CANNATELLO
Località situata a pochi km a SE di Agrigento; archeologicamente si identifica con una bassa collinetta subcostiera, solcata dal corso dell'omonimo torrente.
Essa è entrata significativamente nella letteratura della preistoria siciliana ai primi del nostro secolo, allorché Angelo Mosso sulle orme di un precedente ritrovamento di bronzi effettuò uno scavo, prontamente pubblicato, che portò alla scoperta dei resti di un villaggio del Medio Bronzo con capanne di forma quadrangolare e circolare all'interno di un'area selciata.
Dei materiali dello scavo (ceramica della cultura di Thapsos e un frammento miceneo) non risulta traccia nei musei, mentre si conservano oggi nel Museo Regionale di Agrigento i bronzi rinvenuti dal Rizzo e consegnati a suo tempo al Museo di Siracusa.
La Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento ha recentemente ripreso (1989-1991) l'indagine, con un piano di ricerca sistematica, intesa a recuperare le superstiti vestigia del villaggio, in un territorio che, a tanti anni di distanza, si presenta notevolmente modificato e comromesso dai lavori agricoli e dall'edilizia invadente.
È stato messo in luce un lembo del villaggio, in cui risulta una capanna rettangolare aperta a S con un piccolo atrio o portichetto, muri a secco a doppio paramento in tecnica simile a quella documentata a Thapsos; all'esterno tracce di pavimentazione e acciottolato, e piattaforme circolari in pietra.
Nel contesto con tali strutture è stata raccolta una notevole quantità di vasi frammentati, sia della cultura di Thapsos che di importazione micenea.
I vasi della cultura di Thapsos sono scodelloni e coppe su piede con decorazione a rilievo, tazze attingitoio, pissidi e ollette globulari.
È soprattutto la cospicua ceramica micenea che conferisce al villaggio del Medio-Tardo Bronzo di C. una particolare collocazione nel quadro delle presenze egee in Sicilia e nel quadro delle rotte mediterranee e dei rapporti tra l'ambiente egeo e l'Occidente. Tra i numerosi frammenti si riconoscono l'anfora a staffa con il motivo del polipo, la brocca con linee ondulate, l'anfora con bande a spirali, bande, linee e archetti contrapposti, con motivo a chevrons e wavy border sotto la spalla; il cratere con motivo di pannello a triglifo, le coppe, le kỳlikes.
Si tratta di ceramica micenea classificabile tra il Tardo Elladico III A2 e il III Β; la sua provenienza è da accertare con analisi di laboratorio, anche se diversi elementi ci portano a Cipro, sia per il richiamo insistente a forme e motivi decorativi della ceramica micenea di quel periodo presente a Cipro (Enkomi, Kition, ecc.), sia per la presenza di vasi tipici della produzione cipriota (tazza emisferica con orlo ricurvo all'interno e decorazione a fasce brune verticali, grande contenitore decorato con striature a rilievo orizzontali e curvilinee; ceramica buccheroide strigliata e incisa tipo «Base Ring II»), sia soprattutto per la presenza di anse di anfore con segni tipici della scrittura così detta cipro-minoica.
Prende, pertanto, consistenza la caratterizzazione della provenienza cipriota degli apporti egei agli insediamenti micenei dell'Isola (da Thapsos a Milena, a C.).
L'insediamento di C. si colloca come «emporio» nella rotta micenea che nel XIII sec. collega Cipro all'occidente sardo, dove la ceramica micenea rinvenuta ad Antigori ha rivelato alle analisi di laboratorio, in buona parte, provenienza cipriota.
Bibl.: G. E. Rizzo, II villaggio di Cannatello, in BPI, XXIII, 1897, pp. 106-113; A. Mosso, Villaggi preistorici di Calciare e Cannatello presso Girgenti, in MonAnt, XVIII, 1907, cc. 610-684; E. De Miro, Recenti ritrovamenti micenei nell'Agrigentino, in Atti II Convegno Internazionale di Micenologia, Roma-Napoli 1991, in corso di stampa; D. De Orsola, Il villaggio del Medio Bronzo di Cannatello presso Agrigento, ibid., in corso di stampa.