CAMPOFORMIDO
. Comune della provincia di Udine, posto subito a sud delle colline prealpine e quindi nell'alta pianura friulana; ha importanza agricola e per l'allevamento del bestiame. Il capoluogo, a 77 m. sul livello del mare, 7 km. a SO. di Udine, è un piccolo villaggio; vi è un cantiere e un'officina meccanica per la lavorazione del legno. Il comune contava 1746 abitanti nel 1861, 3472 nel 1921. Il luogo è soprattutto noto per il trattato di pace tra l'Austria e la Francia detto, con forma dialettale, di Campoformido. Quando Napoleone fu divenuto re d'Italia, fece erigere a Campoformido una statua rappresentante la pace.
Trattato di Campoformio. - Dopo i preliminari di Leoben (18 aprile 1797) il generale Napoleone Bonaparte, stando a Mombello nella villa Crivelli, intraprese in nome della Francia i negoziati per la pace definitiva con l'Austria, rappresentata dal marchese di Gallo e poi anche dal generale Merveldt. Ma, per gli opposti punti di vista delle potenze, non si poté venire ad un accordo (maggio-giugno 1797). Le trattative furono riprese sul cadere dell'agosto e si svolsero, nella seconda fase, parte a Udine, parte a Passeriano, villa dell'ultimo doge veneziano scelta dal Bonaparte a sua residenza: vi presero parte il Gallo, il Merveldt, il barone di Degelmann e il principe di Cobenzl per l'Austria, il Bonaparte soltanto per la Francia. Le trattative furono lunghe e difficili, ma infine la pace fu stipulata a Campoformio, villaggio situato a mezza strada fra Udine e Passeriano, il giorno 17 dell'ottobre 1797.
Il trattato dava alla Francia le isole Ionie e i possessi veneti dell'Albania a sud del Drin; all'Austria l'Istria, la Dalmazia, le Bocche di Cattaro, le isole veneziane dell'Adriatico, Venezia con la laguna e con le terre comprese fra gli stati ereditarî austriaci e una linea, la quale, partendo dal Trentino, seguiva il torrente avanti Gardola, poi traversava il lago di Garda fino a Lazise, mediante un confine militare giungeva a San Giacomo, e finalmente era limitata dall'Adige, dal Tartaro, dal canale di Polesella e dal Po Grande sino al mare. Di più era riconosciuta la Repubblica cisalpina, e il duca di Modena veniva compensato della perdita dei suoi stati con la Brisgovia. Negli articoli segreti l'Austria si impegnava a cedere alla Repubblica francese il confine renano con le fortezze, salvo Colonia; ma la questione avrebbe avuto un assetto definitivo in un successivo congresso da tenersi a Rastatt con l'intervento di tutti gli stati dell'Impero. Inoltre Francesco II rinunziava ai molti diritti di supremazia che conservava in Italia, e particolarmente agli antichi feudi imperiali delle Langhe da attribuirsì alla Repubblica ligure.
Tali i patti stipulati; ma si trattò, più che d'altro, di una semplice tregua nelle ostilità austro-francesi, che il Bonaparte, per le sue vedute politiche personali, volle conchiudere, andando oltre gli ordini del suo governo, e che l'Austria accettò per prepararsi meglio alla nuova guerra.
Bibl.: R. Guyot, Le Directoire et la paix de l'Europe, Parigi 1911, p. 476 e seguenti.