AFFAROSI, Camillo (al secolo Luigi)
Nacque a Reggio Emilia dal conte Camillo e da Paola Scaruffi, il 17 marzo 1680; fu tenuto a battesimo dal governatore della città, il principe Luigi d'Este, del quale gli fu imposto il nome. Rimasto orfano a quattordici anni, il 3 maggio 1698 vestì l'abito dei benedettini della Congregazione cassinese, in San Giovanni di Parma, e volle prendere il nome paterno di Camillo.
Nel monastero parmense restò sino al 1705, dedicandosi allo studio della filosofia e della teologia. Nei quattro anni seguenti partecipò, inviato dai superiori, all'Accademia di storia ecclesiastica che il p. B. Bacchini aveva creato presso il monastero di San Pietro in Modena. Alla scuola del Bacchini egli vi trovò condiscepoli i futuri cardinali G. Livizzani e F. Tamburini e con essi strinse una amicizia che durò per tutta la sua vita. A Modena conobbe anche L. A. Muratori, di cui più tardi (lettera del 5 dic. 1731), si volle professare "discepolo", e del Muratori rimase attivo corrispondente, fornendogli, per la raccolta dei Rerum Italicarurn Scriptores, la cronaca di Pietro della Gazata (in Rer. Italic. Script., XVIII).
Stabilito nel convento di Reggio, vi fu nominato nel 1716 "cellerario" o economo, e tale ufficio ricoprì ininterrottamente - salvo il periodo 1722-26 - sino al 1734. Nonostante quest'incarico amministrativo, non abbandonò i suoi studi di erudizione; con l'aiuto del p. Vallisnieri riordinò l'archivio del proprio monastero e ne compilò l'inventario, traendone il materiale di cui si valse per scriverne la storia, uscita a Padova negli anni 1733-37 col titolo di Memorie Istoriche del Monastero di S. Prospero di Reggio.
L'opera fu sottoposta preventivamente al giudizio del Muratori, il quale nel restituirgli il manoscritto osservò: "Tutto cammina con istile conveniente, con chiarezza, e con buona critica. Una sola cosa non ha ella potuto darle, cioè dei fatti grandi, perché l'argomento non gli ha somministrato" (cfr. Epistolario, VII, Modena 1914, pp. 3014 s.).
Nel 1722 venne chiamato a Roma, dall'abate di San Paolo, Leandro di Porzia, con l'incarico di computista e archivista del monastero, incarico successivamente mutato nell'ufficio di vicario della basilica. Nel 1725 fu anche "poenitentiarius Iubilaei".
Nel 1726 riprese il proprio posto presso il monastero di Reggio, del quale fu dal 1734 per sei anni priore; e per tre anni ebbe poi uguale ufficio nel monastero di S. Pietro in Modena. Nel 1743 fu eletto abate del suo monastero di Reggio; nel 1745 nominato visitatore dell'Ordine, e tre anni dopo, procuratore generale. Trasferitosi a Roma, visse in consuetudine amichevole col Tamburini, divenuto cardinale.
Ad essi il Muratori volle sottoporre il manoscritto della sua apologia in favore di Benedetto XIV, il De naevis in religionem incurrentibus, pregandoli di apportarvi tutte quelle modifiche e attenuazioni che avessero reputato necessarie. L'A. rispondeva con lettera del 23 nov. 1748: "V'abbiamo fatto le nostre riflessioni, e l'Eminentissimo le accennerà a V.S. Ill.ma; se potesse ridursi con meno di sali, pare che al sapore ed al palato di chi l'ama, ed ha buon gusto, riuscirebbe di maggior godimento". Da Roma fu inoltre l'A. che fece pervenire in tutta segretezza al Muratori il testo della famosa lettera del pontefice all'Inquisizione di Spagna, nella quale si censuravano gli scritti muratoriani sulla polemica comacchiese (cfr. lettera del 24 ag. 1748, e di nuovo del 28 dello stesso mese).
Ritornato a Modena, nel 1754 divenne abate presidente della Congregazione e nella capitale estense si spense il 19 nov. 1763. Poco prima della morte volle che fossero bruciate tutte le sue note ed appunti. Restano, tuttavia, di lui, alle stampe, scritti di erudizione, qualcuno di appendice o difesa delle Memorie Istoriche del Monastero di S. Prospero, un primo volume di un'opera rimasta incompiuta, le Notizie istoriche della città di Reggio, Padova 1755, e altri scritti di carattere religioso, tutti registrati da G. Castagna, nella prefazione alla corrispondenza dell'A. con il Muratori.
Bibl.: G. Tiraboschi, Biblioteca Modenese, I, Modena 1781, p. 82; VI, ibid. 1786, p. 12; H. Hurter, Nomenclator literarius theologiae catholicae, IV, Oeniponte 1910, col. 1460; G. Melzi, Diz. di opere anonime e pseudonime..., I, Milano 1848, pp. 149, 301, 377; II, ibid. 1852, pp. 91, 292, 441, 467; G.Castagna, Corrispondenza dei monaci cassinesi col Muratori, C. A., in Benedictina, IV (1950), pp. 9 ss.; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., I, col. 672.