capacitade
. Il significato originario di " attitudine a contenere " (cfr. l'uso latino di capacitas; ad esempio s. Agostino De Genesi ad litteram II 5 " humani ingenii capacitas ") ha valore figurato in Vn XI 4 ne le sue salute abitava la mia beatitudine, la quale molte volte passava e redundava la mia capacitade, dove significa la limitata possibilità di ricevere, in questo caso la felicità, che rimane vinta dalla intollerabile beatitudine dei saluti di Beatrice.
In Cv III XIII 9 ‛ Suo essere piace tanto a chi liele dà '... che [in lei la sua virtute infonde] sempre, oltra la capacitade de la nostra natura ', c. va inteso in senso più propriamente attivo, come " attitudine " o " potenza " a ricevere la sapienza divina : l'alto valor ch'ella possiede / è oltre quel che si conviene a nui (Amor che ne la mente 43-44), cioè la natura umana ha un'attitudine intellettiva che si arresta a determinati limiti. In Dio il grado di perfezione è superlativo, e questo gli consente di comprendere cose infinite : colui che da nulla è limitato, cioè la prima bontade, che è Dio, che solo con la infinita capacitade infinito comprende (IV IX 3; " Sua autem virtus cum sit infinita, ad infinita se extendit ", Tomm. Contr. Gent. I 69).