CELA, Camilo José
Narratore spagnolo, nato a Iria Flavia (in Galizia) l'11 maggio 1916. Dopo l'apparizione del suo romanzo d'ambiente, a forti tinte drammatiche, La familia de Pascual Duarte, Madrid 1942, la produzione di C. si è imposta via via all'attenzione della critica e alle ultime generazioni di scrittori come l'esempio più coraggioso di rinnovamento della prosa spagnola, verso esperienze di stile impegnate modernamente, a contatto col romanzo europeo e nordamericano.
Opere come Pabellón de reposo, Madrid 1944, e Nuevas andanzas y desventuras de Lazarillo de Tormes, Barcellona 1946, costituiscono un anello fra la narrativa spagnola di tipo tradizionale, realistica, alla Baroja, e il romanzo contemporaneo: in questo tentativo di sprovincializzare l'arte nazionale C. ha fruito di molti modelli stranieri (soprattutto americani, come Dos Passos, Faulkner, ecc.) e pur tenendo fede alla propria originaria ispirazione realistica, che lo ha portato a rappresentare ambienti e costumi del suo paese non senza una latente problematica sociale (La colmena, romanzo, Buenos Aires 1951), egli si è esercitato anche in avventure letterarie più raffinate e in sostanza formalistiche, impostando brevi racconti su esili pretesti simbolici o interi romanzi su vaghe atmosfere surrealistiche (per es.: Mrs. Caldwell habla con su hijo, Barcellona 1953), che sembrano corrispondere alla parte meno sincera della sua produzione. C. ha condotto la sua battaglia anche sul piano della critica militante e della saggistica (Mesa revuelta, Madrid, 1945; La rueda de los ocios, ivi 1957) e da qualche anno dirige una rivista d'avanguardia, Papeles de Son Armadans. Oltre alle opere citate, si ricordino del C. narratore Esas nubes que pasan, 1955; El bonito crimen del carabinero y otras invenciones, Barcellona 1945; Viaje a la Alcarría, Barcellona 1948; El gallego y su cuadrilla, Madrid 1951; Avila, Barcellona 1952; Del niño al Bidasoa, Madrid 1952; La catira, Barcellona 1955; El molino de viento, ivi 1956; Cajón de sastre, Madrid 1957; e della sua marginale produzione poetica, Pisando la dudosa luz del día, Madrid 1945; Cancionero de la Alcarría, ivi 1948. Del C. sono state tradotte in italiano La familia de Pascual Duarte (da S. Battaglia, Roma 1944; rist., Torino 1960) e La colmena (col titolo L'alveare, Milano 1955).