CANALEJAS y MENÉNDEZ, José
Uomo politico, giurista e letterato spagnolo, nato al Ferrol (Galizia) il 31 luglio 1854, assassinato a Madrid il 12 novembre 1912. A diciott'anni si laureò in diritto, filosofia e lettere. Nominato segretario generale della Compagnia delle ferrovie da Madrid a Ciudad-Rodrigo e Badajoz, delle quali il padre era direttore, continuò a occuparsi di letteratura e di giornalismo, e divenne più tardi direttore del quotidiano El Heraldo de Madrid. Professò idee ultrademocratiche, accostandosi per alcun tempo ai repubblicani, dai quali si separò poi, ascrivendosi al partito liberale. Fu eletto deputato nel 1871. Nel 1883 fu sottosegretario di stato alla Presidenza del consiglio; nel 1888 ministro del Fomento (Agricoltura, industria e commercio). Pubblicò in quello stesso periodo il suo importante Derecho parlamentario comparado. Nel 1894 fu ministro delle Finanze. Fu di nuovo ministro nel 1902. Dimessosi per divergenze sulla politica ecclesiastica, assunse un atteggiamento radicale che accrebbe la sua popolarità. Sotto i ministeri liberali degli anni 1905 e 1906 egli tenne la presidenza della Camera. Nel febbraio 1910, alla caduta del ministero Moret, fu chiamato a formare il nuovo gabinetto. Il ministero da lui presieduto, e che durò fino alla sua morte, elaborò importanti riforme legislative, come quella delle imposte sui consumi e sull'insegnamento. Fece approvare la legge sul servizio militare obbligatorio, risolse la lunga vertenza con la Francia per le questioni marocchine. Il C. fu un insigne esempio di quella genialità enciclopedica e di quella flessibilità d'ingegno caratteristiche degli uomini politici del suo paese; onde egli fu a un tempo economista, letterato, giornalista, professore e giuriconsulto. Fu oratore di grandissima efficacia.