CANOSA di Puglia (v. vol. ii, p. 315-317)
La città sorge ancora oggi sul luogo dell'antico stanziamento sulla riva destra dell'Ofanto a 20 km dal mare, ma la sua area non si identifica con quella dell'odierna Barletta (va corretta l'indicazione in tal senso, v. vol. ii, p. 315).
Scavi scientifici, anche se saltuari, condotti dal 1956 al 1968 hanno messo in luce monumenti di vario tipo. Resti di una lavanderia o tintoria (ricordiamo i birri Canusini e le Canusinae fuscae Plin., Nat. hist., viii, 190; Hist. Aug., Carini, 10) con un insieme di vasche sia in muratura che in piombo con relativi canali sono stati scoperti nei pressi degli Ipogei Lagrasta e datati all'epoca imperiale. Due terme, entrambe nell'odierna via Imbriani, a poca distanza l'una dall'altra, hanno presentato significativi elementi per la loro identificazione. La prima, in proprietà Lomuscio presenta parte di tre ambienti semicircolari in uno dei quali è forse da riconoscere l'ipocausto; una forica a pianta circolare e copertura a crociera in ottimo stato di conservazione ed un ambiente a pianta rettangolare da identificare forse con una piscina. La seconda, in proprietà Ferrara, oltre a pochi resti di murature, avanzi di un grande ambiente a mosaico in bianco e nero con animali marini. Entrambi sono databili al I-II sec. d. C.
Saggi di scavo hanno messo in luce resti dell'anfiteatro lungo la linea ferroviaria, ai piedi della collina nel versante occidentale. Accanto alle murature che sostenevano le gradinate sono state rinvenute alcune iscrizioni di età imperiale.
Già noto il tempio così detto di Giove Toro (per il rinvenimento nelle vicinanze di una statua di Giove a grandezza inferiore al naturale, ora al museo di Taranto) da tempo identificato e di cui si conserva il basamento rettangolare in tufi inferiormente e mattoni nella parte superiore. Scavi del 1960 hanno messo in luce, assieme ad elementi architettonici e a capitelli figurati, un secondo tempio forse dedicato a Minerva (da una iscrizione rinvenuta durante lo scavo). Su tale tempio si eleva l'importante basilica di S. Leucio del IV-VI sec. d. C. a pianta centrale pavimentata con mosaici a varî livelli.
Al VI sec. d. C. appartiene anche la chiesa di S. Giovanni come confermato da lavori ancora in corso che, accertando la presenza di una vasca battesimale hanno confermato la dizione di Battistero data alla Chiesa.
Le necropoli, per quanto mai oggetto di scavi sistematici, hanno restituito e continuano a restituire abbondanti reperti che vanno dal IV al VI d. C. Numerose le tombe del IV-III sec. a. C. sia a fossa rettangolare, che a grotticella e ad ipogeo con più camere tutte con ricchi corredi. Fra gli ipogei importante quello in località S. Aloia degli inizî o metà del III sec. a. C. Decorato pittoricamente sulla parete d'ingresso con la riproduzione di una facciata a naìskos nella parte inferiore e di una scena figurata con donne e cavalieri nella parte superiore, costituisce fino ad oggi un unicum nell'ambiente àpulo. All'epoca romana e precisamente augustea, appartiene invece un mausoleo a croce greca e torrione cilindrico rinvenuto assieme ad altre tombe di vario tipo lungo la Via Traiana. Una necropoli compresa tra il Il e il VI sec. d. C. è stata scavata al ponte della Lama ed ha restituito, insieme a mausolei con pitture severiane, sarcofagi e una catacomba, anche una basilica del VI sec. d. C.
Bibl.: M. Rostowtew, A proposito di una tomba dipinta di Canosa, in Neapolis, I, 1913, p. i ss.; H. Nachod, Gräber in Canosa, in Röm. Mitt., XXIV, 1914, pp. 277-286, figg. 15-18; M. Mayer, Apulien, Lipsia 1914, p. 86 ss.; R. Bartoccini, La tomba degli ori in Canosa, in Iapigia, VII, 1935, pp. 225-262; tavv. I-II; Fasti Arch., XI, 1958, 2672; B. M. Scarfì, Restauro della teca di specchio di Canosa, in Boll. Arte, 1959, p. 166 ss.; A. Degrassi, Consularis Apuliae et Calabriae, in Athenaeum, XXXIV, 1956, pp. 99-103; F. Bertocchi, Ritrovamento di un ipogeo ellenistico, in Not. Scavi, XII, 1958, pp. 192-196; id., Un nuovo Mausoleo a Canosa, in Palladio, 1961, pp. 86-91; F. Schettini, Nuovi elementi per lo studio del romanico pugliese, in Scritti di Storia dell'Arte in onore di Mario Salmi, vol. I, Roma 1961, pp. 263-286; E. von Merklin, Antike Figural Kapitelle, Berlino 1962, p. 58, n. 160; R. Moreno Cassano, La necropoli del ponte della Lama a Canosa, in Mon. Ant. Lincei, XLVII, 1966, pp. 343 ss.; F. Tiné Bertocchi, La Pittura funeraria apula, Napoli 1964, pp. 16-18; L. Forti, Una Mnesterofonia canosina, in Atti e Memorie Società Magna Grecia, VIII, 1967, pp. 100-112.