CANABAE (κάνναβος, κάναβος, canaba)
Il termine designa leggere costruzioni in legno, baracche; in genere è completato dall'indicazione, al genitivo, di una determinata legione: infatti le c. legionis venivano erette dagli addetti alle salmerie come ricoveri, depositi e officine. Storicamente vanno distinte tre fasi delle c. : una, finora priva di attestazioni archeologiche, in cui si seguivano le truppe sul campo (attendamenti); una seconda, in cui le truppe (e di conseguenza le salmerie) si insediavano in costruzioni più solide (ma sempre in legno) per periodi più lunghi, specialmente in inverno (hiberna), e una terza fase, in cui le truppe e le salmerie si acquartieravano in un luogo più a lungo, costruendo alloggi durevoli. Ovviamente queste fasi potevano anche presentarsi contemporaneamente a seconda delle funzioni da svolgere.
Gli abitanti delle c. erano commercianti che rifornivano le truppe e intrattenevano piccoli scambi con queste (p.es. compravano i bottini di guerra), artigiani che vendevano i loro prodotti, vivandieri (lixae). Vi erano anche veterani che traevano frutto dalla loro familiarità con le truppe - CIL, III, 3505 da Aquincum-Buda(pest) - e i congiunti, legali o meno, dei soldati. Quanto più un esercito rimaneva inattivo, tanto più le c. continuavano ad accrescersi, fino ad assumere l'aspetto di una cittadina. Ciò valeva per l'estensione, il numero e la densità di abitanti, come pure per le costruzioni (in pianta le c. a noi note oscillano tra 40 e 130 ha).
I resti archeologici più antichi delle c. risalgono all'età di Augusto (a Mogontiacum-Magonza e a Dangstetten nel circondario da Waldshut, forse a Novaesium-Neuss e a Bergkamen-Oberaden nel circondario di Unna). Non è stato ancora scavato alcun accampamento completo risalente a quest'epoca. Ci sono motivi però per supporre che le costruzioni in legno della fase 2 fossero perlopiù a forma di lungo rettangolo. Tale tipo non solamente si è conservato sino alla fase 3 (Isca-Caerleon, Deva-Chester, Noviomagus-Nimega, Carnuntum-Bad Deutsch Altenburg), ma era abituale anche per i vici che si svilupparono presso gli insediamenti delle formazioni ausiliarie.
A Deva e a Noviomagus sono state ritrovate costruzioni rettangolari come a Carnuntum, generalmente di lunghezza almeno doppia rispetto alla larghezza e oscillante fra i 18 e i 26 m, comunque - in tutti gli esempi a noi noti - ancora inferiore a quella riscontrabile nelle costruzioni molto allungate dei vici. Gli edifici avevano bisogno di tali proporzioni poiché dovevano accogliere anche magazzini e officine. Le caratteristiche delle abitazioni a uno o due piani delle c. ripetevano, all'incirca, quelle più abituali delle case erette in città o in piccoli insediamenti.
