canale
canale [Der. del lat. canalis, da canna "canna"] [LSF] In senso proprio, sede di scorrimento, naturale oppure artificiale, di acqua o di un altro liquido; per estensione, solco, scanalatura in genere e, per traslato, dispositivo o mezzo su cui sia possibile avviare segnali (c. di segnali) e, generic., energia o informazioni di vario tipo (c. di trasmissione: v. oltre); per ulteriore estensione di quest'ultimo signif., il processo, o la catena di processi, che regolano l'interazione tra particelle (per es., c. elastico nelle reazioni nucleari) o che portano da una particella ad altre particelle (per es., c. di decadimento). ◆ [ELT] [INF] (a) Nella tecnica dei calcolatori elettronici, organo per la trasmissione di informazioni tra unità. (b) Astrattamente, il modello matematico assunto per rappresentare un canale reale. ◆ [MCQ] C. coulombiano: nell'annichilazione, v. elettrodinamica quantistica: II 303 e. ◆ [BFS] C. del calcio: v. oltre: C. in neurobiofisica. ◆ [ELT] C. di segnale: nella trasmissione di segnali sotto forma di tensioni o correnti elettriche variabili nel tempo, l'intervallo di frequenze occupato da un segnale, definito dalla larghezza e dalla frequenza centrale; queste due grandezze variano ampiamente a seconda della natura delle informazioni affidate ai segnali, in genere aumentando rapidamente con la complessità dell'informazione trasmessa: così, si va da pochi Hz per segnali telegrafici sino a qualche MHz per la larghezza e a centinaia di MHz per le frequenze centrali di segnali radiotelevisivi. Spesso più c., e in certi casi moltissimi c., sono sistemati o, come si dice, allocati su un medesimo mezzo fisico, per es., su un medesimo cavo o una medesima onda radio, con partic. tecniche di spostamento delle frequenze centrali di ogni c. allocato, per le quali (tecniche di multiplazione e modulazione) v., per es., segnali telefonici: V 116 c. ◆ [ELT] C. di trasmissione: (a) il mezzo fisico (cavo conduttore, fibra ottica, onda radio, ecc.) mediante il quale energia (in partic., di segnali d'informazione) è trasmessa da un punto a un altro (v. trasmissione di segnali su mezzi fisici); (b) lo stesso che c. di segnale (v. sopra). ◆ [MCC] C. elastico: (a) l'intervallo dell'entità di una sollecitazione imposta a un corpo entro il quale quest'ultimo ha un comportamento elastico; (b) relativ. a urti, l'intervallo dei parametri dell'urto entro il quale la collisione è elastica; in partic., relativ. a reazioni nucleari, modalità di interazione elastica in un processo di diffusione (v. reazioni nucleari: IV 758 b). ◆ [ELT] [ACS] C. elettroacustico: l'insieme degli organi che permettono una trasduzione elettroacustica completa, per es. costituito da un fonorivelatore di dischi, un amplificatore e un altoparlante; è detto a più c. un sistema formato da più c. elettroacustici, per es. un riproduttore stereofonico nel quale sono separati il c. di sinistra e il c. di destra (per i suoni registrati rispettiv. da sinistra e da destra rispetto all'orchestra): v. suono: V 707 c. ◆ [BFS] C. in neurobiofisica o c. ionici (A, K+, L, N, T, ecc.): proteine specializzate che formano pori acquosi attraverso la membrana cellulare atti a consentire il passaggio di ioni inorganici: v. neurobiofisica: IV 145 b. ◆ [FME] C. semicircolare: parte del labirinto vestibolare che opera come sensore delle rotazioni del capo: v. equilibrio, senso dell': II 483 f. ◆ [INF] [ELT] C. simmetrico binario: v. informazione, teoria dell': III 201 f. ◆ [FAT] Raggi c.: fasci di ioni positivi che s'ottengono forando con un c. il catodo di un tubo a scarica a bassa pressione (²10-2 Pa): → raggio.