CAMPANILE
Il termine c. nella lingua italiana designa in genere la torre campanaria, ma viene anche usato con riferimento a torri di vario tipo, con o senza campane, mentre in altre lingue indica specificamente le torri campanarie italiane. Nel primo caso viene dunque eliminata l'implicazione funzionale del termine, perché non si tiene conto della distinzione tra i diversi tipi (torre di incrocio o isolata; c. a vela), nel secondo si postula una diversità rilevante tra i c. italiani e le torri campanarie delle altre regioni.Le più antiche torri campanarie derivano la loro forma dall'architettura militare romana e probabilmente non furono erette con lo scopo precipuo di alloggiarvi campane. Di pari passo con il diffondersi dell'uso delle campane per richiamare i fedeli alla preghiera, la costruzione di veri e propri c. divenne comune, sino alla generale diffusione di torri, munite o meno di campane, che caratterizza l'età bassomedievale.D. GillermanMentre le campane sono spesso menzionate in fonti concernenti edifici cultuali o monastici, soprattutto a partire dal sec. 6°, indicate con i termini latini signum in Gregorio di Tours (De gloria martyrum, 76; De miraculis sancti Martini, I, 28; PL, LXXI, coll. 772, 933) e nella Regola benedettina (XXII, 6; XLIII, 1; CSEL, LXXV, 1960, pp. 85, 116), clocca nella Gallia del Nord e in Germania, campana (dalla Campania, regione nota per la produzione del bronzo) in Italia, Africa e Bretagna, non è chiaro a partire da quale epoca tali campane fossero collocate in apposite torri.Si è molto discusso, in particolare, di Saint-Martin a Tours (risalente al sec. 5°) e delle iscrizioni, riportate in parecchi manoscritti (Le Blant, 1856), che sembrano alludere all'esistenza nell'edificio di due torri, a quanto pare munite di campane, una forse di facciata e l'altra all'altezza della crociera o verso l'abside, coincidente probabilmente con la machina posta al di sopra dell'altare, da dove cadde l'indemoniato Paulus (Gregorio di Tours, De miraculis sancti Martini, I, 38; PL, LXXI, col. 938). Una torre al di sopra dell'altare è menzionata dallo stesso Gregorio nella chiesa dedicata a s. Antoliano a Clermont-Ferrand (De gloria martyrum, 65; PL, LXXI, col. 764), un'altra in una poesia di Venanzio Fortunato nella cattedrale di Nantes (Carm., III, 6-7; MGH. Auct. ant., IV, 1, 1881, p. 56). Per quanto riguarda Saint-Julien a Brioude (fine sec. 5°), si è pensato all'esistenza di una torre-c., poiché Gregorio di Tours narra di una palla di fuoco entrata dal foro praticato per la corda della campana (forse al di sopra dell'altare), che rimbalzò sulle colonne prima di uscire dalle finestre dell'abside (De virtutibus sancti Iuliani martyris, 27, PL, LXXI, col. 817; De gloria confessorum, 20, ivi, col. 842). Una torre davanti all'abside è descritta nel sec. 8° nell'abbaziale di Manglieu, in Alvernia.Nell'architettura religiosa dei primi secoli si conoscono parecchi esempi di torri. Si tratta tuttavia, nella maggior parte dei casi, di torri funzionali all'articolazione architettonica della facciata - in Siria esse hanno funzione analoga a quella degli avancorpi angolari delle ville in Occidente - o anche di torri scalari che mettono in comunicazione tribune o terrazze. È il caso, nei secc. 5° e 6°, di una serie di chiese della Siria settentrionale, alcune delle quali erano (Ṭūrmānīn) o sono ancora (Qalb Lozē) conservate in alzato, che presentano torri di facciata o, più raramente, ai lati dell'abside. Torri inquadravano l'atrio della facciata della basilica cristiana di Tebessa, in Algeria (fine sec. 4°-inizio 5°; Orlandos, 1952), mentre una torre era presente su un lato della basilica III della cittadella bizantina di Ammaedara, in Tunisia (sec. 6°). Torri cilindriche chiudono il nartece di S. Vitale a Ravenna (sec. 6°), mentre torri a base quadrata, la cui altezza originaria è peraltro ignota, incorniciano il tetraconco di S. Lorenzo Maggiore a Milano (forse del sec. 5°), così come avveniva nel coro quadrato del duomo di Treviri (fine sec. 4°). Resta qualche dubbio per alcune piante che segnalano 'torri' conservate solo a livello di fondazioni, per es. in facciata e sul lato sud delle rovine attribuite all'Ecclesia Parisiaca, del sec. 6°, di fronte a Notre-Dame di Parigi.Numerosi esempi di edifici con torri sono attestati anche nell'iconografia, come nei mosaici di S. Maria Maggiore e sul portale ligneo di S. Sabina a Roma (sec. 5°). Una formella di quest'ultimo, detta dell'Acclamazione, rappresenta una chiesa, di