CAMPOBASSO, Cola di Monforte, conte di
Condottiero, nato circa il 1422, morto nel 1478. Figlio di Angelo Gambatesa conte di Campobasso e di Giovanna di Celano, non discende, come fu creduto erroneamente, dalla casa dei Montfort di Francia. Condottiero come il padre, della scuola dei Caldora, tentò anche, con scarsa fortuna, di fare il corsaro. Nel 1459, nominato governatore dell'Abruzzo, tradì il re Ferrante aderendo a Giovanni d'Angiò, cui restò fedelissimo, sì da preferire nel 1464 l'esulare in Provenza, anziché sottomettersi al re di Napoli. Seguì l'Angioino nella guerra della Lega del bene pubblico contro il re Luigi XI (1465-66), poi in una lunga guerra in Catalogna, contro il re d'Aragona. In premio dei suoi servigi ebbe nel 1471 la città di Commercy, alla frontiera della Lorena. Morti Giovanni e il di lui figlio Nicola, il conte di Campobasso passò al servizio di Carlo il Temerario, duca di Borgogna. Scese allora in Italia a raccogliere truppe, e nel 1474-75 ebbe parte importante nell'assedio di Neuss, quindi partecipò all'invasione della Lorena. Nel gennaio 1476 si guastò col Temerario che non ascoltava i suoi consigli, ma non per questo accettò di passare al servizio del re di Francia. Anzi, dopo le rotte di Grandson e Morat volle spontaneamente tornare presso il duca di Borgogna. Ma vistosi ancora inascoltato, lo abbandonò alla vigilia della rotta di Nancy (gennaio 1477). Preso servizio presso i Veneziani, si occupò di proteggere il Friuli contro le incursioni turche. Ma nel maggio 1478 veniva a morte. La tradizione, accreditata dai Mémoires del Commynes, che fa di lui il prototipo dei traditori, non ha fondamento.
Non ha nulla a che fare con Cola di Monforte, conte di Campobasso il rimatore di cui il Mondadori pubblicò le rime in Rimatori napoletani del '400 (Caserta 1885) e il Pellegrini scrisse in Cola di Monforte, conte di Campobasso (Cerignola 1892). Come ha dimostrato il Croce (Rettificazione di dati biografici riguardanti Cola di Monforte, in Atti Reale Accademia di scienze morali e politiche, LV, 1, p. 23 segg.), il rimatore è posteriore al conte.
Bibl.: B. Croce, Un condottiero italiano del Quattrocento, ecc., in La Critica, 1933, p. 403 segg.