PANAMÁ, Canale di (XXVI, p. 167; App. II, 11, p. 498; III, 11, p. 358)
Tra il 1959 e il 1975 le navi oceaniche transitate per il Canale sono passate da 9718 a 13.609, con un aumento del 40%. L'aumento è stato piuttosto regolare (lievi decrementi sono stati registrati nel 1963, nel 1969, nel 1972 e nel 1975); la punta massima è stata toccata nel 1974 con 14.033 navi. Nello stesso periodo il carico trasportato è salito da 51.153.096 a 140.101.000 t, con un aumento di ben il 173,9%, evidentemente dovuto soprattutto all'incremento del tonnellaggio medio delle navi; il carico maggiore si è avuto nel 1974.
Quanto alle bandiere, si è assistito a un notevole calo percentuale di quelle statunitense (dal 19,3% del 1960 all'8,1% del 1975), tedesco-occidentale (dal 12% al 5,6%), britannica e norvegese; figurano invece in aumento quelle giapponese e greca e le bandiere ombra del Panamá e della Liberia. Quest'ultima primeggia fra tutte dal 1969, e nel 1975 ha interessato il 14,3% delle navi.
Dal 1961 si è verificata un'inversione della prevalenza del traffico: in quell'anno la corrente dall'Atlantico al Pacifico - tradizionalmente minore, ma in aumento già dal 1959 - superò quella opposta; negli anni successivi essa è ancora aumentata, fino a raggiungere, nel 1970, il 64,5% del traffico totale; in seguito la sua incidenza è un po' diminuita, stabilizzandosi intorno al 58%. Il flusso dall'Atlantico al Pacifico si è accresciuto per l'ascesa delle importazioni di carbone e cereali statunitensi da parte del Giappone e di petrolio venezolano e cereali statunitensi da parte dei paesi sudamericani del versante pacifico. Il flusso dal Pacifico all'Atlantico è alimentato soprattutto da legname diretto alle coste atlantiche statunitensi (legname ordinario del Canada e degli Stati Uniti occidentali e legname pregiato dei paesi sudamericani del Pacifico), da prodotti agrari dell'Asia orientale diretti agli Stati Uniti e a paesi europei, da manufatti giapponesi, da minerali cileni e peruviani.
Nel complesso, come si può rilevare anche da quanto detto sulle variazioni della composizione del traffico per bandiera, il Canale interessa sempre più il Giappone e altri paesi del Pacifico, e il suo traffico aumenta in modo tale da farne prevedere prossima la saturazione. Dapprima gli Stati Uniti pensavano a un suo allargamento e ammodernamento, ma in seguito si sono orientati verso la costruzione di un secondo canale. Per questo secondo canale, che sarà a livello, sono stati elaborati diversi progetti, a cura di una commissione di studio statunitense insediata nel 1965; scartati per vari motivi i progetti relativi alla valle del Río san Juan (confine tra Nicaragua e Costa Rica), al Darién settentrionale (Panamá) e al Darién meridionale (Colombia), probabilmente il nuovo canale sarà scavato una quindicina di km a O del vecchio e circa 8 km a O della Zona del Canale.
Nella Zona del Canale la popolazione è salita, tra i censimenti 1960 e 1970, da 42.122 unità a 44.198, con un accrescimento medio annuo dello 0,9%. Nel 1975, secondo una stima, gli abitanti erano 46.000 (densità 27), per il 94% occupati nel settore terziario. Per il trattato relativo alla Zona del Canale, v. panamá: Storia.
Bibl.: P. Nodari, Il Canale di Panama: note di aggiornamento geografico, in La Geografia nelle Scuole, XVII, 4, 1971; K. C. Kearns, A Transisthmian Sea-level Canal for Central America: proposal and prospects, in Journal of geography, LXX, 43, 1971; J. P. Chardon, Le Canal de Panama et la zone caraïbe, in les Cahiers d'Outre-Mer, XXVI, 104, 1973; G. Lasserre, Les Amériques du Centre, Parigi 1974.