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cantastorie

di Margherita Zizi - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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cantastorie

Margherita Zizi

Un poeta ambulante

Figura ormai scomparsa, il cantastorie era un intrattenitore ambulante che girava per le strade dei villaggi recitando o cantando composizioni poetiche popolari, accompagnandosi con la chitarra, l'organetto o un altro strumento musicale. Spesso era un cieco educato sin dalla nascita all'arte del canto, e per questo in Sicilia era detto 'orbo'

L'erede dei giullari e dei menestrelli

Il cantastorie è l'erede del giullare medievale, che può essere considerato il progenitore di tutta la famiglia degli 'artisti di strada' ‒ giocolieri, saltimbanchi, acrobati ‒ esperti nell'arte di divertire il pubblico con il canto, la musica, la danza, la recitazione. Diffusi a partire dal 10° secolo in Italia, in Francia, nella Penisola Iberica, in Inghilterra e in Germania, i giullari vivevano ai margini della vita sociale ed erano spesso condannati dalla Chiesa per i loro costumi troppo liberi. Divenuti ben presto figure assai popolari, si potevano incontrare negli incroci delle strade di grande traffico, all'ingresso delle chiese, nelle piazze e nei castelli, soprattutto nei giorni in cui si celebravano ricorrenze religiose o feste nuziali.

Originariamente i giullari eseguivano le opere letterarie dei trovatori ‒ cioè dei poeti provenzali del 12° e 13° secolo, molti dei quali avevano iniziato la loro carriera proprio come artisti girovaghi ‒ ma ben presto divennero autori di componimenti propri. Alcuni di essi abbandonarono la vita vagabonda e si sistemarono presso le corti dei signori o al seguito di un protettore di alto rango, per approdare nella categoria dei menestrelli.

Tuttavia i giullari o cantastorie, come vennero chiamati dopo il Medioevo, non scomparirono affatto, ma restarono per secoli una presenza familiare nelle strade e nelle piazze di città e villaggi, cantando canzoni originali, rielaborando e diffondendo leggende, esaltando luoghi santi e personaggi eroici. In alcune città i cantastorie si organizzarono in vere e proprie corporazioni, con le loro insegne, un capo, leggi e regolamenti particolari.

Il repertorio dei cantastorie

Anima delle feste popolari, onnipresente ai battesimi e alle nozze, nei balli di carnevale e nelle solennità religiose, il cantastorie poteva contare su un pubblico di appassionati spettatori. Spesso i cantastorie vendevano foglietti su cui erano stampate le 'cantiche' ‒ ossia le storie in versi che essi recitavano o cantavano con l'accompagnamento di uno strumento musicale ‒, talvolta illustrate con cartelloni in cui venivano raffigurate le scene salienti. In molti casi le storie venivano rielaborate e adattate nel dialetto locale, inserendovi anche accenni o riferimenti a personaggi e vicende familiari al pubblico del posto.

Uno dei filoni più importante del repertorio dei cantastorie era costituito dalle chansons de geste ("canzoni di gesta"), i poemi epici francesi medievali: grazie ai cantastorie, leggendari eroi come Carlomagno, Orlando, Rinaldo e Angelica divennero personaggi popolari. I cantastorie ebbero quindi un importante ruolo di mediatori culturali, rendendo accessibile il mondo della letteratura colta alla massa della popolazione, perlopiù analfabeta. In un certo senso, anzi, essi restituivano la grande epica alla tradizione orale da cui era nata. Ma anche vite dei santi e leggende sacre, storie d'amore tragiche e sentimentali e imprese di famosi banditi venivano messe in versi e declamate. Spesso la narrazione era interrotta ad arte nei punti salienti della vicenda, dando luogo a una specie di 'storia a puntate' che anticipava i meccanismi delle telenovelas di oggi. Col passare dei secoli, però, i cantastorie andarono perdendo la loro popolarità, anche per l'incapacità di rinnovare il repertorio tradizionale adeguandolo ai tempi. Non più in grado di sostenere la concorrenza delle varie forme specializzate di intrattenimento (danza, teatro, musica) e in seguito del cinema, della radio e della televisione, la figura del cantastorie divenne sempre più rara fino a scomparire del tutto.

Vedi anche
giullare Giocoliere e cantastorie del tardo Medioevo. Il termine iocularis appare nei testi, a partire dal 9° sec., quale sinonimo di mimus e histrio, che poi sostituì del tutto, assumendo i significati di saltimbanco, buffone, acrobata, esperto nei modi di divertire il pubblico con il canto, con i suoni, con ... Mimmo Cutìcchio Cutìcchio, Mimmo. - Puparo e cantastorie italiano (n. Gela 1948). Figlio del puparo girovago Giacomo (1917 - 1985), ha proseguito fin dall'infanzia l'attività di famiglia, distaccandosi tuttavia dal padre nel 1967 per dirigere un teatrino dei pupi a Parigi e per alcune esperienze nel campo televisivo ... Ignazio Buttitta Poeta dialettale siciliano (Bagheria, Palermo, 1899 - ivi 1997); autodidatta, esercitò da giovane i più umili mestieri, per poi darsi al commercio; avverso al fascismo (nel 1922 capeggiò una sommossa di popolo), partecipò alla Resistenza. La sua poesia, d'ispirazione popolare e insieme consapevolmente ... Ettore Petrolini Attore (Roma 1884 - ivi 1936). Insuperabile interprete della beffarda anima romanesca, della quale diede a teatro i saggi più saporiti, in un succedersi impetuoso di abili motti, battute, tu per tu col pubblico, di corrosive macchiette che a volte toccavano il carattere. Famosissimi i suoi personaggi: ...
Categorie
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Altri risultati per cantastorie
  • CANTASTORIE
    Enciclopedia Italiana (1930)
    Discendente dei menestrelli medievali, il cantastorie è di solito un cieco, educato sin dalla prima età al mestiere del canto: e in Sicilia è detto appunto "orbo". Divulgatore e, talvolta, compositore di storie in versi, egli gira per le strade dei villaggi e anche delle città, con la chitarra, l'organetto ...
Vocabolario
cantastòrie
cantastorie cantastòrie s. m. e f. [comp. di cantare2 e storia], invar. – Divulgatore, e a volte anche compositore, di storie in versi, generalm. a soggetto drammatico o passionale, che in occasione di fiere o feste paesane recita nelle...
boṡinata
bosinata boṡinata (o boṡinada) s. f. [voce milan., prob. affine a buc(c)inare]. – Composizione poetica in dialetto milanese, che nel passato era recitata o cantata su motivi popolari dai cantastorie detti bosini; tali composizioni, che...
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