CANAVAS (Canavasso, Canavaz, Canevaz)
Famiglia di strumentisti e compositori d'origine piemontese, alcuni dei quali operarono in Francia tra la prima e la seconda metà del sec. XVIII, altri alla corte di Torino. Il primo membro conosciuto di questa famiglia, della quale peraltro si hanno spesso notizie scarse e imprecise, è Alessandro, attivo come violoncellista e presente a Parigi verso il 1735. Indicato dal Fétis come fratello maggiore di Giuseppe (detto il Giovane), e dal Riemann come fratello, sia di Giuseppe il Giovane sia di Giovanni Battista (detto il Vecchio), che operarono a Parigi nello stesso periodo di Alessandro, viene segnalato, sempre dal Riemann, come operante a Napoli nel 1795 insieme con la moglie, la cantante Genoveffa Garnier. È dubbio comunque che si tratti della stessa persona. Si conoscono della sua attività di compositore le seguenti opere: Sonate per violoncello (Parigi 1733), Sonate per violino e basso continuo, 2 Sonate per violino, viola, violoncello e basso continuo.
Non del tutto chiara risulta l'appartenenza alla famiglia di Giovanni Battista (Jean Baptiste), detto il Vecchio, nato a Torino il 25 marzo1713, il quale si recò nel 1730 a Chambéry, ove forse conobbe J.-J. Rousseau. Suonò più volte nel palazzo di madame de Warens e fu molto apprezzato per la sua abilità virtuosistica. Attivo come violoncellista e compositore, dal 1732 si stabilì a Parigi con il fratello Giuseppe (si legge tuttavia nel Honneger che la sua attività parigina avrebbe avuto inizio nel 1742) e certamente fece parte di un gruppo, di musicisti italiani che si trasferirono a Parigi nella prima metà del sec. XVIII. Nominato musico di camera del re nel 1745, dal 1746 entrò a far parte dei "24 violons du roi". Morì a Parigi il 7 marzo 1784. Una litografia del 1780 riproducente un suo ritratto è conservata nella Biblioteca nazionale di Parigi. Delle sue composizioni, pubblicate a Parigi, si ricordano: Sixsonates pour le violoncelle (1767) e Sonates pour le violoncelle avec la basse continue, op. 2 (1773).
Notizie più precise si hanno sul fratello Giuseppe il Giovane (Joseph le Cadet), nato a Torino nel 1714 circa e stabilitosi a Parigi verso il 1735. Nel 1739 gli venne accordato dal re un privilegio generale della durata di nove anni per "six sonates à violon seul et basse avec suite de menuets italiens". Dal 1739 al 1741 fu direttore dei concerti domenicali organizzati da Vittorio Amedeo di Savoia, principe di Carignano, ispettore dell'Opéra, e subito dopo entrò a far parte dell'orchestra del Concert spirituel, ove rimase fino al 1762. Nel 1749 fu probabilmente solista nell'orchestra di J. de La Pouplinière, quindi dal 1756 violinista dei concerti della regina, musico di camera del re e, dal 1763 al 1767, membro dell'orchestra dell'Opéra, dapprima come soprannumerario (1765), poi come titolare (1766). Fu inoltre socio e presidente della Société académique des enfants d'Apolion. Considerato con G. B. Somis, G. P. Guignone e F. Geminiani uno dei violinisti che più influirono sulla scuola francese, il Mercure de France (maggio 1752, pp. 177 ss. e gennaio 1754, p. 199, citato da La Laurencie) definisce il suo modo di suonare elegante e di gusto. Nel 1758 eseguì come solista la Primavera di Vivaldi e sempre il Mercure de France (gennaio 1759, p. 193) afferma che, in tale occasione, "sona avec toute la delicatesse et l'impression dont ce morceau de peinture est susceptible". Molto stimato nella capitale francese per la sua abilità di esecutore, prese parte con il fratello Giovanni Battista alle riunioni musicali organizzate nel salotto di m.lle Duhallay, alle quali intervenivano i più celebri musicisti italiani. Tra le sue composizioni si ricordano: Sei Sonate a violino e basso ossia cembalo, op. 1 (Urbino s. d. e Parigi 1739); Sonates à violon seul et violoncelle, op. 2 (Paris 1763); Symphonie à trois violons obligés, deux hautbois, deux cors, viole et basse (ibid. 1763); Sonata a violino solo, alto viola o cimbalo (ibid. 1767); una sinfonia in re maggiore in manoscritto e la cantata IlSogno. Le due raccolte di sonate apparse con un intervallo di 25 anni presentano nella loro tematica una grande differenza di stile. Nella prima raccolta la melodia si fa ricca di elaborate e stravaganti figurazioni secondo uno stile musicale che ha il suo perno in J. M. Leclair e nei suoi seguaci, nella seconda si rivela l'influsso del grande movimento sinfonico sviluppatosi verso il 1750: grande infatti è l'influenza della scuola di Mannheim. Lo stile è più semplice e limpido, e la melodia si espande liberamente attraverso grandi movimenti ritmici e tonali.