cui si vede l'interno, davanti a due torri ai lati di una croce; le torri vengono riferite generalmente alla facciata dell'edificio e su questa base si è ipotizzato che le imposte del portale siano state realizzate in Oriente o che siano ispirate a modelli orientali. Recentemente è stato posto in dubbio che nella formella citata le torri facciano parte dell'edificio di culto, il che non pare accettabile, anche se la loro collocazione nell'insieme rimane incerta.Negli ultimi trent'anni è stata portata alla luce una serie di rappresentazioni di chiese con torri su mosaici della Siria e della Giordania: per es. un pannello (Parigi, Louvre) mostra due torri rotonde che incorniciano l'abside, mentre un mosaico pavimentale posto in un intercolumnio della chiesa dei Ss. Lot e Procopio a Khirbat al-Mukhayyat (sul monte Nebo) presenta una chiesa circondata da torri quadrate: tale schema iconografico veniva adottato tuttavia in questa regione anche per le raffigurazioni di città e l'immagine potrebbe dunque simboleggiare una cinta muraria.Altri riferimenti iconografici sono stati ravvisati (Hubert, Porcher, Volbach, 1967) nelle miniature del Salterio di Utrecht (Utrecht, Bibl. der Rijksuniv., 32), carolinge ma di evidente ispirazione paleocristiana: nell'immagine relativa al salmo 26 (25) compare una torre, interpretata come torre-lanterna, dietro una chiesa simboleggiante il Tempio di Gerusalemme (c. 15r), mentre quella del salmo 25 (24) mostra una delle ecclesiae del popolo di Dio come edificio chiuso da una torre, che tuttavia potrebbe essere interpretata come la rappresentazione convenzionale di un'abside rovesciata (c. 14v). In ogni caso non è possibile affermare che queste torri fossero campanili.Sulla base delle fonti testuali, di alcune piante o alzati di dubbia interpretazione e delle testimonianze iconografiche - sostanzialmente numerose, benché spesso discutibili - non si può escludere che siano esistiti c. nell'architettura paleocristiana; tuttavia i primi di cui si ha testimonianza certa appaiono solo in epoca carolingia, citati nelle fonti - il Lib. Pont. (I, pp. 454, 503) ne ricorda la costruzione in Vaticano da parte dei pontefici Stefano II (752-757) e Adriano I (772-795) - o conservati: alcuni esempi sono collegati alla chiesa (come il c. meridionale della facciata di S. Ambrogio a Milano, detto c. dei Monaci), altri indipendenti (come a Ravenna, dove è frequente la pianta circolare).
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Dal punto di vista architettonico le prime torri medievali conosciute, sovente a pianta circolare, mostrano la loro derivazione da una tipologia comune alle fortificazioni romane; solo alcune di esse erano munite di campane. Il piano del monastero di San Gallo (San Gallo, Stiftsbibl., 1092), dell'820 ca., mostra due torri circolari che fiancheggiano, pur rimanendo isolate, l'estremità occidentale della chiesa; la leggenda specifica che le torri ospitavano le cappelle dedicate agli arcangeli Michele e Gabriele e che dovevano avere la funzione di postazioni di guardia, ma non si accenna alla presenza di campane. I c., risalenti al sec. 9° o al 10°, delle chiese ravennati di S. Giovanni Evangelista, S. Francesco, S. Apollinare in Classe e S. Apollinare Nuovo - questi ultimi due a pianta circolare e isolati rispetto al corpo dell'edificio - sono stati a lungo considerati i primi esempi conservati di c. veri e propri. Studiosi di architettura medievale irlandese ne hanno tuttavia recentemente posto in dubbio la priorità cronologica, affermando che le torri cilindriche isolate di Glendalough (tardo sec. 9°) e di altre località non avevano funzione esclusivamente difensiva, ma anche quella di torri campanarie.Esempi ancora più antichi di torri di edifici religiosi, sebbene non necessariamente campanarie, esistono nel Medio Oriente. Sin dall'inizio del sec. 5° le chiese parrocchiali e monastiche della Siria, dei Balcani e dell'Asia Minore erano munite di torri, che potevano trovarsi a lato dell'abside, a E, oppure fiancheggiare il nartece, a O. Nella chiesa dei Ss. Sergio e Bacco a Umm al-Surāb in Siria (tardo sec. 5°) alle due estremità della navata settentrionale dell'edificio era situata una torre; nella chiesa dell'Acheiropoietos a Salonicco (tardo sec. 5°) ai lati dell'esonartece si trovavano torri basse e la stessa soluzione caratterizzava varie chiese della metà del sec. 6° di Binbirkilise (Licaonia). Non è chiaro quale fosse la funzione originaria di queste torri: le campane vennero