SUEZ, Canale di (XXXII, p. 958)
Al tempo della spedizione italiana in Etiopia, nel 1935 e nel 1936, si parlò di possibile chiusura del canale alle navi italiane. La questione della legalità di un simíle atto fu discussa in sede giuridica e diede occasione a molte pubblicazioni. Ma nel protocollo anglo-italiano del 16 aprile 1938 i due governi riaffermarono il loro proposito "di sempre rispettare ed uniformarsi alle disposizioni della convenzione firmata a Costantinopoli il 29 ottobre 1888, che garantisce in tutti i tempi e per tutte le potenze il libero uso del canale di Suez".
Durante la seconda Guerra mondiale il canale fu ripetutamente bombardato da aerei senza gravi conseguenze; le forze dell'Asse lo minacciarono da vicino al tempo dell'avanzata fino ad el-‛Alamein (1942).
Nei confronti dell'Egitto la questione del canale di Suez si riassume nell'aspirazione egiziana ad ottenere la completa sovranità su tutto il suo territorio e il ritiro totale delle truppe britanniche. Nel trattato del 26 agosto 1936 (art. 8) la Gran Bretagna si fece riconoscere il diritto di tenere truppe nella zona del canale per garantirne la difesa; dopo la guerra i negoziati per la revisione di quel trattato arrivarono a un accordo nelle questioni relative all'Egitto, ma non approdarono a una definizione soddisfacente in ciò che riguarda il Sudan; essendo rimasto inconclusivo il ricorso egiziano alle N. U. nel 1947, il trattato del 1936 è tuttora in vigore anche per quanto riguarda il canale di Suez.
La concessione fatta alla Compagnia del canale scade nel 1968 e l'Egitto ha già dichiarato che non intende rinnovarla. Da varî anni è in corso nell'opinione pubblica un movimento tendente a fare ribassare le tariffe in modo che il canale cessi di essere un'impresa di sfruttamento, per servire ai bisogni del traffico mondiale, coprendosi solo le spese di esercizio.
Il massimo movimento di navi attraverso il canale si ebbe nel 1937 con 37.491.332 t.; esso fu di 29.573.000 t. nel 1939 e ancor minore nel 1940 e negli anni della guerra. Nel 1946 è tornato a 32.731.631 t. La bandiera britannica ha il primo posto, seguita da quella statunitense. Nel 1937 gli introiti sono saliti a 6.754.567.862 franchi con un utile di 3.737.053.014 franchi.
Bibl.: G. Diena, Il canale di Suez e il Patto della Soc. delle Nazioni, in Atti del R. Ist. veneto, 1936-37; A. Giannini, Il regime giuridico del Canale di Suez, in Oriente Moderno, XV (1935), pp. 297-307; B. Aglietti, Il canale di Suez e i rapporti anglo-egiziani, Firenze 1939; E. Anchieri, Il Canale di Suez, Milano 1939; id., Suez, Roma 1939; A. Monti, Gl'Italiani e il Canale di Suez, Milano 1937; A. Sammarco, Suez. Storia e problemi, ivi 1943.