Alla famiglia appartennero probabilmente anche Carlo, attivo come oboista nella cappella di corte di Torino dal 1783 al 1785, e Carlo Maria, anch'egli corno da caccia, nell'orchestra della cappella di corte di Torino verso il 1778, ove sembra abbia prestato servizio fino al 1814 (Roberti). È tuttavia possibile che Carlo e Carlo Maria siano la stessa persona. Si ricorda ancora Filippo, violinista attivo a Torino verso il 1740, che insieme a Marco Antonio risulta tra i "musici" della cappella di corte (Arch. di Stato di Torino, Sez. Riunite, tesi gener., R.C. art. 717, Torino 1725). Dubbi appaiono i legami di parentela con la famiglia di Giovan Paolo, che dal 1778 al 1784 fu cantante alla corte di Torino, e altrettanto incerta si presenta la figura di Giuseppe (il Vecchio), che La Laurencie cita in un elenco di "Maîtres de violon" operanti a Parigi nel 1759. D'altra parte anche Giuseppe (il Giovane) risulta nel 1757 a Parigi come professore di violino. È probabile si tratti della stessa persona e del resto anche il Capri parla di un Giuseppe il Vecchio (1728-1800) addetto al servizio del principe di Carignano, servizio al quale era peraltro addetto anche Giuseppe il Giovane.
Maggiori notizie si hanno su Vittorio Amedeo (di cui è accertata l'appartenenza alla famiglia C.), che era attivo come compositore e strumentista (oboe basso) nell'orchestra di corte di Torino dal 1770 al 1814, e dal 1776 insegnante di corno alla scuola di musica per militari e direttore della banda reale. Fu autore della musica di numerosi balletti (circa 90) fatti rappresentare al teatro Regio di Torino dal 1777 al 1789 e nel carnevale 1798, con coreografia di Sébastian Gallet, Antonio e Federico Terrade, Domenico Ricciardi e Paolo Franchi (l'elenco completo è in Enciclopedia dello Spettacolo, II, coll. 1627 s.).
Nel 1784 fece rappresentare alla Scala di Milano i balli Lafilosofia delle donne e L'innocenza scoperta, con coreografie di F. Beretti oltre, probabilmente, ai balli Il Ratto delle Sabine, Il Maniscalco francese, Il Popolo babilonese che rende omaggio a Ninia (con coreografie di S. Gallet).
Alla famiglia appartenne anche Paolo, attivo come compositore, violinista e corno da caccia a Torino nel 1739, poi in servizio nell'orchestra della cappella reale di Torino dal 1745 al 1785 come primo dei secondi violini. Nel 1758 fece rappresentare al teatro Regio di Torino tre suoi balletti (Il Re pastore, Aci e Galatea, Atalante e Ippomane). Nella biblioteca del conservatorio di S. Cecilia in Roma si conserva in manoscritto la musica dei tre balli inseriti nella Nitteti di I. Holzbauer (coreografie di Le Comte Alloard). Non accertati i legami di parentela di Marc'Antonio, presente a Torino nel 1699 e attivo come violinista nell'orchestra di corte, e di Marc'Aurelio, secondo violino nell'orchestra della cappella reale di Torino tra il 1745 e il 1785. Di un altro membro della famiglia, Paolo, sappiamo che all'età di settant'anni abitava con il figlio Marc'Antonio di trent'anni nel "Cantone S. Aventino" nella "casa Canavaza" (Arch. di Stato di Torino, Sezioni Riunite, art. 530, Consegnamento di Torino 1705). Il Fétis cita un Paolo violoncellista a Pietroburgo nel 1773. L'Eitner cita ancora un Paolo, violinista, attivo a Torino il 9 marzo 1745.
Bibl.: G. Roberti, La Cappella regia di Torino, Torino 1880, p. 265; E. Bertolotti, G. Pugnani e altri musici alla corte di Torino nel sec. XVIII (estratto dalla Gazz. musicale di Milano), Milano 1891, p. 43; G. Sacerdote, IlTeatro Regio di Torino, cronologia degli spettacoli rappresentati dal 1662 al 1891, Torino 1892, p. 180; G. Cucuel, La Pouplinière et la musique de chambre au dix-huitième siècle, Paris 1913, pp. 336 ss., 345; Id., Les createurs de l'opéra Comique français, Paris 1914, p. 227; L. de La Laurencie, L'Ecole française de violon (de Lully à Viotti), II, Paris 1924, pp. 91-97; A. Capri, IlSettecento musicale in Europa, Milano 1936, p. 341; E. M. von Tschinky-Troxler, G.Pugnani, Berlino 1939, pp. 33 ss.; B. S. Brook, La symphonie française dans la seconde moitié du XVIII siècle, III, Paris 1962, p. 312; C. Gatti, Il Teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963)..., a cura di G. Tintori, Milano 1964, p. 149; M.-Th. Bouquet, Musique et musiciens à Turin de 1648 à 1775, in Mem. dell'Accad. delle scienze di Torino, s. 4, V (1968), 17, pp. 21, 159-61; M. Benoit, Versailles et les musiciens du Roi. 1661-1733, Paris 1971, p. 281; F. J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, II, Paris 1871, p. 171; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, pp. 304 ss.; E. Borrel, Famiglia C., in Die Musik in Gesch. und Gegenwart, II (1952), coll. 741 s.; Encycl. de la Musique Fasquelle, I, Paris 1958, p. 480; E. Zanetti, V. A. C., in Enc. d. Spett., II, coll. 1627 s.; Enciclopedia della Musica Ricordi, I, Milano 1963, pp. 378 ss.; La musica, Diz., I, Torino 1968, p. 336; M. Honneger, Dict. de musique, Paris 1970, p. 173; Riemanns Musik-Lexikon, I, Mainz 1972, p. 273; Suppl., I, ibid. 1972, p. 186.