Tra Stati Uniti e Canada esiste una stretta relazione che si sostanzia tanto a livello internazionale quanto regionale. Dal primo punto di vista, i due paesi hanno ruoli di primo piano e collaborano in seno a organizzazioni e conferenze internazionali quali la Nato, il G8, il G20 e l’Apec. Principale eccezione all’intesa bilaterale è stata costituita dall’operazione Iraqi Freedom, lanciata dalla Casa Bianca nel marzo 2003, in assenza di un mandato da parte delle Nazioni Unite. Nell’occasione, il governo canadese ha deciso di non inviare il proprio esercito in Iraq, ma ha tuttavia intensificato la propria presenza in Afghanistan, liberando così delle truppe statunitensi per l’intervento in Iraq. Il Canada, inoltre, ha contribuito attivamente alla ricostruzione economica dell’Iraq.
È tuttavia a livello regionale, e soprattutto sul piano economico, che i due paesi nordamericani hanno sviluppato una profonda cooperazione. Ogni giorno 300.000 persone e un volume di beni commerciali pari a circa 1,5 miliardi di dollari attraversano il confine tra i due stati.
Rilevante è inoltre la misura della cooperazione alla sicurezza nella difesa del territorio: un esempio è fornito dal Comando nordamericano di difesa aerospaziale (Norad) che, istituito nel 1958, è tutt’ora tra i più efficienti strumenti di collaborazione bilaterale. A seguito degli attentati dell’11 settembre 2001, Ottawa e Washington hanno inoltre costituito, in chiave anti-terroristica, le Squadre di controllo integrato dei confini (Ibets). Ad esse è demandato il compito di garantire l’integrità e la sicurezza dei confini condivisi e dei porti.
Patti bilaterali sono stati siglati anche per la salvaguardia dell’ambiente. Canada e Stati Uniti, infatti, condividono la regione dei Grandi Laghi, dove sorgono città molto popolose; il controllo dei livelli d’inquinamento, dunque, dipende dal reciproco impegno.