MIOLA, Camillo
– Nacque a Napoli il 14 sett. 1840, da Luigi e Concetta De Liguoro. Compiuti gli studi classici dai gesuiti, entrò nel 1858 nell’amministrazione statale presso cui lavorò stabilmente fino al 1861. Cominciò intanto a dedicarsi alla pittura, che divenne ben presto la sua primaria occupazione: seguì i corsi di disegno all’istituto di belle arti di Napoli entrando in contatto con D. Morelli e con F. Palizzi, di cui frequentò la locale scuola del nudo. All’Esposizione della Promotrice di Napoli del 1862 il M. partecipò con Franciscolo Pusterla ed il Pizzano astrologo (Napoli, Museo di Capodimonte).
L’opera, ispirata al romanzo Margherita Pusterla (1838) di C. Cantù, ambientato nel XVI secolo, propone un soggetto storico, genere prediletto nelle mostre regionali e nazionali.
Nel 1863 il M. partecipò al concorso per il pensionato di pittura a Firenze con Tarquinio e la Sibilla (Ibid., Banco di Napoli; Picone Petrusa, 1991).
Pur non avendo ottenuto il premio, decise di dedicarsi esclusivamente alla pittura: una scelta certamente favorita dalla grande stima che Morelli, di cui fu allievo prediletto con G. Boschetto ed E. Tofano, gli riservava, e dalla sua profonda passione per l’arte e la storia antica. Il fratello Alfonso Miola, paleografo e vicedirettore della Biblioteca universitaria di Napoli, lo aiutò nella scelta dei testi utili ad approfondire gli episodi di storia antica e moderna per una ricostruzione attenta e colta del fatto raffigurato. Il M. era un notevole conoscitore della letteratura greca e romana e la sua pratica di copista di suppellettili e arredi antichi lo rese ben presto in grado di svolgere prestigiose collaborazioni. I lavori svolti per G. Fiorelli, soprintendente reggente a Pompei tra il 1863 e il 1875, posero il M. in diretto contatto con i nuovi scavi e restauri nella città vesuviana consolidando e arricchendo le sue conoscenze tecniche e artistiche. Alla tematica neopompeiana, che non abbandonò mai, il M. affiancò anche altri soggetti risolti spesso con maggiore modernità.
Nel 1863 il M. espose alla Promotrice di Napoli Anacreonte e la sua colomba (Museo di Capodimonte) e l’anno seguente il Plauto mugnaio (Napoli, Museo civico di Castel Nuovo) ricevendo numerosi apprezzamenti.
Le ricostruzioni e i temi proposti dal M. hanno una grande accuratezza filologica addolcita da un sentimento di profonda ammirazione per le vicende dei singoli personaggi. Il viaggio di studio a Roma del 1864 ampliò il già vasto repertorio di forme e contenuti archeologici posseduti dal M.; nelle sue opere alla varietà di modelli decorativi si unisce una salda impostazione dello spazio con scenografie che esaltano, senza retorica, gli avvenimenti (L’Erinna di Lesbo e Masaniello che parla al popolo: Promotrice del 1866; Gli Oschi di Mergellina: Promotrice del 1871; Gli internazionali al tempo di Spartaco: Esposizione di belle arti di Milano del 1872; Tarquinio e la Sibilla: Promotrice del 1874 e nel 1875 Il giuoco dei tali).
Nel 1867 il M. accompagnò Morelli in viaggio in alcune città italiane e poi a Parigi, dove partecipò all’Esposizione universale con i dipinti Fulvia e Marco Antonio che guardano la testa di Cicerone e Plauto Mugnaio; frequentò lo studio di E. Meissonier e conobbe Alfred Stevens e J.L. Gérôme.
Il soggiorno parigino fu per il M. un’occasione per approfondire la sua adesione al genere della pittura antica, ma anche per confrontarsi con tematiche nuove.
Ritornato a Napoli, nel 1867 presentò alla Promotrice due Interni con armature medioevali e il dipinto Un cantuccio dello studio di Meissonnier (Napoli, Museo di S. Martino), che riflette un naturalismo garbato in linea con le tendenze del verismo. Decisamente «impressionistico» è il piccolo dipinto Meriggio nel parco (Picone Petrusa, 1993), che risente della tradizione verista napoletana per l’atmosfera intimista, resa anche attravers0 un attento studio della luce, in accordo con gli insegnamenti di F. Palizzi.
In un suo articolo M. Cassandro (in Gazzetta della sera, Bari, 14 ott. 1936) definiva il M. un artista «versatile» e i suoi paesaggi «ariosi e luminosi».
Nel 1876 il M. eseguì Il profeta Elia per la cattedrale di Altamura, dove appare evidente la ripresa del modello morelliano per le istanze veriste e un clima di suggestiva e vibrante spiritualità. A Nocera Inferiore, nella piccola cappella Lanzara accanto all’omonimo palazzo, si trova una tela del M. con S. Sofia e le tre figlie Fede, Speranza e Carità.
