CANCELLO
Struttura di vari elementi di metallo o di legno disposta a chiusura manovrabile di un varco o in una recinzione. La maggior parte dei c. artisticamente rilevanti di epoca medievale si conserva all'interno di edifici religiosi, dove venivano utilizzati per separare zone particolarmente importanti dal punto di vista liturgico, come il coro o le cappelle private, dalle aree destinate ai fedeli, permettendo nel contempo a questi ultimi la visione del reliquiario o dell'altare; nel Tardo Medioevo essi furono inoltre usati come recinzioni di tombe private. Nei paesi protestanti molti degli antichi c. vennero eliminati in seguito ai cambiamenti liturgici introdotti con la Riforma; nelle nazioni cattoliche invece se ne conservano ancora numerosi esemplari.È noto che Carlo Magno commissionò magnifici c. e ringhiere di bronzo, eseguiti intorno all'800 sulla base di prototipi classici e utilizzati come balaustrate della galleria della tribuna nella Cappella Palatina di Aquisgrana. Esempi in bronzo di simile qualità si ritrovano solo alla fine del Medioevo, come nel caso dei c. a traforo o delle porte di accesso alla cappella di Enrico VII nell'abbazia di Westminster a Londra (1515 ca.).I c. medievali conservati sono per lo più eseguiti in ferro battuto e la maggioranza mostra una sorprendentemente limitata varietà di motivi decorativi. I più antichi c. in ferro, databili ai secc. 12° e 13°, sono composti da singole volute di piccole dimensioni unite mediante fascette tra loro e alle barre di sostegno; il motivo più semplice è costituito da due volute a forma di C, l'una diritta, l'altra rovesciata, raccordate tra loro nel lato convesso, come si trova a partire dal terzo decennio del sec. 12° nella cattedrale di Canterbury e intorno al 1200 nella cattedrale di Lincoln. Molte varianti di questa tipologia decorativa si conservano nelle regioni centrali della Francia - per es. a Billom, Conques, Gannat e nella cattedrale di Le Puy - dove compaiono motivi a forma di C, S, Y ed E; esemplari realizzati con una tecnica molto simile si trovano anche in Spagna, nella cappella di Santa Cruz della cattedrale di Pamplona, nella cappella del Sagrario della cattedrale di Palencia e a Nuestra Señora del Mercado a León. Il c. della chiesa di San Vicente ad Ávila presenta gruppi di volute di piccole dimensioni collegati a volute in forma di C; un motivo analogo è utilizzato nella cattedrale inglese di Winchester. Dato che nel Medioevo il ferro spagnolo era esportato in Inghilterra, è possibile che i motivi decorativi abbiano seguito lo stesso percorso delle materie prime. Un esempio squisito di lavorazione a volute multiple, proveniente dall'abbazia di Ourscamps in Piccardia, è oggi conservato a Rouen (Mus. Le Secq des Tournelles).Nel sec. 13° i maestri ferrai inglesi e dell'Ile-de-France cominciarono a produrre motivi a stampo ottenuti con l'uso di matrici. Attraverso questa tecnica, tipica degli orafi e dei monetieri, essi giunsero a creare motivi floreali e vegetali basati sulla precisa ripetizione di elementi. Ciò richiedeva una notevole abilità manuale da parte del fabbro e pertanto i c. così eseguiti risultano generalmente di alta qualità. Notevoli esemplari dell'inizio del sec. 13° sono conservati nell'abbazia di Saint-Denis, nella cattedrale di Beauvais, a Saint-Germer-de-Fly e a Parigi (Mus. Carnavalet; Mus. de Cluny); un esemplare inglese con motivi a quadrifoglio, proveniente dalla cattedrale di Chichester, è oggi custodito a Londra (Vict. and Alb. Mus.). Nella galleria della tribuna della cattedrale di Reims sono conservati numerosi c. in ferro battuto, provenienti probabilmente dal coro. Il miglior esemplare inglese di volute eseguite a stampo, opera di Tommaso di Leighton (1294), è costituito dalla cancellata disposta intorno alla tomba della regina Eleonora nell'abbazia di Westminster a Londra.In Italia centrale si ricordano alla fine del sec. 13° recinzioni metalliche a monumenti funebri, come la ferrea cratis che cingeva il sacello di Bonifacio VIII in S. Pietro a Roma, eseguito da Arnolfo di Cambio tra il 1295 e il 1296 (Romanini, 1990), o le analoghe grate documentate intorno a quello del cardinale Odo di Châteauroux (m. nel 1273) in S. Domenico a Orvieto, modello al quale lo stesso Arnolfo si ispirò per la realizzazione del vicino monumento del cardinale Guglielmo de Braye (m. nel 1282; Pitra, 1888).Nel sec. 14° si verificò un cambiamento nelle soluzioni ornamentali dei c.: la decorazione degli elementi in ferro perse la sua caratteristica di elegante dinamismo e vennero introdotti motivi più rigidamente geometrici, basati sul quadrato, sul quadrifoglio e sull'esagono, alcuni dei quali poterono essere influenzati dagli astratti motivi geometrici in uso nelle regioni islamiche. Anche le tecniche di lavorazione mutarono poiché i maestri ferrai tentarono di ottenere prodotti di maggiore precisione emulando i motivi