MORIGIA, Camillo
Architetto, nato in Ravenna il 14 settembre 1743, morto ivi il 16 gennaio 1795. S'occupò anche di agrimensura e d'idraulica, determinando i confini tra lo Stato Pontificio e la Toscana, studiando il deflusso delle acque di Ravenna, e altro. Come architetto esordì verso il 1771 con la chiesetta di S. Crispino in Ravenna; costruì più di venti edifici e disegnò molto. Fu uno dei precursori del classicismo dell'Ottocento. L'opera di lui più famosa, evidentemente per il tema, se non per altezza di meriti architettonici, è il Tempietto o sepolcro di Dante, eretto nel 1780 per volere e cura del cardinal legato Luigi Valenti Gonzaga: modesto d'idea, freddo di forma, nobile tuttavia e sincero. Più forte e quadrato è il M. nella facciata di S. Maria in Porto a Ravenna (1775-1784) e ancora più in quella di S. Agostino a Piacenza (1786-1792). Ed è del M. la facciata del duomo d'Urbino, diretta e finita dal Valadier nel 1802. Fra le opere civili dice bene, per tutte, il carattere del M. la facciata dell'edificio dell'orologio, ora casa del Fascio, sulla piazza Vittorio Emanuele II di Ravenna (1785): semplice, organica, schietta.
Bibl.: B. Fiandrini, Annali ravennati, ms. nella Biblioteca Classense in Ravenna, III (1795), pp. 215-18; Memorie per le belle arti, I, Roma 1785, pp. lxxix-lxxii; C. Spreti, Alla memoria del co. C. M. Ravennate, Ravenna (1795); F. Mordani, Degli uomini illustri della città di Ravenna, I, Firenze 1874; A. Annoni, Il Palazzo e la Villa reale di Milano, in I palazzi e le ville che non sono più del Re, Milano 1921, p. 28; id., La tomba del poeta e il recinto dantesco, Milano 1924; A. Benini, C. M. architetto ravennate, in Felix Ravenna, n. s., II (1931), pp. 149-76 (con bibl.); Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931 con bibl.).