DE NARDIS, Camillo
Nacque ad Orsogna (Chieti) il 26 maggio 1857 da Flavio e da Maria Di Giovanni. Studiò nel conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli coi maestri Giuseppe Correggio (armonia) e Nicola D'Arienzo (contrappunto, composizione, fuga).
Nel 1877, appena ventenne, compose Arabella, opera semiseria in tre atti del poeta E. Golisciani, non rappresentata. Nel 1879, anno in cui conseguì il diploma di composizione, scrisse l'operetta Un bagno freddo, sempre su libretto del Golisciani, che venne rappresentata la prima volta il 24 febbr. 1879 sulle scene del teatrino del conservatorio, poi l'anno successivo al teatro Nuovo, con esito felice.
Dopo tale data i successi dei D., come compositore e direttore d'orchestra, si moltiplicarono ininterrottamente e lo collocarono in primo piano nell'ambito della vita musicale del capoluogo partenopeo. Fondatore nel 1880, assieme con P. M. Costa, G. Dell'Orefice, F. Rossomandi, della Società musicale G. B. Pergolesi, in quello stesso anno e nel successivo fu elogiato direttore d'orchestra al teatro Nuovo di Napoli. "Al teatro Nuovo è piaciuto abbastanza il Conte di Tapigliano... l'orchestra colorisce tutto bene e palesa la sagace direzione del valente De Nardis, il quale mostra sempre più che è degno di migliori teatri" (in Gazz. mus. di Milano, XXXVI [1881], p.63). E nella stagione 1888-1889 troviamo il D. al S. Carlo di Napoli, dove diresse Ipuritani e il Tannhaüser (prima esecuzione a Napoli); sempre negli stessi anni gli furono affidate le esecuzioni musicali nella chiesa di S. Ferdinando e, in sostituzione di G. Martucci, alla Società del quartetto.
Oltre che valente direttore e compositore, il D. fu anche un apprezzato didatta. A soli venticinque anni, già era insegnante d'armonia nel conservatofio di Napoli, nel 1885 professore di canto corale nel R. Collegio militare di Napoli, nel 1886 di armonia e contrappunto nell'Albergo dei poveri. Quale insegnante delle stesse materie, sei anni più tardi (1892) entrò nel conservatorio di Palermo. Nel 1907, dopo la morte del titolare P. Serrao, fece ritorno al conservatorio napoletano dove per oltre ventidue anni insegnò composizione, assolvendo anche le mansioni di vicedirettore. Il D. trasfuse l'esperienza riportata in tanti anni di insegnamento (fra l'altro molti indicano in lui il maestro di U. Giordano e di F. Alfano) nel Corso teorico-pratico di armonia ad uso delle scuole complementari (Milano, 1921), forse la sua più importante opera didattica.
La sua attività di compositore gli procurò vari successi. Nel 1880 fu rappresentata al teatro Nuovo di Napoli l'opera comica Bi-ba-bu, su libretto di A. Spadetta. Nel 1884 il compositore tentò la forma dell'oratorio con ITurchi in Ortona, su libretto di D. Bolognese, eseguito nella cattedrale di Ortona nello stesso anno. Nel 1890 fu rappresentata al teatro Sannazzaro di Napoli Un bacio alla regina, opera comica in tre atti, su libretto di G. Cammarano (da E. Scribe). Dopo otto anni egli compose l'ultima sua opera, Stella, dramma lirico in tre atti su libretto di Paolo D'Elsa da un dramma di F.G. Starace, rappresentato al teatro Marruccino di Chieti nella primavera del 1898, poi al teatro Lirico di Milano. L'opera, pur non offrendo situazioni nuove, "poiché mostra una certa parentela con Cavalleria Rusticana" (cfr. Gazz. mus. di Milano, LIII [1898], p. 309), per la potenza del meccanismo drammatico e per la complessità dei personaggi, ebbe un'accoglienza trionfale.
