CANEFORA (κανηϕόρος, canephŏra)
Nome che indicava le fanciulle che nelle processioni e nei riti sacri della Grecia classica recavano sul capo i canestri (κανᾶ) contenenti oggetti del culto e offerte. Scene processionali si trovano talora nella ceramica a figure nere e canefore isolate sono rappresentate nelle lèkythoi attiche con scene di riti funerari.
A Policleto (Cic., Verr., iv, 3) e Skopas (Plin., Nat. hist., xxxvi, 5) si attribuivano statue per sé stanti di canefore, le prime del genere a quanto ci è dato sapere. Da opere di tale tipo trassero origine le riprese del motivo nell'arte neo-attica. Non possediamo tuttavia copie dirette degli originali dei ricordati maestri.
Già prima della creazione del tipo autonomo si aveva l'applicazione di figure di canefore in funzione architettonica in costruzioni piccole e particolarmente ricche. L'applicazione sembra introdotta dapprima dagli artisti ionici e derivata dall'uso frequente di figure-sostegno nell'architettura egizia e in quella orientale (v. cariatide).