CANNUCCIA (fr. roseau commun, jonc à balai; sp. carrizo, cañete; ted. Teichrohr, Ried; ingl. water-reed)
Nome italiano della Phragmites vulgaris (Lam.) E. F. Meyer (dal gr. ϕράγμα "siepe", perché usata a far siepi: già Plinio, XXXII, 52, chiamava phragmites questa pianta). Graminacea della tribù Festucee. Frutice assai comune presso le rive degli stagni, laghi e corsi d'acqua in tutta l'Italia e in quasi tutto il mondo. Ha rizoma strisciante talora lunghissimo; cauli cilindrici legnosi in basso con internodî vuoti, avvolti da guaine più brevi di essi; lamine fogliari lunghe fino a 50 cm., larghe 1-3 cm., piane, di colore verde cinereo, senza linguetta; pannocchia terminale lunga 20-50 cm., patente, spesso pendente, violacea prima della fioritura o giallastra. I cauli sono utilizzati per fare cannicciate, le pannocchie per fare spazzole e scope, e le foglie come foraggio; anticamente i cauli servivano alla fabbricazione di lance e frecce.