Campi (ora Campi Bisenzio)
Il borgo, posto a 12 Km a nord-ovest da Firenze sul fiume Bisenzio, è citato da D. in Pd XVI 50 Ma la cittadinanza, ch'è or mista / di Campi, di Certaldo e di Fegghine, / pura vediesi ne l'ultimo artista, come uno dei luoghi di provenienza delle ‛ genti vicine ' che, secondo Cacciaguida, la vera cittadinanza fiorentina è costretta ad albergare nelle mura, e di cui è obbligata a sostener lo puzzo, " sopportare l'insolente comportamento ".
Di origine molto antica (si trova segnato in una carta del 760), ai tempi di D. era un castello sotto il dominio di Firenze al quale probabilmente si giungeva uscendo dalla porta del Mugnone (o della Forca di Campo Corbolini), una delle porte esistenti in Firenze sicuramente dal 1172, e che era l'uscita più comune per Prato, o da porta San Paolo, anch'essa esistente alla stessa data, che rappresentava l'uscita più comune per il pistoiese. È certamente errata l'interpretazione di alcuni commentatori (come Iacopo del Burgofranco, 1529, e il Rovillio, 1551) che intendono " de' campi ", cioè " di campagna ". Questa errata interpretazione doveva senz'altro risalire a un tempo più antico, se già Benvenuto la confuta - dicendo: " et non ergo intelligas ‛ de agris ', sicut multi male intelligunt ".
Probabilmente D. non intende specificamente gli abitanti di C. e degli altri borghi, ma più generalmente ‛ i piccoli borghi ' del contado fiorentino; secondo qualcuno invece D. poteva riferirsi anche a specifici personaggi, come i Mazzinghi provenienti da C., e altri provenienti dagli altri due borghi (v. CERTALDO; FIGLINE).
Bibl. - L. Dami - B. Barbadoro, Firenze di D., Firenze 1921, 20 ss.; C.A. Lumini, Prato e la Val Bisenzio nel poema dantesco, in D. e Prato, Prato 1922, 27-49; A. Sacchetto, Con D. attraverso le terre d'Italia, Firenze 1954, 19.