vita de' santi e beati fiorentini, III, Firenze 1761, p. 339; L. Santoni, Diario sacro,Firenze 1853, sub data 28 oct.; P. Villari, La storia di G. Savonarola e de' suoi tempi,Firenze 1898, 11, pp. 164, 192, 227; 1. Del Lungo, La donna fiorentina del buon tempo antico,Firenze 1926, pp. 243 s.; G. Schnitzer, Savonarola,Milano 1931, 1,pp. 205, 418, 445; Il, p. 391; R. Ridolfi, Vita di G. Savonarola, Rorna 1952, 1, p. 150.

Vedi anche
Pompeo Nèri Nèri, Pompeo. - Politico ed economista (Firenze 1706 - ivi 1776); prof. di diritto pubblico nell'univ. di Pisa; come segretario del consiglio di reggenza fu tra gli ispiratori delle riforme liberiste dei Lorena, ed elaborò un progetto di codificazione civile e penale. Passato a Milano (1748-58), promosse ... Antonio Niccolini Abate fiorentino (1701-1796), accademico della Crusca, giurista, diplomatico, appassionato bibliofilo, amico dei più illustri personaggi del suo tempo, e in particolare di G. G. Bottari, fu tenace avversario dei gesuiti. Carlo Lorenzo Ginòri Ginòri, Carlo Lorenzo. - Uomo politico, agricoltore e industriale (Firenze 1702 - Livorno 1757). Senatore (1734), membro del consiglio di reggenza imperiale a Firenze (1737), governatore della città e del porto di Livorno (1746), ottenne i titoli di conte e di marchese (1756). Si occupò della bonifica ... Scipione de' Ricci Ricci, Scipione de'. - Vescovo di Pistoia e Prato (Firenze 1741 - ivi 1810), fu il maggiore rappresentante del giansenismo italiano. Compiuti gli studî al Collegio romano e all'univ. di Pisa, ordinato sacerdote (1766), visse a Firenze in un ambiente aperto alla contemporanea cultura francese e s'indirizzò ...
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Vocabolario
bartolinite
bartolinite s. f. [der. di Bartolino o Bartolini, italianizzazione del cognome dell’anatomista danese Caspar Bartholin (1655-1738) che ha dato il nome a queste ghiandole]. – In medicina, infiammazione delle ghiandole di Bartholin, che si...
camillo
camillo s. m. (f. -a) [dal lat. camillus, f. -a, di etimo incerto]. – Antico termine del rituale latino pagano con cui si designavano i fanciulli, liberi di nascita, che assistevano i sacerdoti (spec. i flàmini) nei sacrifici.
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