canto
Il termine torna frequentemente nell'opera di D. a indicare il movimento della voce umana che segue o imita uno strumento musicale e passa armoniosamente da una nota all'altra della scala dei suoni.
Si vedano i luoghi di Cv I V 13 dicemo bello lo canto, quando le voci di quello, secondo debito de l'arte, sono intra sé rispondenti, e II XIII 23 La Musica.., è tutta relativa, sì come si vede ne le parole armonizzate e ne li canti, de' quali tanto più dolce armonia resulta, quanto più la relazione è bella, dove D. distingue le parole armonizzate, cioè i componimenti poetici che sono cosa per legame musaico [dal latino musaeus, pertinente alle Muse] armonizzata (I VII 14), verba modulationi armonizata (VE II VIII 5) da li canti; Pd XX 144 a buon cantor buon citarista / fa seguitar lo guizzo de la corda, / in che più di piacer lo canto acquista, e Pg XIX 23 Io volsi Ulisse del suo cammin vago / al canto mio.
In Pg II 107 Se nuova legge non ti toglie / memoria o uso a l'amoroso canto / che mi solea quetar tutte mie doglie, / di ciò ti piaccia consolare alquanto / l'anima mia, e 131, il poeta allude alla voce dolce e maliosa di Casella (l'aggettivo amoroso accenna sia affettuosamente al tono del canto, come in Pd XVIII 7 e Vn XXIII 16, sia al contenuto della canzone); per il Mattalia " può darsi che nella domanda di Dante la nozione di canto sia strettamente associata a quella di poesia ". In questa accezione compare in un luogo del Detto Il su' danzar e 'l canto / val vie più ad incanto / che di nulla serena, v. 239.
In particolare il termine indica l'atto del cantare e la voce melodiosa delle anime purganti o beate, in Pg V 27 mutar lor canto [il ‛ Miserere '] in un " oh! " lungo e roco; VII 93 Colui... che non move bocca a li altrui canti, / Rodolfo imperador fu; XII 113 quivi per canti / s'entra, e là giù per lamenti feroci; XXVI 47 e tornan, lagrimando, a' primi canti (cfr. XXV 127-139); XXIX 36 'l dolce suon per canti era già inteso, e 128; Pd IX 77 la voce tua... 'l ciel trastulla / sempre col canto di quei fuochi pii; X 73, XII 6 e 7, XIX 39, XX 11, XXII 10, XXIV 23, XXV 109, XXVI 67, XXVII 3, XXXI 133. Indica un inno liturgico cantato, in Vn XXIII 7 A me parea che questi angeli cantassero gloriosamente, e le parole del loro canto mi parea udire che fossero queste: Osanna in excelsis; Cv II I 6 quello canto del Profeta, il salmo 113 " In exitu Israel "; Pg XX 140 No' istavamo immobili e sospesi / come i pastor che prima udir quel canto, il " Gloria in excelsis Deo ", e Pd XX 40 ora conosce il merto del suo canto, i Salmi di David che venivano cantati, come risulta da alcuni incipit: 7, 1 " Psalmus David, quem cantavit Domino ", 8, 1 " In finem, pro torcularibus " e da Ecli. 47, 11 " stare fecit cantores contra altare, / et in sono eorum dulces fecit modos " (cfr. Mattalia).
Nell'accezione di " componimento poetico ", " poesia ", ricorre in Pg I 10 seguitando il mio canto con quel suono / di cui le Piche misere sentiro / lo colpo tal, che disperar perdono, dove D. distingue tra c., cioè fabricatio verborum o cantio, e il suono, cioè tonus, nota, melos, cioè la melodia e la modulazione armoniosa (VE II VIII 5; cfr. Mattalia); in Pd I 12 quant'io del regno santo ne la mia mente potei far tesoro, / sarà ora materia del mio canto, e in Cv II XI 2 li dicitori... fenno quella perché, cantata la canzone, con certa parte del canto ad essa si ritornasse; così in Detto 416 Se tu sai alcun canto, / non ti pesi il cantare. Figuratamente, in If IV 95 quel segnor de l'altissimo canto.
Il termine indica ciascuna delle parti in cui si divide ogni cantica della Commedia: If XX 2 Di nova pena mi conven far versi e dar matera al ventesimo canto; XXXIII 90, Pd V 139. Controversa l'interpretazione in Pd V 16 Sì cominciò Beatrice questo canto: per Momigliano " vorrà esprimere quello che, secondo Dante, c'è d'ispirato in questo come in tutti i discorsi di Beatrice: e quindi avrà, in fondo, lo stesso significato di processo santo (‛ lo svolgimento del suo discorso santo ') del v. 18 "; per Sapegno, Chimenz, Montanari (Lett. dant. 1418) e Mattalia c. vuol indicare " l'argomento del canto quinto ", ed è in analogia con il v. 85 Così Beatrice a me com'io scrivo. V. TERZINA 1.