ASTALLI, Camillo
Di nobile e antica famiglia romana, nacque nel 1616, o, secondo altri, nel 1619. Fu avvocato consistoriale e chierico di camera. Di carattere bizzarro, ebbe varia fortuna. Prima, fu prediletto da Innocenzo X, che, nel 1650, lo fece cardinale e lo adottò nella propria famiglia Pamphili, colmandolo di onori, fra cui il governatorato di Fermo e la legazione di Avignone. Ma la sua fortuna durò poco; fu avversato da donna Olimpia Pamphili (v), cognata del papa, desiderosa di riprendere il suo predominio; cadde in disgrazia, venne confinato nel suo feudo di Sambuci e perdette quasi tutti i suoi beni; ma, riconosciuta la sua innocenza, fu creato vescovo dal nuovo papa Alessandro VII, e ottenne, per l'appoggio di Filippo IV di Spagna, il vescovado di Catania, nella qual città mori nel 1663.
Suo nipote fulvio nacque in Sambuci, feudo della famiglia, il 29 luglio 16. 55, o, secondo il Gavotti, biografo di lui, il 24 luglio 1654. Fu dal pontefice Clemente X nominato chierico di camera e presidente degli archivî; e, poiché le strane avventure dello zio cardinale avevano scosso il credito della sua casa, il papa Innocenzo XI ne risollevò la riputazione, concedendo il 7 settembre 1686 la porpora a monsignor Fulvio, che fu creato cardinale diacono di S. Giorgio in Velabro, e nominato in pari tempo legato d'Urbino, Ravenna e Ferrara. Quest'ufficio fu da lui tenuto con molta sollecitudine, e tra le benefiche sue opere a pro della Romagna si ricordano l'aver diminuito la piaga del brigantaggio, bonificato le paludi di Cervia e sovvenuto le popolazioni di vettovaglie in tempo di carestia. Fu poi promosso al vescovado d'Ostia e Velletri indi, ritornato stabilmente in Roma, vi morì decano del Sacro Collegio il 14 gennaio 1731. Fu anche letterato e membro dell'Arcadia (alcuni sonetti di lui nella raccolta di Rime degli Arcadi).
Bibl.: Per il card. Camillo v. I. Ciampi, Innocenzo X Pamphili e la sua corte, Roma 1878, pagine 149-172.