a tracery dei falegnami e degli scalpellini, adottando incastri a mortasa e tenone, utilizzando perni e chiodi invece della saldatura. Un primo esempio dell'impiego di tali motivi e soluzioni tecniche è costituito dalle porte in forma di grate di esagoni regolari commissionate per la cattedrale di Canterbury dal priore Eastry nel 1303; un altro esempio precoce di questa tipologia, eseguito però in ferro dorato, è conservato nella basilica di S. Marco a Venezia. C. con motivi a quadrifoglio si trovano anche nelle arche scaligere di Verona (1380), nel battistero della cattedrale di Prato, eseguito nel 1384 da Giovanni di Cristoforo, nella cappella Rinuccini in Santa Croce (1371) e in Santa Trinita a Firenze (inizio sec. 15°) e, successivamente, nella cappella del Palazzo Pubblico di Siena, quest'ultimo opera di Giacomo e Giovanni di Vita (1445 ca.). Nella cappella della Sacra Cintola nella cattedrale di Prato le cancellate, opera di Maso di Bartolomeo e Pasquino di Matteo da Montepulciano (1438-1467), sono realizzate con ordini di cerchi contenenti elementi quadrilobati e posti tra barre verticali forgiate. All'influsso italiano debbono essere ricondotti anche i c. con motivi a quadrifoglio che compaiono in altre regioni europee: un pregevole esempio con quadrifogli e rosette a stampo si conservava a Langeac, in Alvernia, mentre un altro è custodito a Rouen (Mus. des Antiquités).Nell'area scandinava la produzione in ferro battuto di epoca medievale presenta motivi figurativi ritagliati in lamiera di ferro. Tale tecnica venne usata estesamente nei magnifici c. figurati - costituiti da grate di quadrati aperti, riempiti con motivi araldici, animali, grottesche e lettere - della cattedrale di Strängnäs, in Svezia, e delle cappelle Kijk e Tavast nel duomo di Turku, in Finlandia, l'ultimo dei quali reca un'iscrizione che riporta la data (1425) e il nome del committente, il vescovo Olai Tavast; tutti i c. di questo gruppo, che appaiono in stretta relazione tra loro sia per tipologia della decorazione sia per tecnica esecutiva, risalgono quindi probabilmente agli inizi del 15° secolo. Elementi figurati ritagliati da lastre di ferro, sia pure in scala assai minore, si trovano a partire dal 1400 ca. nella Germania settentrionale, dove i c. sono comunque ancora basati sul modulo delle due volute in forma di C affrontate dal lato convesso, ma con piccole foglie o figurine di animali disposte alle estremità di ogni voluta: esempi di questo tipo si trovano a Lüneburg e nella cripta del duomo di Hildesheim. Motivi vegetali ritagliati sono utilizzati anche nel coronamento del citato c. di Siena e di quelli di Snarford (Londra, Vict. and Alb. Mus.) e della cappella di Farleigh Hungerford Castle, nel Somerset.Sul finire del Medioevo i motivi decorativi esuberanti vennero sostituiti da severe ringhiere verticali o da altri motivi a traforo rigorosamente geometrici. Elementi a traforo, ben proporzionati e di dimensioni ridotte, sono utilizzati nei citati c. della cappella Rinuccini. In Inghilterra si conserva una notevole serie di recinzioni tombali del sec. 15°, costituite da barre verticali che sorreggono elementi forgiati e coronamenti ornamentali di diversi tipi: per es. quella delle tombe del Principe Nero, di Enrico IV e degli arcivescovi Courtenay e Chichele, realizzate intorno al 1426 nella cattedrale di Canterbury. Esemplari ancora più elaborati sono disposti attorno alla tomba Beckynton, nella cattedrale di Wells, e alla tomba Hungerford, a Farleigh Hungerford Castle.In Spagna l'impiego di massicci c. verticali (rejas) divenne un carattere dominante in gran parte delle chiese principali: se ne conservano esempi nella cattedrale di Barcellona (1517), nella chiesa di San Pablo a Palencia, nella Capilla Major di Pamplona, nella chiesa di San Pablo a Saragozza e inoltre a León, Burgos e Toledo.Tipica del sec. 15° è la produzione di delicati motivi tridimensionali a traforo posti a decorare piccoli oggetti in ferro, quali placche da serratura, spioncini e cofanetti. Due notevoli esemplari di produzione inglese mostrano l'applicazione su scala monumentale di questa tecnica: si tratta del c. posto a chiudere l'entrata alla cappella di Enrico V nell'abbazia di Westminster e di quelli, eseguiti da John Tresilian tra il 1477 e il 1483 ca., per la tomba di Edoardo IV al castello di Windsor. In questi casi viene raggiunto un effetto particolare raccordando con rivetti e chiodi una quantità di motivi differenti: elementi modanati, traforati, a crochets, a quadrifoglio e a merlature.Esistono indizi per affermare che i c. che appaiono oggi scuri o neri dovevano essere originariamente dipinti a colori vivaci: il c. della cattedrale di Chichester presenta per es. tracce di rosso, i c. di Edoardo IV erano certamente dorati e, in linea di massima, gli emblemi araldici erano dipinti a colori.
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