Nella terza fase un uso più sapiente degli spazî fece registrare, nelle costruzioni allungate, una migliore articolazione degli interni, la cui suddivisione era determinata soprattutto dalle modalità di accesso ai varí ambienti in relazione all'entrata principale della casa: nella maggior parte dei casi vi era un corridoio orientato nel senso della lunghezza sul quale si affacciavano i singoli ambienti. Alcune case presentavano una pianta lievemente irregolare (p.es. a Noviomagus e a Carnuntum). Davanti al lato principale un portico (porticus) poteva svolgere la stessa funzione del corridoio. Gli edifici in pietra venivano intonacati, come nelle città, e i muri interni potevano essere dipinti (Deva, Mogontiacum, Argentorate-Strasburgo, Carnuntum, Aquincum, Viminacium-Kostolac). Talvolta vi era una copertura in corrispondenza della porta di ingresso, che era in questo modo riparata in caso di cattivo tempo. Le necessità idriche erano probabilmente soddisfatte soprattutto con pozzi 0 acque correnti; più tardi le c. vennero provviste di canalizzazioni (Aquincum, Novaesium). A Deva i canabenses facevano uso del medesimo sistema di condutture che riforniva l'accampamento dei legionari. Sia all'interno sia all'esterno delle c. si potevano trovare anche costruzioni rurali o fattorie recintate: a Carnuntum furono edificate ben sei «fattorie», come a Deva. A Novaesium (forse anche a Deva) fu ritrovata una piccola villa a piani digradanti (Risalit-Villa). Nei pressi delle c. venne riscontrata la presenza di edifici rurali e di un sistema di campi coltivati, che potrebbero essere serviti all'approvvigionamento delle truppe. Nella fase terza sono attestati anche edifici dalle caratteristiche piuttosto ricercate: ad Aquincum ciascuno di essi era fornito di una sala da pranzo, provvista sul lato corto di un'abside pavimentata a mosaico come la maggior parte degli altri ambienti; decorazioni musive sono state rinvenute anche a Deva, a Castra Regina-Ratisbona e a Brigetio-Ószöny. Si è supposto che tali abitazioni appartenessero a ricchi commercianti o a ufficiali fuori servizio; forse talvolta anche a ufficiali in servizio, almeno dall'età di Settimio Severo, il quale abolì l'obbligo assoluto per i soldati di risiedere nell'accampamento.
Fra gli abitanti delle c. dovevano lavorare permanentemente nel Castrum dei legionari soltanto gli artigiani, indispensabili in caso di assedio. Alcuni acquartieramenti di legioni avevano degli «annessi» per officine, ben difesi, che si potevano evacuare in caso di pericolo (Caerleon, Nimega); la maggior parte degli operai «civili» al servizio della legione probabilmente lavorava e abitava nelle canabae. Erano spesso presenti, comunque, botteghe di ceramica e fucine (p.es. a Deva, dove sembra sia stata scoperta una zona industriale; e inoltre a Vetera, Novaesium, Vindobona-Vienna, Carnuntum, Brigetio, Aquincum). È testimoniata inoltre la lavorazione del vetro a Noviomagus e a Brigetio; a Bonna-Bonn si trovavano una selleria e un calzaturificio; le case di Sirmium, dirimpetto alla strada principale, disponevano ciascuna di uno spazio adibito a officina. Se lo spazio all'interno delle c. non bastava o gli scarichi e il rumore prodotti dalle officine disturbavano troppo i vicini, allora quelle destinate all'esercito venivano impiantate anche all'esterno delle c., come sappiamo da ritrovamenti in Britannia e in Germania Inferiore.
In latino la parola canabae designa fra l'altro gli edifici di proprietà di commercianti adibiti ad abitazione e magazzino: tale significato è attestato epigraficamente per Lugdunum-Lione, Mogontiacum, Argentorate ed Efeso; da questo ambito semantico la parola giunse poi nella lingua militare. I commercianti rifornivano le truppe in blocco (p.es. di armi) oppure singoli soldati (come dagli esempi su papiri egiziani); inoltre, poiché le guarnigioni erano, ovviamente, insediate per lo più lungo il limes, potevano avvenire scambi commerciali anche con i popoli confinanti, con le gentes esterne: il che era possibile solo eccezionalmente nei mercati all'interno dell'impero. Si potrebbero mettere in relazione con queste funzioni specifiche i grandi fori che sono stati riportati alla luce a Noviomagus, Vindonissa-:Windisch, Carnuntum e Aquincum. Per il commercio erano utili i corsi d'acqua navigabili; a Deva, Haltern, Argentorate e Aquincum conosciamo impianti portuali artificiali, nonché arsenali e magazzini.
Spesso erano presenti anche le terme, testimoniate nelle c. di Caerleon, Viroconium-Wroxeter, Deva, Argentorate, Carnuntum e Aquincum. Per il commercio era essenziale che vi fossero anche alloggi per gli stranieri (Deva).
