Scrittore (Santa Margherita Ligure 1888 - Savona 1967). Lavorò come impiegato e quindi come insegnante; negli ultimi anni si dedicò allo studio dei licheni. Collaboratore di Riviera ligure e della Voce, esordì con i versi di Resine (1911) e Pianissimo (1914), che per il lirismo autobiografico, risolto in un tono essenziale e prosastico, rispecchiano il gusto del frammentismo; a tale gusto S. rimase fedele nelle successive raccolte di prose liriche (Trucioli, 1920; Liquidazione, 1928; seconda serie di Trucioli, 1948, in cui confluiscono, con varianti, anche testi dei due volumi precedenti; Fuochi fatui, 1956; Scampoli, 1960; Gocce, 1963; Quisquilie, 1967) e di versi (nuova stesura di Pianissimo, pubbl. nel 1954 insieme con la stesura del 1914; Rimanenze, 1955; Primizie, 1958). Il suo senso smarrito, disamorato o piuttosto disancorato della vita, la dolente coscienza dell'aridità che sembra preludere a Montale, trovano felice espressione soprattutto in paesaggi e nature morte. Da ricordare anche la sua attività di traduttore (da Euripide, Flaubert, Stendhal, ecc.). Postumi sono usciti, tra l'altro, L'opera in versi e in prosa (a cura di V. Scheiwiller e G. Lagorio, 1985) e Trucioli dispersi (a cura di G. Costa, 1986).