CAMPOAMOR y CAMPOOSORIO, Ramón de
Nacque in Navia nelle Asturie, il 24 settembre del 1817 ed ivi studiò nei suoi primi anni sotto la guida di maestri pedanti e fanatici. Pensò da giovane di entrare nell'ordine dei gesuiti, ma le prove di novizio lo convinsero che non vi era chiamato. Si dedicò allo studio della medicina, ma al primo anno i maestri lo persuasero a dedicarsi alle lettere, ciò che egli fece, infatti. Nel 1840 pubblicò la sua prima raccolta poetica Ternezas y. flores e nel '42 Ayes del alma e le Fábulas. Dedicatosi alla politica, fu prefetto di varie città ed ebbe incarichi onorifici. Durante la sua carriera scrisse la Historia crítica de las Cores reformadores (1845) e Filosofía de las leyes (1847). Nel 1845 pubblicò le Doloras e i Pequeños Poemas, raccolta che provocò grandi discussioni; nel '53 il Colón e El Drama Universal; nel '72 le Humoradas, che ebbero accoglienze trionfali; nell' '83 La Metafísica y la Poética in cui riassume i suoi principî estetico-filosofici. Morì a 84 anni a Madrid il 12 febbraio del 1901.
C. visse in un secolo scettico e fu più scettico del suo secolo; fu pieghevole di carattere, senza convinzioni serie e senza fede religiosa. Egli aveva però una forza poetica: la voluttà morbosa del dolore della vita e il gusto sensuale della forma. Il suo mondo è il mondo civettuolo, fatuo, elegante, d'un realismo velato di malinconia: mondo elementare, volubile, assetato di piaceri, roso da interno scontento e perciò triste. Il poeta lo guarda scetticamente ora versare una lacrima, ora atteggiarsi ad un sorriso; ora lo sorprende in uno slancio di fede, ora inteso ad una menzogna. Ed è un mondo frammentario come frammentaria è la sua ispirazione poetica: la lunghezza dei suoi poemetti è artificiale. Le Humo radas sono poesiole di chiarezza lapidaria, velate d'un sorriso scettico; le Doloras sono Humoradas a tinte malinconiche; i Poemetti sono Doloras amplificate; il Colón è una serie di frammenti in cui ritornano tutti questi caratteri; il Drama Universal è una serie di Doloras, ecc. In esse il mistero non è più tormento, ma curiosità. Centro ne è la donna e l'amore, le due molle che muovono il suo mondo. Nella sua poesia non manca la banalità, né tra i suoi versi mancano quelli slombati o vuoti; ma non perciò il Campoamor cessa d'esser vero poeta: lo è quando carezza voluttuosamente le sue forme vaporose, quando incarna in capricciose e sentimentali figurine evanescenti la sua volubile società: allora il verso è tenue come una carezza, soave come una musica sottovoce.
Bibl.: Campoamor, Obras completas, Madrid 1901-03; A. González Blanco, Campoamor, Madrid 1911; N. Romera-Navarro, Campoamor, in Estudios, XX, Barcellona 1917; G. Serrano, in Literatura del día, Barcellona 1903; e in Siluetas, Madrid 1889; Azorín, Clásico y Modernos (Obras, XII); Rubén Darío, in España contemporánea (Obras, XIX); Clarín, in Folletos literarios, V, in Solos e in Nueva campaña; J. Valera, Obras, XIX, XXII, XXXV; Restituto del Valle, in Estudios, Barcellona 1903; P. Langle, La lirica moderna en España, Almería 1883; E. Pardo Bazán, Obras, XXXII; cfr. anche: Revue Hispanique, I (1894), XLI (1917); Rev. contemp., XXVII (1880); Rev. Esp. de Amb. Mund., III (1855); Ilustr. Esp. y Amer., 15 febbraio 1902; II (1887); Rev. Europ., XIII.