CANALES DE VEGA, Antonio
Nato a Cagliari alla fine del sec. XVI, studiò diritto a Sassari e a Pisa, dove si laureò. Esercitò l'avvocatura a Cagliari. Nel 1626 fu chiamato a ricoprire l'incarico di lettore di diritto romano nell'università cagliaritana per interessamento di Giovanni Dexart. In qualità di avvocato dello Stamento ecclesiastico, partecipò al Parlamento convocato dal viceré Girolamo Pimentel, marchese di Vajona, nel 1631. Dai Discursos yApuntamientos, raccolti e pubblicati in Cagliari nello stesso anno, appare chiaro l'intendimento politico del C.: obbligo per i vassalli di contribuire con tutte le proprie sostanze alle spese del Regno, né a questo può sottrarsi lo Stamento ecclesiastico in quanto "primer Braço del cuerpo mistico de nuestro Rejno".
I Discursos non rivelano particolari doti politiche del C.: maggiore importanza rivestono quelle parti in cui si suggeriscono proposte dirette a favorire l'incremento della agricoltura con laistituzione di fondi pubblici e, nel campo della giurisprudenza criminale, con la creazione nella Reale Udienza di un corpo di giuristi esperti in materie criminali. Zeppi di citazioni di autori greci e latini, i Discursos ripetono uno dei motivi ricorrenti della letteratura controriformistica nell'appello continuo a un possibile intervento divino punitore con malattie e pestilenze in caso di mancato adempimento degli obblighi di vassallaggio.
In occasione della invasione della città di Oristano da parte dell'armata francese comandata dall'arcivescovo di Bordeaux e dal conte di Harcourt, il C. narrò fedelmente gli avvenimenti (Invasion de la armada francesa, Caller 1637) con abbondanza di citazioni di passi di storici latini e greci: il tutto per paragonare ed elevare le azioni compiute dai Sardi e dagli Spagnoli alla esemplarità delle azioni dei Romani e quelle compiute dai Francesi, invece, alla barbarie dei luterani e dei calvinisti.
Nell'attività dispiegata come assessore del tribunale del patrimonio regio e poi come giudice della Reale Udienza, il C. mise a frutto la sua vasta e ampia conoscenza del diritto e della esperienza forense acquisita negli anni in cui esercitava l'avvocatura.
La trattazione delle varie cause e i responsi dati in qualità di giudice della Reale Udienza, pubblicati in Allegazioni, Consulti, Cagliari 1628-1631, non si discostano da uno schema fisso articolantesi sempre nella chiara esposizione dell'argomento oggetto della causa e nella linearità e semplicità della chiarificazione giuridica sia in tema di rapporti matrimoniali e dotali, sia soprattutto nella trattazione di questioni attinenti rapporti e contestazioni in tema di privilegi e diritti feudali in una chiara prospettiva di difesa delle prerogative regie. In questi consulti il C. dimostra capacità non comune di pervenire con chiarezza e semplicità, arricchita dal sicuro possesso del diritto romano, alla individuazione precisa della controversia e di chiarirla in tutti i suoi molteplici aspetti in uno stile sempre lucido e non mai appesantito da citazioni inopportune.
Il C. morì a Cagliari nel 1659.
Bibl.: G. S. Pintor, St. lett. di Sardegna, IV, Cagliari 1843, p. 229; P. Martini, Biogr. sarda, I, Cagliari 1837, pp. 216-222; P. Tola, Diz. biogr. degli uomini illustri di Sardegna, I, Torino 1837, pp. 161 ss.; A. Palau y Dulcet, Manual del librero hispano-americano, II, Barcelona 1924, p. 34.