CANA
. Villaggio della Palestina, ove Gesù assistendo a un festino nuziale cambiò l'acqua in vino (Giov. II, 1-11) e risanò a distanza il figlio del centurione degente in Cafarnao (Giov., IV, 46). Fin dal sec. IV questi prodigi furono ricordati con monumenti sacri. Fu patria dell'apostolo S. Bartolomeo (Giov., XXI, 2). Le indicazioni topografiche degli antichi itinerarî convengono al villaggio di Kefr-Kenna, ad 8 km. da Nazaret sulla via di Tiberiade. Il paese, in antico molto più vasto, come appare dalle rovine, conta 1175 ab. in maggioranza musulmani. Vi sono cristiani di rito latino, greco unito e scismatico.
Nella chiesa ortodossa si mostrano due urne, le quali si dice abbian servito alle nozze di Cana (Giov., II); ma, a parere degli archeologi, sono due antichi fonti battesimali.
La chiesa francescana costruita nel 1879, senza prevî scavi per le difficoltà politiche del tempo, occupa la nave meridionale della chiesa crociata e bizantina. Recenti sondaggi hanno fatto conoscere il piano e gli elementi architettonici delle due epoche. Due iscrizioni aramaiche, sul pavimento dell'antica chiesa, simili per stile e grafia a quelle della sinagoga di Sefforis e Ain-Duq, inducono a credere che la chiesa bizantina occupi l'area d'una sinagoga del sec. III. Nella cripta della chiesa, ritenuta dai pellegrini per la sala nuziale, fu trovata un'anfora d'epoca giudaica.
Una cappella posta all'estremità del villaggio ricorda il luogo tradizionale della casa di Natanaele o S. Bartolomeo.