Il lavoro era ambientato in Abruzzo e non fu questa l'unica volta che il D. si ispirò alla musica della sua terra d'origine, in particolare a quella popolare, per composizioni da camera e sinfoniche. Il successo che riscossero tali musiche (per le quali egli è ricordato piuttosto che per quelle del repertorio operistico) è testimoniato anche dalle trascrizioni fatte per banda o per orchestra. Melodiosità, chiarezza armonica, fine strumentazione furono le prerogative del suo stile compositivo. Così, a proposito dell'ouverture a grande orchestra Ilgiudizio finale (1880), premiata al concorso nazionale di Torino, si espresse un critico: "Il nuovo lavoro è notevole per l'originalità appunto, per l'ardito soggetto, ritratto convenevolmente in tutti i suoi particolari, e con una vivacità ed attraenza di idee che conquidono. È strumentata stupendamente, e ben si vede come il De Nardis pense l'orchestre, come dicono pittorescamente i francesi" (in Gazz. mus. di Milano, XXXV[1880], pp. 413 s.).
La cultura musicale del D. si manifestò anche nelle opere di riduzione e di trascrizione, in particolare di alcuni autori italiani del XVIII secolo. Sicuro assertore dell'opera comica del passato, provvide alla revisione de Ilduello comico di G. Paisiello (rappresentato a Taranto il 26 nov. 1916 al politeama Alhambra per commemorare il centenario della morte del compositore tarantino), de Lu frate 'nnamurate di G. B. Pergolesi, nonché di alcune opere cembalistiche del secolo XVIII che lo avevano particolarmente attratto.
Il D. compose, fra l'altro, molti brani di musica sacra, fra cui due preludi: uno allo Stabat Mater di T. Traetta e un altro a quello più celebre di G. B. Pergolesi.
Morì a Napoli il 5 ag. 1951.
Fra le sue composizioni si ricordano, oltre a quelle già citate, l'opera teatrale Camoens, libretto di Golisciani, inedita; per la musica da camera: Seconda canzonetta abruzzese (in re maggiore), Milano 1917. Terza canzonetta abruzzese (canto di maggio) in mi bem., ibid. 1917. Canzonetta abruzzese, ibid. 1924 (di tale composizione esistono due strumentazioni, una per banda di T. Ferrante, un'altra per piccola orchestra di V. Billi, ed una trascrizione facilitata per pianoforte di F. Del Maglio, edite da Ricordi); Terza serenata abruzzese, op. 123, ibid. 1932; Serenata abruzzese, ibid. 1941; Saltarello abruzzese, ibid. 1955 (di questa composizione esistono una strumentazione per media banda di A. Parola ed una trascrizione facilitata per pianoforte di F. Del Maglio, entrambe edite da Ricordi); Quartetto d'archi in quattro tempi (premiato dalla Società del quartetto di Milano l'anno 1886), Napoli s.d.
Le liriche sono tutte pubblicate a Milano da Ricordi: L'orfanella (melodia), parole di L. Gargiulo, 1890 circa; Perché mi chiami (stornello), parole di L. Gargiulo, 1890 circa; 'OPunticcio, canzonetta per Piedigrotta 1895, versi di S. Di Giacomo, 1895.
Musica per orchestra: Scene abruzzesi, seconda suite per orchestra, Milano 1921 (di questa composizione esistono una strumentazione per grande banda di R. Caravaglios ed una riduzione per pianoforte dello stesso D., entrambe edite da Ricordi); Sogno d'un soldato, fantasia per orchestra, Napoli s.d.
Musica didattica: (Raccolta di) Partimenti dei maestri Cotumacci - Durante Fenaroli - Leo - Mattei - Platania - Sala - Scarlatti - Tritto - Zingarelli, Milano 1933.
Riduzioni e trascrizioni: Pastorale e Tempo di ballo di Domenico Scarlatti (ridotti per piccola orchestra), Napoli s.d.; Burlesca del maestro Domenico Scarlatti (riduzione per piccola orchestra), Napoli s.d.; Primo tempo della Sonata in sol di G. B. Grazioli (riduzione per violino e pianoforte e per due violini, viola e violoncello), Milano 1895.
Fonti e Bibl.: Notizie, recensioni e critiche in Gazzetta Musicale di Milano, XXXIV (1879), p.64; XXXV (1880), pp.347, 381, 413 s., 427; XXXVI (1881), p.63; XLIII (1888), pp.145, 395; LXIV (1889), pp.199, 263; LXV (1890), p. 414; LIII (1898), pp.309 s.; Rivista musicale ital., XXIII (1916), p.683; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, p. 308; M. Rinaldi, C. D., in Il Messaggero, 13 nov. 1957; Diz. dei musicisti, Roma 1928, pp. 177 s.; Enc. d. spett., IV, pp.467 s.; Diz. La Musica, I, p. 511.