cantica
Il sostantivo è adoperato da D. nel senso di " divisione essenziale del poema ", " insieme di canti, formante un organismo poetico in qualche misura autonomo ", e quindi " ciascuna delle tre parti della Commedia ". Appare proprio alla conclusione del Purgatorio, in un passo che schiude un prezioso spiraglio sul ‛ modus operandi ' dell'autore, sulla sua poetica in re: S'io avessi, lettor, più lungo spazio / da scrivere, i' pur cantere' in parte / lo dolce ber che mai non m'avria sazio; / ma perché piene son tutte le carte / ordite a questa cantica seconda, / non mi lascia più ir lo fren de l'arte (XXXIII 140). Le dolci sensazioni del lavacro nell'Eunoè indurrebbero a qualche indugio lirico o descrittivo; ma D. ha piena consapevolezza di come ormai non resti più spazio libero di quello destinato al secondo regno dall'economia della concezione generale e dai limiti insormontabili interni alla sua stessa arte. Il Serravalle, con scolastica lucidità, coglie i nudi termini della situazione strutturale e artistica: " Modo A. non potest facere maiorem tractatum de hoc; quia proposuit facere librum centum Capitulorum, quorum triginta tria iam posuit in Inferno, in Paradiso vult ponere triginta tres; ergo quia hic in Purgatorio posuit et finivit triginta tria Capitula, quia ars non consentit... Nam ars non ordinat nisi triginta tria Capitula, et ideo non potest transgredi id quod ars ordinavit ".
Voce dotta, coniata sul plurale di canticum, è introdotta in questa accezione tecnica per la prima volta da D. (in If XX 3 ricorre invece, nello stesso significato, canzon); cui fa eco puntualmente il Buti: " Le parti principali si chiamano cantiche; e li capituli canti ". Ma già nel latino dell'epistola a Cangrande il termine era adottato - per la verità recepito dalla tradizione retorica medievale - sia nel ragguaglio generale, Prima divisio est, qua totum opus dividitur in tres canticas. Secunda, qua quaelibet cantica dividitur in cantus. Tertia, qua quilibet cantus dividitur in rithimos (Ep XIII 26), sia nella precisazione del titolo, con trionfale insistenza: Comediae sublimen canticam quae decoratur titulo Paradisi... Incipit cantica tertia Comediae Dantis etc. quae dicitur Paradisus... Dividitur ergo ista pars, seu tertia cantica quae Paradisus dicitur, principaliter in duas partes, scilicet in prologum et partem executivam (XIII 11, 37, 43).