Anche la truppa reclamava spazi per sé all'esterno dell'accampamento, da adibire a varí scopi. Presso ogni campo di legionari c'era un grande spiazzo per le esercitazioni di fanteria e cavalleria, a cui durante le prove («visite») probabilmente erano ammessi spettatori della legione stessa e forse anche delle c. (si pensi ai tattoos britannici). I ludi avevano il medesimo aspetto degli anfiteatri urbani, pur essendo più piccoli di questi. La legione aveva bisogno inoltre di rimesse per i mezzi di trasporto; si potrebbe anche supporre che i pecuarii, che erano incaricati di badare alle cavalcature, agli animali da tiro e a quelli da macello della legione, abitassero fuori dell'accampamento, vicino alle bestie.
Se perfino piccoli insediamenti possedevano il loro santuario, e la maggior parte anche più d'uno, anche le c. ne dovevano disporre (si tenga presente che il santuario centrale dell'accampamento non era accessibile alla popolazione civile). Nelle c. di Carnuntum, p.es., sono stati ritrovati due santuari di culti orientali: Mithra e Ba'al di Heliopolis-Ba'albek. A Deva sono testimoniati due mitrei e un santuario per le Matres. Ovviamente a fianco delle strade poste fuori dell'accampamento e delle c. dovevano allinearsi tombe della guarnigione e dei canabenses.
Spesso, all'esterno delle c. sorgeva un insediamento interamente civile, ed era talvolta questo, e non le c. stesse, a svilupparsi fino a diventare una «città» nel senso giuridico romano: questo accadeva perché gli abitanti delle c. erano considerati strettamente legati all'organizzazione militare, rappresentata dal praefectus castrorum. Solo in pochi casi un imperatore concesse loro il diritto di cittadinanza.
Alcune c. resistettero fino al IV sec., sicuramente in Pannonia, forse anche a Novaesium e a Bonna. Di esse sappiamo poco, se non che si tratta di una mera prosecuzione dell'insediamento di epoca imperiale, come a Carnuntum. La disposizione degli eserciti di manovra nell'età tardoantica non fu adatta all'instaurazione di canabae. In epoca romana tarda (seconda metà del III-IV sec.) le c. vennero dotate di modeste strutture difensive (Deva, Mogontiacum).
Bibl.: H. von Petrikovits, Die Canabae Legionis, in 150 Jahre Deutsches Archäologisches Institut 1829-1979, Berlin 1979, Magonza 1981, p. 163 ss. - Su Mogontiacum: D. Baatz, Mogontiacum (Limesforschungen, 4), Berlino 1962; id., Zur Frage augusteischer Canabae Legionis, in Germania, XLII, 1964, pp. 250-265. - Sui nuovi ritrovamenti di Deva, Dangstetten, Nimega, Novaesium, Bonna, Carnuntum e Aquincum: J.H.F. Bloemers, Nijmegen ROB Excavations 1974-1979, in S. Hanson, J. F. Keppie (ed.), Roman Frontier Studies 1979 (BAR, Int. s., 71), II, Oxford 1980, pp. 471-474; G. Fingerlin, Legionslager Dangstetten..., in AAusgrBadWürt, 1981, p. 93 ss.; C. van Driel, M. Gechter, Funde aus der Fabrica... am Bonner Berg (Rheinische Ausgrabungen, 23), Colonia 1984, pp. 1-83; M. Kandier, H. Vetters, Der römische Limes in Osterreich, Vienna 1986, pp. 222-230; Α. Kaiser, Κ. Póczy, Budapest római öröksege («L'eredità romana di Budapest»), Budapest 1986, pp. 39-51; Κ. Póczy, Die Lagerstadt (canabae legionis), in Das römische Budapest, Monaco 1986, pp. 99- III; D.P.J. Mason, Chester: The Canabae Legionis, in Britannia, XVIII, 1987, pp. 143-168. - Sulle c. della prima fase in Inchtuthil: L. e J.K. St. Joseph, Inchtuthil (Britannia Monographs, VI), Londra 1985, pp. 223-246, in part. p. 246.