infatti introdotte nella regione soltanto più tardi; tuttavia le grandi aperture alla sommità di queste costruzioni potrebbero indicare che esse servivano effettivamente per richiamare i fedeli con altri mezzi, forse con il sémantron, utilizzato nella Chiesa bizantina; a Bisanzio i c. sembrano comunque essere stati introdotti soltanto durante l'occupazione latina del 13° secolo.In Occidente i c. possono essere variamente collocati rispetto alla chiesa: sulla campata d'incrocio, a lato del coro, a chiusura dei bracci del transetto e all'estremità occidentale dell'edificio, in asse con la navata centrale o in corrispondenza delle navatelle. Le campane di Saint-Martin a Tours, ricordate da Gregorio, dovevano essere collocate in una torre d'incrocio e costituiscono in tal senso un precedente antico per una soluzione che rimase in uso nel corso di tutto il Medioevo. In Inghilterra torri in posizione centrale rispetto all'edificio ricorrono in chiese risalenti alla fine del sec. 10° (per es. St Mary Breamore nello Hampshire); quella della cattedrale di Saint Albans è la prima di una lunga serie di torri centrali - seppure sovente prive di campane - che contraddistinguono le cattedrali inglesi. Le torri centrali a pianta ottagonale erano comuni anche in Borgogna (abbaziale di Paray-le-Monial, tardo sec. 11°) e nelle regioni che risentivano della sua influenza (S. Andrea a Vercelli, inizi sec. 13°).La soluzione del c. occidentale innestato sul corpo dell'edificio conta su una tradizione altrettanto antica, che appare per la prima volta nel contesto del Westwerk carolingio. Nel monastero di Centula/Saint-Riquier (790-799) le torri avevano pianta circolare; nell'abbaziale benedettina di Corvey sul Weser (873-885) esse erano invece rettangolari, secondo una tipologia che caratterizzò in seguito fondazioni ottoniane dei secc. 10° e 11°, quali St. Pantaleon a Colonia e St. Michael a Hildesheim. Recentemente è stata messa in dubbio l'ipotesi che tali c. avessero la funzione primaria di sostenere campane: essi sarebbero stati piuttosto simboli di potere e di giustizia, derivanti la loro autorità da immagini delle porte delle città sante di Roma e Gerusalemme e dal fatto, noto a tutti, che fra le torri, all'interno del Westwerk, sedeva durante il rito religioso l'imperatore. Potrebbe essere stata proprio questa connotazione imperiale a suggerire l'adozione della facciata a due torri ai duchi di Normandia, i quali, alla metà del sec. 11°, finanziarono la costruzione di un'imponente serie di strutture di questo tipo, tra le quali la facciata di Notre-Dame a Jumièges e, a Caen, quelle della Trinité e di Saint-Etienne. Nei secc. 12° e 13°, quando lo spazio compreso tra i due c. (o al di sotto di essi) venne a essere occupato da estesi cicli scolpiti di carattere didascalico, le torri occidentali e le loro campane divennero parte di quello stesso sistema di comunicazione plastico-architettonico; esempi di questi organismi sono costituiti dalle facciate delle cattedrali di Chartres, Parigi, Reims, Amiens.C. assiali occidentali vennero eretti in Europa durante tutto il Medioevo, ma sembrano essere soprattutto caratteristici di un gruppo piuttosto numeroso di parrocchiali dell'Inghilterra anglosassone. In questo tipo di edifici le navate laterali terminano in genere combaciando con la torre, lasciando quest'ultima libera su tre lati, come avviene nelle chiese di Sompting (Sussex) e di Earl's Barton (Northamptonshire), del 10° secolo. Nei Paesi Bassi le chiese di Bertem, Neerheilissem e Alfenaan de Maas mostrano quanto tale tradizione fosse viva nell'11° secolo. Nel Tardo Medioevo le torri assiali occidentali divennero estremamente comuni in Inghilterra (St Cuthbert, Wells, metà sec. 15°), in Germania (cattedrale di Friburgo in Brisgovia, iniziata nel 1275) e nei Paesi Bassi (Martinikerk a Groninga, portata a termine nel 1521).I c. del transetto e quelli posti ai lati del coro sono particolarmente diffusi in area tedesca, dove fondazioni dell'inizio del sec. 11°, ottoniane e franconi, quali St. Michael a Hildesheim e il duomo di Spira, imitarono l'esempio carolingio a più torri di Centula/Saint-Riquier. L'abbaziale di Hildesheim è caratterizzata dalla presenza di due transetti, uno orientale e uno occidentale, ciascuno concluso da una coppia di snelle torrette scalari, mentre nel duomo di Spira due torri fiancheggiano il coro e altre due erano collocate tra il Westbau e il corpo longitudinale. Edifici del sec. 12° quali la cattedrale di Magonza, con i c. posti