Tra i soggetti a sfondo sociale si ricordano: Le lavandaie e Dopo il lavoro esposti nel 1877 alla Promotrice napoletana; Un mercato di frutta che presentò nel 1883 all’Esposizione nazionale di Roma e Lo scaricatore di carbone con cui partecipò all’Esposizione triennale di Brera a Milano del 1900.
Negli anni Settanta il M. fu inoltre impegnato a realizzare i costumi per due rappresentazioni teatrali plautine per l’Università di Napoli e nel 1877 divenne professore onorario del reale istituto di belle arti di Napoli.
A quegli anni risalgono anche i dipinti Orazio in villa del 1877 (Museo di Capodimonte; inciso per i soci della Promotrice da F. De Sanctis), Ricordi di Chiaia, presentato alla Promotrice del 1879, L’oracolo di Delfi (Napoli, palazzo della Provincia; presentato all’Esposizione nazionale di Torino del 1880, anch’esso inciso da De Sanctis) e il Fatto di Virginia (Museo di Capodimonte), esposto a Roma nel 1883 con il Sansone prigioniero (Napoli, Banco di Napoli in prestito al Museo Pignatelli).
Un sentimento diverso, di pacata e intima devozione, è nella piccola Bimba devota che il M. propose nel 1883 all’Esposizione nazionale di Roma (venne acquistata nel 1885 dal ministero della Pubblica Istruzione per la Galleria nazionale d’arte moderna, ma in deposito presso il comando generale della guardia di finanza). Sempre nel 1883 si recò in Egitto, incaricato dalla Società africana (di cui fu anche presidente nel 1888) di recuperare le ceneri del viaggiatore R. Gessi.
Ricordi di questo viaggio sono alcune opere particolari come Italia e Africa (presentata alla Promotrice del 1888), Testa di antica donna egizia, Africa misteriosa (Promotrice del 1914, Picone Petrusa, 1993), L’attacco degli elefanti.
Nell’estate dell’anno successivo il M. fu invitato, con F. Netti ed E. Dalbono, da G. Caravita principe di Sirignano in una crociera nell’Oriente mediterraneo a bordo del suo yacht «Rondine». I temi orientalisti sembrano attirarlo solo marginalmente: sono noti un ritratto di Arabo capo carovana (1886) e uno di Giovane donna orientale con gioielli.
Il genere del ritratto è presente nella produzione del M. con numerosi volti di giovani e belle donne del popolo napoletano come Pascarella (testa di popolana; Napoli, Municipio), esposta alla Promotrice del 1911 insieme con un’altra Testa. Nella biografia del M. di Giannelli, suo grande estimatore e collezionista, sono ricordati i ritratti di Carmela (1883), di Rosaria (1886) e di altri personaggi della cultura e della nobiltà presenti a Napoli. Il Ritratto dell’abate V. Fornari gli era stato commissionato dalla principessa di Bauffremont con un ritratto della stessa in costume del XVI secolo (1888). Viene ricordato inoltre un ritratto di Margherita di Savoia commissionato dai reali come dono per un nobile della corte (O. Roux, La prima regina d’Italia, Milano 1901, p. 431).
Nel 1890 il M. aderì alla Società napoletana degli artisti (dal 1893 Circolo artistico di Napoli), di cui fu commissario per l’accettazione delle opere da esporre alla Permanente del gruppo, inaugurata nel 1891. Nel corso dei primi due decenni del Novecento il M. ricevette molti riconoscimenti pubblici e privati, ricoprì vari incarichi e partecipò a esposizioni nazionali ed estere (Picone Petrusa, 1993). Fu anche apprezzato per la sua attività di critico d’arte e di pubblicista per la quale, a volte, usava firmarsi con lo pseudonimo di «Biacca» (ibid.).
Tra i suoi contributi si ricordano Stanislao Lista nell’arte e nell’insegnamento, Pistoia 1908; Pasquale di Criscito pittore: cenno commemorativo, Napoli 1909; Ricordi morelliani, ibid. 1915; Eduardo Dalbono, ibid. 1917.
Il M. morì a Napoli il 4 maggio 1919 (Almanacco italiano, XXV [1920], p. 580).
Nel 1920 alla Biennale di Venezia venne allestita una retrospettiva per commemorare il M., curata da De Sanctis, V. Volpe e dal figlio scultore Romano (nato a Napoli l’11 ag. 1882), avuto con la moglie Luisa Bossa (Giannelli, p. 665; nella raccolta di Giannelli si trovava la scultura di Romano intitolata Il calderaio donata nel 1924 al Comune di Parabita).
