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campare

di Fernando Salsano - Enciclopedia Dantesca (1970)
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campare

Fernando Salsano

Con valore intransitivo, vale " salvarsi ", " sottrarsi al pericolo ", come in If I 93 se vuo' campar d'esto loco selvaggio (" Posto presso al serpente non camperai da lui lungo tempo ", Bartolomeo da San Concordio Ammaestramenti XXV X 10); Cv III VII 15 sì come quella [la fede] per la quale campiamo da etternale morte; Fiore CXXV 1 Que' che vorrà campar del mio furore; Detto 101. Ha il medesimo valore la forma assoluta di If XXII 135 invaghito [Calcabrina] / che quei campasse per aver la zuffa, di Vn XVI 8 7 la vita quasi m'abbandona: / campami un spirto vivo solamente, e di Rime dubbie XXVII 8. L'infinito sostantivato ricorre in If II 68 ciò c'ha mestieri al suo campare, " alla sua salvezza ". In If XVI 82 Però, se campi d'esti luoghi bui / e torni a riveder le belle stelle, significa propriamente " uscir sano e salvo ".

Con valore transitivo, vale " mettere in salvo ", come in If XXII 21 s'argomentin di campar lor legno, e in Pg I 62. In Fiore CCVI 6 apparecchiando a me soccorrere a campar la vita, vale piuttosto " conservare ". Con l'uno o l'altro valore, il verbo è d'uso frequente, sia in prosa che in poesia, nel Due-Trecento. V. anche SCAMPARE.

Vocabolario
campaménto
campamento campaménto s. m. [der. di campare1]. – 1. non com. Il campare e, più spesso, quanto bisogna per campare, sostentamento: non ce la faceva a provvedere al c. della famiglia. 2. ant. Scampo, mezzo di salvezza.
campare¹
campare1 campare1 v. intr. e tr. [der. di campo; propr. «trovare, dare campo dove salvarsi»]. – 1. intr. (aus. essere) Salvarsi, trovare scampo da un pericolo, quindi anche sopravvivere: Se vuo’ campar d’esto loco selvaggio (Dante); c....
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