alle estremità del transetto, e quella di Worms, con torri situate ai lati del coro, riprendono gli stessi modelli. Le torri a E caratterizzano generalmente edifici come quelli citati, che presentano torri anche in altre parti della costruzione; un esempio insolito è S. Abbondio a Como (tardo sec. 11°), con due soli c. ai lati del coro, mentre la cattedrale di Tournai (sec. 12°) è più elaborata, in quanto il suo coro triconco presenta torri in ciascuno dei quattro angoli, tipologia che ha un precedente in S. Lorenzo Maggiore a Milano.In Italia sono molto comuni i c. isolati rispetto al corpo della chiesa, accanto però a numerosi esempi di c. solidali con il fabbricato presenti in tutto il Meridione e in molte regioni dell'Italia centrale. Esempi di facciate a due torri si hanno nelle regioni dominate dai Normanni, nell'Italia meridionale e nella Sicilia (S. Nicola a Bari, secc. 11°-12°; duomo di Cefalù, sec. 12°). Nel Lazio, in Umbria, in Abruzzo e nelle Marche il c. si trova spesso all'estremità di una delle navate laterali, come per es. in S. Maria in Cosmedin a Roma e in S. Michele a Bevagna (sec. 12°).Il c. isolato è comune nell'Italia settentrionale (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna), sin dagli esempi più antichi (S. Apollinare in Classe e S. Apollinare Nuovo a Ravenna); anche in seguito si preferì costruire c. isolati, come il c. dell'abbaziale di Pomposa e quello di S. Zeno a Verona, entrambi iniziati nel tardo 11° secolo. Gli architetti toscani desunsero dall'Italia settentrionale sia l'adozione del c. isolato sia alcune caratteristiche formali: il c. di Pisa, per es., sembra costituire un adattamento della torre cilindrica isolata di tipo ravennate al gusto locale per le arcate in marmo, mentre quello del duomo di Siena combina con il rivestimento decorativo di tipo toscano l'uso di derivazione lombarda dell'apertura progressiva delle finestre dal basso verso l'alto.Il crescente interesse per le torri durante il Basso Medioevo, il loro significato e le loro caratteristiche sono riflessi, in negativo, negli statuti relativi all'architettura di due Ordini riformatori quali il cistercense e il francescano, contrari, per i loro edifici, all'adozione di torri campanarie: "turres lapideae ad campanas non fiant" (1157, nr. 16); "campanile ecclesiae ad modum turris de cetero nusquam fiat" (Statuti di Narbona, 1260). Nel Tardo Medioevo, tuttavia, i valori ai quali tali Ordini avevano tentato di opporsi trovarono espressione in c. di sempre maggiori dimensioni.Oltre che negli edifici religiosi, durante il Medioevo le campane potevano essere alloggiate anche nelle torri dei palazzi comunali e municipali, con svariate funzioni, quali segnare il tempo per coloro che erano al lavoro, annunciare l'apertura del mercato o altri importanti avvenimenti e dare l'allarme in caso di pericolo. In quanto legate alla vita comunale, le campane, e con esse i c., divennero simbolo dell'orgoglio civico: attentamente difese dai cittadini, esse erano oggetto di vendette e di aggressione da parte dei nemici del comune. I grandi centri commerciali italiani e fiamminghi, che raggiunsero durante il Tardo Medioevo un potere e un'indipendenza senza precedenti, intrapresero la costruzione di ambiziose opere civili, tra cui nuovi palazzi pubblici con annessa torre campanaria. Tra gli esempi italiani particolare menzione meritano il Bargello e palazzo Vecchio a Firenze e il Palazzo Pubblico a Siena (tardo sec. 13°-inizio 14°); mentre nei Paesi Bassi e nelle Fiandre devono essere ricordati i palazzi municipali di Bruges e Bruxelles (secc. 14°-15°).Durante il Tardo Medioevo la tendenza al 'gigantismo' condusse alla progettazione di strutture tra le più ardite dell'età medievale. Tra i numerosi esempi che testimoniano la nuova esigenza di raggiungere un'altezza fuori dal comune si possono citare il c. della cattedrale di Friburgo in Brisgovia (iniziato nel 1275), la torre di St Botolph a Boston (Lincolnshire, portata a termine nel 1460), il c.d. Altes Steffl del duomo di Vienna (1368-1433), il citato c. della Martinikerk a Groninga, quello del duomo di Firenze (iniziato nel 1334) e la cuspide isolata del duomo di Strasburgo (1399-1439), la più alta tra quelle portate a compimento in epoca medievale: il c. della cattedrale di Ulma, la più alta struttura in pietra mai eretta, fu infatti iniziato nel 1392 sotto la direzione di Ulrico di Ensingen, ma rimase incompiuto fino al 19° secolo.
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