OTRANTO, Canale di (A. T., 27-28-29)
Nell'Adriatico meridionale, tra la piatta, ma non bassa, costa della penisola salentina a occidente e quella più alta dell'Albania verso oriente, si apre il Canale di Otranto, che tra C. Otranto e C. Linguetta misura circa 70 chilometri di larghezza. Secondo alcuni autori esso costituisce il limite meridionale del Mare Adriatico, che per altri invece ha i suoi confini col Mar Ionio un poco più a sud. Il canale precipita con una terrazzatura uniforme sui due fianchi, e la sua profondità verso la parte centrale sta fra 700 e 1100 metri. Nonostante questa notevole profondità, esso costituisce una soglia abbastanza netta, che separa la conca dell'Adriatico meridionale dal bacino molto più profondo del Mar Ionio.
Le condizioni chimico-fisiche si collegano naturalmente con quelle dell'Adriatico (v. adriatico, mare), e la particolare struttura morfologica non dà luogo a peculiari condizioni nella distribuzione della temperatura e della salinità. Dalle ricerche eseguite, tanto per opera del Comitato talassografico italiano quanto per quella di studiosi austriaci nel periodo precedente alla guerra mondiale, risulta un'escursione termica annua di circa 10° (media invernale 14°, media estiva 23°,5) con valori di salinità piuttosto elevati (circa 38‰). Dalla superficie verso il fondo, dapprima si rileva un'omotermia (primi 20-30 metri), poi si riscontra un normale strato di salto, al disotto del quale la temperatura non è inferiore a 12°.
Anche la marea e le correnti sono state studiate; per la prima si nota la regolare successione nelle 24 ore, ma essa è alquanto ridotta in confronto alle oscillazioni che si verificano nella parte più settentrionale dell'Adriatico (massimo 1 m.). Le correnti si innestano su tutto il sistema circolatorio dell'Adriatico e sono rappresentate da due correnti litoranee di velocità ridotta (0,5 miglia orarie): una risale lungo le coste orientali, mentre l'altra dall'Adriatico va verso lo Ionio, lungo le coste occidentali. La presenza della soglia subacquea non sembra avere quindi grande importanza per le condizioni oceanografiche dell'Adriatico, prodotte da altre cause.
Bibl.: Portolano del Mediterraneo: Coste d'Italia e adiacenze, vol. V, 1928; Portolano delle coste d'Italia, fasc. 6, 1909; R. Com. talass. ital., Memorie, III (1911) e LV (1920) a cura di L. De Marchi e G. Feruglio.