CANALE DI BRENTA
. Valle, lunga 32 km., serrata fra l'Altipiano dei Sette Comuni e quello del M. Grappa, che la Brenta percorre dopo aver attraversato la Val Sugana; vi entra a Primolano (a m. 217 s. m.) per sboccare sopra Bassano nella pianura (m. 120): è una vera chiusa, incisa nei duri terreni secondarî delle Prealpi. Dolomia principale (Trias superiore) su cui si adagiano lembi di morene e di conglomerati diluviali in basso, in alto calcari giurassici e cretacei formano le pareti che dai soprastanti altipiani scendono ripide e talvolta addirittura a strapiombo sul fondo della valle, superando dislivelli piuttosto forti: questi infatti raggiungono anche i 900-1100 metri. Dai caratteri litologici e morfologici dipendono quelli del sistema idrografico che dagli altipiani scende alla Brenta. Oltre al Cismon, che viene dalle montagne di San Martino di Castrozza e può dirsi contenda il primato alla corrente principale, al Canale di Brenta arrivano infatti parecchi brevi affluenti locali, in parte con caratteri prevalentemente torrenziali, in parte carsici.
Tra i primi è notevole quello di Valstagna, alla cui confluenza e al termine superiore della parte più bassa del canale è situata la borgata omonima, in passato cresciuta per effetto di alcune industrie (cappelli di feltro e magli per il rame e per il ferro), nonostante i danni che di tempo in tempo il torrente le cagionava. Tra i secondi, che dipendono dalla circolazione sotterranea nelle masse calcaree degli altipiani, vi sono parecchie sorgenti che vengono alla luce presso il fondo della valle. Tra queste sono celebri i rami dell'Oliero che dopo brevissimo corso si getta nella Brenta. Nascono da grotte con cavità ripiene d'acqua proveniente dal sottosuolo; ad Oliero vi sono anche due grotte asciutte, cioè scavate da un ruscello sotterraneo che poi le ha abbandonate. Il bello e l'orrido si disposano nei punti dove la forra più si restringe, come nel tratto fra Primolano e Cismon; quivi, per il confluire dell'importante tributario, la valle si allarga notevolmente per restringersi poi di nuovo, in modo che il fiume coi suoi brevi e precipitosi affluenti, la strada carrozzabile e la ferrovia, le coltivazioni, le case e gli uomini, attratti dall'importanza dell'arteria stradale, si contendono lo spazio. Un po' meno ristretto è il tronco inferiore a Valstagna, dove tuttavia, specialmente dal Merlo a San Marino la valle è chiusa da pareti a picco. Ai due notevoli allargamenti di Santo Nazario, di Solagna e Campese corrispondono quei centri abitati. Oltre alle coltivazioni comuni, che sono ancora quelle della pianura subalpina ma scarse (vite, gelso, mais, frumento), è qui da secoli tradizionale e predominante la coltura del tabacco che da Pove a Cismon si fa o sul fondo stesso della valle o su ripiani artificiali. Infatti, poiché il fondo della valle non basta alle coltivazioni, queste, per mezzo di campi artificiali, detti banchette, sostenuti da muri, vengono spinte dove è possibile, sugli aspri pendii; sono disposte in serie e servono specialmente alla coltura del tabacco. Gran parte delle pareti della valle, sulle quali si arrampicano anche le case, non permette però che una magra vegetazione boschiva. Dove l'inclinazione del suolo si attenua, apparisce anche qualche castagneto. Si può dire che per le abitazioni e per le coltivazioni l'uomo ha tratto profitto di ogni lembo di terreno.
Da Valstagna allo sbocco in pianura, dall'una e dall'altra parte lungo il filone della valle, gli abitati disposti in due catene parallele, si succedono per un tratto di quasi dieci chilometri. Le accanite gloriosissime lotte che si combatterono sugli altipiani, apportarono la devastazione nella valle, i cui abitati si dovettero in parte ricostruire. Per questa ragione le abitazioni non corrispondono più che in parte alle forme tradizionali. Esse però sono sempre adattate alle necessità che derivano dalla coltura del tabacco la quale richiede ampî locali per il disseccamento delle foglie (a ogni coltivatore si affidano alcune o parecchie migliaia di piante). Nel solaio (se la quantità di foglia è piccola) o in apposite costruzioni accessorie dell'abitazione rurale, le foglie, dopo breve esposizione al sole, sono appese a seccare su lunghi bastoni disposti in file orizzontali che formano, in altezza, una serie di strati convenientemente distanti l'uno dall'altro. Il tabacco si raccoglie nella seconda metà di settembre e a febbraio o marzo i varî coltivatori lo consegnano al magazzino di Solagna che ne cura la spedizione alla manifattura. Le industrie della valle sono in via di ricostituzione: a Campese vi è una conceria, a Santo Nazario una fabbrica di ovatta e a Cismon una di seta artificiale. Né si devono dimenticare gl'impianti idroelettrici.
Bibl.: O. Brentari, Guida storico-alpina di Bassano, Sette Comuni, Canale di Brenta, Bassano 1885; L. De Marchi, Sull'idrografia carsica dei Sette Comuni, R. Magistrato alle acque, n. 22, Venezia 1911; A. Negri, Carta geologica della provincia di Vicenza pubbl. per cura della sezione di Vicenza del C. A. I., Vicenza 1901, con bibliografia geologica; A. Secco, Guida geologico-alpina di Bassano e dintorni, Bassano 1880.