CAMPIONE (A. T., 24-25-26)
Comune della Lombardia, situato sulle rive del Lago di Lugano; è costituito da un territorio completamente circondato dalla Svizzera (Canton Ticino). Il capoluogo è, oggi, un piccolo paese nel quale vive tutta la popolazione del comune (578 ab.) e che si trova in bella posizione di fronte a Lugano. Possiede un'importante fabbrica di ceramiche. Nel territorio vi sono cave di calce di buonissima qualità.
Campione è famoso perché un tempo diede i maggiori scultori e costruttori lombardi, detti appunto da Campione. Vi sono notevoli, nel centro, l'oratorio di S. Pietro, buona costruzione campionese del 1327, e la parrocchiale, con modeste opere di scultura dei secoli XIV e XV. Più importante, sotto il rispetto storico-artistico, è la chiesetta di S. Maria dei Ghirli, situata poco fuori del paese, con preziosi avanzi di affreschi: alcuni raffiguranti leggende del Battista, del sec. XIV; altri, con una vasta raffigurazione di Giudizio universale, già datati 1400, appartengono a Franco De Veris da Milano e a Filizzolo suo figlio, artisti singolari per il loro manierismo goticizzante.
Bibl.: E. Gerspach, Gli affreschi di Campione, in L'Arte, IV (1902), p. 161 segg.; F. Malaguzzi-Valeri, Campione, in Rass. d'Arte, 1908, p. 167 segg.; P. Toesca, La pittura e la miniatura nella Lombardia, Milano 1912.
I maestri campionesi. - Dal luogo nativo sul lago di Lugano, i documenti medievali designano così una folla di artisti-architetti e scultori e lapicidi, che, come i Comacini, dai tempi più antichi fino al sec. XII, conservarono l'anonimo e il carattere di collettività nel lavoro. Al principio del sec. XIII, i Campionesi cominciarono a segnare del proprio nome di battesimo i monumenti che erigevano, limitandosi ad accompagnarlo con quello della patria. Più tardi usarono anche, ma non sempre, il nome di famiglia: per es., Marco, architetto e ingegnere del duomo di Milano, ora è detto Marco da Campione ed ora Marco Frisone. - Ecco ora un elenco dei principali maestri campionesi, in ordine alfabetico:
Anselmo. - Nel 1244 aveva impegnato sé e i suoi eredi a lavorare in perpetuo per la cattedrale di Modena.
Bonino. - Nel 1357 era a Cremona e vi firmava la tomba di Folchino Schizzi nel Duomo, per cui lavorò anche l'arca di S. Omobono, poi perduta; verso il 1370 fu chiamato a Verona da Cansignorio della Scala, che gli affidò l'esecuzione del suo monumento funebre, che sembra fosse già compiuto alla morte del committente (1375): opera singolare per complessa architettura, ideata "piuttosto da pittore che da scultore", componendo molteplici guglie, tabernacoli, ombre e luci continuamente varie; e che meglio sembra "materiare - osserva il Toesca - il carattere artistico di Verona", sebbene le sculture vi conservino quella meschina robustezza per cui il maestro si distingue dai remoti esemplari toscani. Alcuni attribuiscono al B. anche il monumento equestre di Bernabò Visconti (Museo del Castello di Milano), da altri assegnato a Matteo da Campione. B. morì ai primi di marzo del 1397.
Enrico. - Nel duomo di Milano lavorò il pulpito (1322), poi rifatto; costrusse goticamente l'ultimo ordine della "Ghirlandina", il romanico campanile di Modena.
Marco. - Fu tra i primi architetti del duomo di Milano, e di questo alcuni storici gli attribuirono il disegno. Il suo nome appare spesso nelle vecchie carte riferentisi al monumento, dal 1387. Non è certo, invece, che sia suo il disegno del ponte sul Ticino a Pavia, né l'architettura del duomo di Crema. Morì nel 1390.
Giovanni Seniore. - Figlio di Ugo, costruì (1340) a Bergamo il battistero, poi disfatto e infine non bene ricomposto. Nel 1351 lavorò la porta settentrionale di S. Maria Maggiore di Bergamo, e nel 1353 la statua equestre di S. Alessandro nel tabernacolo che la sormonta. Nel 1360 lavorava nella porta meridionale della stessa chiesa. Come ben osserva Adolfo Venturi, in queste sue opere Giovanni da Campione "torna a spiegare la sua educazione romanica rifatta sotto gli auspici di Giovanni di Balduccio".
Iacopo. - Figlio di Zambonino, come l'artista stesso dichiara nell'iscrizione di una sopraporta scolpita della sacrestia aquilonare del duomo di Milano, è indicato dai documenti ai servigi del duomo milanese fin dal 1387 quale maestro di pietra, e poco dopo quale ingegnere. Negli ornati e nelle sculture di quella porta si afferma lo stile pittorico dell'arte gotica tarda, in rapporto con i modi oltremontani. Iacopo ebbe parte importante nei principî della certosa di Pavia. Morì nel 1398.
Matteo. - È uno dei maggiori artisti campionesi. Nel duomo di Monza costruì la facciata, cui diede in parte lineamenti toscani, e l'ambone e il battistero, come afferma la sua epigrafe funeraria. Morì in Monza nel 1396.
Ugo. - Ai primi del sec. XIV edificò in Bergamo la chiesa di S. Agostino.
V. tavv. CXLVII e CXLVIII.
Bibl.: A. Gotthold Meyer, lombardische Denkmäler, Stoccarda 1893; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, IV, Milano 1906; P. Toesca, La pittura e la miniatura nella Lombardia, Milano 1912, pp. 273, 296, 431; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, passim; G. Nicodemi, L'arca di Berardo Maggi nel duomo vecchio di Brescia, in Dedalo, V (192-25), pp. 147-55.