Fonti e Bibl.: Necr. in Bollettino del bibliofilo, I (1919), p. 260; Roma, Galleria nazionale d’arte moderna, Archivio bio-iconografico, ad nomen; F. Dall’Ongaro - G. Mongeri, Scritti d’arte, Milano 1873, p. 134; R. De Zerbi, L’arte moderna, Firenze 1877, pp. 58-70; P. Pennisi, Schizzi artistici sulla Esposizione di belle arti in Napoli, Messina 1877, pp. 23-28; Note sulla XIII mostra della Promotrice di belle arti in Napoli, Catania 1881, pp. 23-25; M. Della Rocca, L’arte moderna in Italia, Milano 1883, pp. 131-139; Catalogo dell’Esposizione di belle arti in Roma, Roma 1883, p. 85; C. Boito, Gite di un artista, Milano 1884, p. 341; Catalogo dell’Esposizione generale italiana di Torino, Torino 1884, p. 49; L. Conforti, Pompei (con lettera di C. Miola), Milano 1889; F. Netti, Scritti varii, con prefazione di C. Miola, Trani 1895, passim; B. De Luca, La XXX Esposizione della Promotrice napoletana, Teramo 1896, p. 19; Catalogo dell’Esposizione nazionale di belle arti di Torino, Torino 1898, p. 92; N. D’Arienzo, Napoli d’oggi, Napoli 1900, p. 303; L. Callari, Storia dell’arte contemporanea italiana, Roma 1909, p. 216; Catalogo dell’Esposizione retrospettiva italiana e regionale toscana, Firenze 1911, p. 59; E. Giannelli, Artisti napoletani viventi, Napoli 1916, pp. 335-339; Catalogo biografico della mostra della pittura napoletana dell’Ottocento, Napoli 1922, p. 64; A. Maresca di Serracapriola, Pittori da me conosciuti, Napoli 1936, pp. 53, 55-58, 134, 165, 171, 179; La mostra della pittura napoletana dei secc. XVII-XVIII-XIX, Napoli 1938, pp. 263, 340; C. Lorenzetti, L’Accademia di belle arti di Napoli 1752-1952, Firenze 1952, pp. 147, 164, 272, 346; L’arte nella vita del Mezzogiorno d’Italia. Mostra di arti figurative e di arti applicate dell’Italia meridionale, Roma 1953, p. 52; Accademia di belle arti di Napoli (catal.), Napoli 1954, p. 37 n. 3; D. Maggiore, Arte e artisti dell’Ottocento napoletano e la Scuola di Posillipo, Napoli 1955, pp. 147-150; A. Caputi - R. Causa - R. Mormone, La Galleria dell’Accademia di belle arti in Napoli, Napoli 1971, ad ind.; V. Corbi, Pittura e scultura dal 1860, in Storia di Napoli, X, Napoli 1971, pp. 360, 397; F. Netti, Scritti critici, a cura di L. Galante, Roma 1980, ad ind.; P. Ricci, Arte e artisti a Napoli (1800-1943), Napoli 1981, ad ind.; M. Picone Petrusa, in Immagine e città. Napoli nelle collezioni Alinari e nei fotografi napoletani fra Ottocento e Novecento (catal.), Napoli 1981, ad ind.; L. Martorelli, in Il patrimonio artistico del Banco di Napoli, Napoli 1984, pp. 220-223, 465; In margine. Artisti napoletani fra tradizione e opposizione (1909-1923) (catal.), a cura di M. Picone Petrusa, Milano 1986, p. 27; L. Martorelli, in Il secondo ’800 italiano. Le poetiche del vero (catal.), a cura di R. Barilli, Milano 1988, pp. 134-136, 138; Capolavori dalle collezioni d’arte del Banco di Napoli (catal.), a cura di N. Spinosa, Napoli 1989, pp. 114, 196; M. Picone Petrusa, Annibale Sacco e la formazione delle collezioni moderne del Museo di Capodimonte, in Prospettiva, 1989-90, nn. 56-60, pp. 394 s., 398, 400; Id., in La pittura in Italia. L’Ottocento, Milano 1991, II, pp. 511 e tav. 742, 921 s.; Id., Le arti figurative. Il Circolo artistico e le arti a Napoli fra Ottocento e Novecento, in Napoli lungo un secolo, studi raccolti in occasione del centenario del Circolo artistico Politecnico, a cura di F. Tessitore, Milano-Napoli 1992, pp. 264, 271, 292; I. Valente, in F.C. Greco - M. Picone Petrusa - I. Valente, La pittura napoletana dell’Ottocento, Napoli 1993, p. 64; M. Picone Petrusa, ibid., pp. 145 s.; Ch. Farese Sperken, Francesco Netti, Napoli 1996, pp. 15, 25; Civiltà dell’Ottocento. Le arti figurative (catal.), Napoli 1997, pp. 426, 624; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, p. 584; A.M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori …, III, Milano 1972, pp. 2051 s.; Dizionario enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani, VII, pp. 405 s.
L. Possanzini