CAMPI CARREGGIATI (o campi solcati; fr. champs de lapiés; ted. Karrenfelder)
Speciali forme di corrosione prodotte dall'acqua meteorica sui calcare e su altre rocce solubili. La superficie della roccia appare percorsa da scanalature, solchi o crepacci, disposti a intervalli, anche molto ravvicinati, con andamento e forme spesso molto regolari, ma spesso anche svariatissimi, caotici. Tali incisioni, con le creste taglienti che le separano, sono dette gane nel Trentino, Karren o Schratten in Svizzera e Tirolo, lapiés, lapiaz, rascles nelle Alpi francesi, laissines nel Giura, ecc. Sulle superfici molto inclinate, l'acqua di pioggia, o quella di fusione della neve, scola lungo il pendio, e vi determina scannellature parallele; dove l'inclinazione è moderata, esse vengono tagliate da crepacci più profondi e irregolari, in varie direzioni, che seguono le originarie fenditure e i piani di stratificazione, oppure le zone di maggior solubilità (purezza) del calcare.
Vi sono naturalmente varî stadî di sviluppo, caratterizzati dal progressivo approfondimento dei canali e dalla complicazione delle forme. Si sono osservate profondità di 20 m. e larghezze di 2-3 metri. I setti divisorî finiscono poi col traforarsi, ridursi a lame e pilastri isolati, e cadere in frammenti nell'interno dei canali, questi vengono ad ostruirsi anche per il deposito di argille, residui della soluzione della roccia.
L'Eckert attribuiva la formazione dei Karren, in primo luogo alle fratture, secondariamente all'eterogeneità del calcare, poi all'azione degli agenti atmosferici e dell'humus vegetale. Dai più queste forme sono invece considerate essenzialmente come un vero fenomeno carsico, dovuto cioè all'azione solvente (in minima parte anche meccanica) dell'acqua meteorica: gli altri agenti subaerei, i vegetali, e tanto più il ricoprimento di terriccio, pare piuttosto abbiano effetto di modificare, ostacolare o impedire il processo normale. Il fenomeno può estendersi a interi altipiani, che si trasformano in un dedalo di crepacci e buche, di difficilissimo transito. La maggior diffusione dei campi solcati, associati ad altre forme carsiche, si riscontra in Istria e nelle Alpi Dinariche, secondo lo Cvijić a qualsiasi altezza sul mare. Nelle Alpi si trovano più frequenti intorno ai 2000 m., dove viene a mancare la vegetazione e l'acqua è fornita copiosamente dal fondersi della neve. L'esistenza di ghiacciai in epoca anteriore non pare abbia influito - come si credeva - sulla formazione dei campi solcati, se non indirettamente, col preparare nuda la superficie della roccia.
Gortanili ha descritti nei calcari paleozoici della Carnia; Dal Piaz li segnala nel Lias delle Alpi Feltrine (Piano Eterno); mentre non sono rari i campi carreggiati nei circhi e pianori dei massicci dolomitici veneto-trentini, minutamente fratturati; Arbenz e Heim hanno studiato il fenomeno nelle Alpi svizzere; Chaix anche nella Savoia; Eckert, Crammer, Distel nelle Alpi calcaree austro-bavaresi. Particolari forme di campi solcati sono state osservate lungo le coste marine, p. es. in Istria e al M. Argentario da Ass. Mori, e paiono dovute specialmente all'azione dilavante dell'acqua di ritorno dopo ogni ondata.
Bibl.: M. Eckert, Das Gottesackerplateau (Ein Karrenfeld), in Wissenschaftliches Ergänzungsheft zur Zeitschrift d. Deutsch-Österr. Alpen-Vereins, I (1902); A. Heim e P. Arbenz, Karrenbildungen in den Schweizer Alpen, in Geol. Charakterbilder, X, Berlino 1912; E. Chaix, Contributions à l'étude des lapiés, in Le Globe, 1894, 1905, 1907; I. Cvijić, The evolution of lapiés, in Geog. Review, 1924.