Candido di Fulda (di nome Bruun, che muto in Candidus)
(di nome Bruun, che mutò in Candidus) Teologo, artista, agiografo (n. seconda metà del sec. 8° - m. 845). Fu discepolo di Rabano Mauro cui successe (822) nella direzione della scuola di Fulda. Oltre a diversi scritti agiografici in prosa e versi, ci restano di lui alcuni frammenti di opere filosofiche e teologiche raccolti sotto il titolo di Dicta Candidi (ma non tutti sembrano potersi attribuire a C.). Essi mostrano un evidente influsso dell’agostinismo, specialmente nelle speculazioni sull’anima immagine della Trinità, sulle attività dell’anima e sul conoscere; interessante è il dictum XII (forse sunto di un più ampio scritto) perché vuole fornire una prova dialettica dell’esistenza di Dio dall’ordine gerarchico degli esseri che richiede al suo vertice un assoluto essere onnipotente: è un adattamento dell’argomento platonico per la dimostrazione della realtà assoluta delle idee. C. – che non va confuso con il sassone Wizo chiamato Candidus nella scuola palatina – fu anche valente pittore.