campo
Il significato più comune del termine è quello di " spazio di terreno " destinato alla coltivazione: in Cv IV VII 3 l'erba multiplica nel campo non cultato, e sormonta, e cuopre la spiga del frumento; VII 6, XI 4; Pd XIII 132 stima / le biade in campo Aria che sien mature; Detto 102 mal camp'are, / se biado non vi grana. Con valore proprio, ma in contesto figurato, c. compare in Cv IV VII 4 Oh com'è grande la mia impresa in questa canzone, a volere ornai così trifoglioso campo sarchiare, e IX 10 Lo quale cavallo [la umana volontade] come vada sanza lo cavalcatore [l'imperatore] per lo campo assai è manifesto, e spezialmente ne la misera Italia; e anche in Pd XXIV 110 tu [s. Pietro] intrasti povero e digiuno / in campo, a seminar la buona pianta.
In If XVIII 4 campo maligno è detto uno spazio limitato, circoscritto; in particolare, " il piano delle Malebolge ".
Il termine indica anche il luogo dove si eseguivano le esercitazioni militari e il terreno di battaglia, per esempio in Pg XIII 116 Eran li cittadin miei presso a Colle / in campo giunti co' loro avversari. È tipica del linguaggio militare l'espressione ‛ tener lo c. ' (ricalco del latino, campum tenere), nel significato di " restar padrone del c. di battaglia ", " occuparlo ": in senso figurato, per " essere vincitore ", " eccellere ", in Pg XI 95 Credette Cimabue ne la pittura / tener lo campo, e ora ha Giotto il grido; così in Cv IV IX 17 la verace [opinione] tegna lo campo de la mente di coloro per c[ui] fa questa luce avere vigore.
In Pd XXV 84 L'amore ond' ïo avvampo / ancor ver' la virtù che mi seguette / infin la palma e a l'uscir del campo, / vuoi ch'io respiri a te che ti dilette / di lei, poiché la vita del cristiano è concepita come milizia in c. di battaglia, l'espressione ‛ uscir del c. ' è da intendersi come immagine tratta dal linguaggio militare per " morire, passando dalla Chiesa militante a quella trionfante ".
Per " battaglia campale ", in espressioni figurate, il termine s'incontra in Pd XII 108 e vinse in campo la sua civil briga. La locuzione ‛ muover c. ' è ricalco del latino castra movere e vale " spostare l'accampamento ", quindi " mettersi in marcia ", in If XXII 1 Io vidi già cavalier muover campo, / e cominciare stormo e far lor mostra, / e talvolta partir per loro scampo.
Per Campo Picen (If XXIV 148) e Campo di Siena (Pg XI 134) si vedano le voci relative.
In Cv IV V 18 la Simonelli legge campo del regno (e il termine sta, in senso proprio, per " territorio "); il Moore, la '21 e Busnelli-Vandelli leggono capo del regno (vedi CAPO).