CAPELLO DI SAN FRANCO, Luigi
Nacque a Torino nel 1770 dal conte Ignazio e da Cristina Gentile. Ereditò il titolo comitale a seguito di una tragica vicenda familiare: l'uccisione del fratello primogenito da parte del cadetto Lorenzo, aspirante al titolo e al patrimonio paterno. Scoperto il reato, il fratricida venne decapitato e il C., ultimo di tre figli maschi, acquistò il diritto a succedere (14 ott. 1797). Laureato in giurisprudenza, il C. iniziò ben presto la carriera amministrativa: il 22 genn. 1793 entrò quale applicato nella segreteria di Stato per gli Affari esteri, l'anno successivo ricevette la nomina a sottosegretario presso lo stesso dicastero (20 genn. 1794). Tenne tale incarico fino all'11 marzo 1797, epoca in cui fu inviato a Berlino come "conseilleur de légation du roi" presso l'ambasciatore sardo conte Parella ivi residente. Nel raggiungere la sede il C. si recò a Vienna, incaricato di una missione diplomatica, ma il succedersi degli avvenimenti militari e politici trasformò la sua breve sosta in un lungo soggiorno nella capitale austriaca.
Le vittorie napoleoniche infatti avevano costretto il Piemonte ad un'alleanza con la Francia, i cui preliminari del 27 febbr. 1797 dovevano essere ratificati; mentre la diplomazia agiva in tal senso, sollecitando Carlo Emanuele IV, rimaneva compromessa la precedente intesa austro-sarda.
In tale situazione il ministro, conte di Castellalfero, preferì trasferirsi con un pretesto a Monaco, lasciando la sede diplomatica di Vienna, ove rimase il C. quale incaricato d'affari in attesa di un chiarimento della situazione. Una lunga corrispondenza con il ministro degli Esteri sardo, ricca di informazioni sulle operazioni militari e sui rapporti diplomatici intercorrenti tra Austria e Francia, consente di rilevare l'attività svolta dal C. durante il soggiorno a Vienna. Il 10 ag. 1797 egli venne sostituito nell'incarico dal segretario dei Castellalfero, Ignazio Re. Il C. riprese il viaggio verso Berlino e in tale occasione gli fu dato un incarico di fiducia dalla casa Savoia Carignano: la trattativa del matrimonio del principe Carlo Emanuele di Carignano con la principessa Maria di Sassonia Curlandia (da questo matrimonio, celebrato nel 1797, nascerà Carlo Alberto di Savoia Carignano). Il 26 ott. 1798 il C. fu inviato in Toscana come agente e console generale nei porti di tale Stato. Dopo tale incarico non si trova più traccia di mansioni pubbliche da lui svolte, né durante la dominazione napoleonica in Piemonte, né durante la successiva restaurazione sabauda. A tal proposito si può pensare ad un non desiderato esonero da incarichi pubblici; il C. infatti nell'introduzione di un suo scritto parla di una "involontaria disoccupazione", pur dichiarandosi "uomo che ama la fatica".
Si dedicò, pertanto, agli studi storici e filologici ed alcune sue opere furono ben apprezzate dai contemporanei. Nel 1814 diede alle stampe a Torino il Dictionnaire portatif piémontais-français. L'opera è divisa in due parti: in essa al dizionario in senso stretto fa seguito un'appendice contenente alcune notizie etimologiche relative al dialetto piemontese, una raccolta di proverbi tradotti in francese ed infine un glossario concernente le arti e i mestieri. Del 1820 sono gli scritti pubblicati, sempre a Torino, Quadro cronologico storico del Vecchio e Nuovo Testamento e Trattato di geografia astronomica con una carta uranografica. Nel 1829 con il Trattatello di cronologia sacra e profana (Carmagnola) il C. ritornò ai suoi studi di erudizione storica: in tale saggio egli si occupa prevalentemente di cronologia sacra e solo marginalmente tocca problemi cronologici di storia "profana" antica e moderna. Nel 1831 diede alle stampe Essai sur la Crânologie ou l'art de deviner le caractère des hommes par la conformation extérieure du crâne (ibid.). Nello stesso anno un nuovo lavoro del C., Cenni biografici sul principe Tommaso, incorse nel rigore della censura piemontese e rimase manoscritto.
In esso si davano brevi notizie intorno alla figura del principe Tommaso, capostipite dei Carignano, e si accennava ai torbidi accaduti durante la reggenza di Madama Cristina; dalla censura fu negato pertanto il permesso di stampa. Tuttavia in seguito ad un ricorso del C. alla Gran Cancelleria, alla cui competenza era affidata la revisione dei libri e della stampa in genere, fu concesso il consenso per la presentazione dell'opera all'Accademia delle scienze di Torino (18 ag. 1831), riconoscendo in tal modo la validità storica del testo presentato.
Notevole successo ebbe un altro lavoro che il C. diede alle stampe a Torino nel 1833: Dizionario storico mitologico di tutti i popoli del mondo.
In esso l'autore offriva un'interpretazione scientifica della mitologia, analizzando e suddividendo i miti in "favole storiche, fisiche, allegoriche e morali" ed evidenziandone le differenze in base all'origine e alla provenienza geografica. All'opera fu riconosciuta dai contemporanei la dote della completezza e di un notevole approfondimento della materia. A riconoscimento di detti pregi l'editore Pomba di Torino, nel 1837, iniziò con tale scritto la pubblicazione di una collana di dizionari.Nel 1839 il C. scrisse Géographie de l'abbé Gauthier entièrement refondue; del 1843 è la Genealogia della famiglia Bonaparte (entrambe pubblicate a Torino). La multiforme attività di storico ed erudito del C. è documentata infine da numerosi altri lavori di cui rimane traccia. Il C. nel novembre del 1801aveva sposato Cristina Giardi dalla quale ebbe quattro figli.
Il C. morì a Torino il 4 luglio 1847 nella sua casa sita in via Nuova, nella parrocchia di S. Tommaso.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Torino, Arch. di Corte,Lettere Ministri Austria, 1797, mazzi 118, 119; Arch. Savoia Carignano, categ. 2, matrimoni, mazzo 3; Ibid., Sezioni Riunite, Arch. Camera dei Conti,Patenti Controllo Finanze, reg. 90, f. 96; reg. 94, f. 7; reg. 102, ff. 121, 124; Ibid., Gran Cancelleria,Copialettere Revisione libri e stampe, 1831; Ibid., Senato,Sentenze penali, anno 1797; Torino, Arch. della parrocchia di S. Tommaso, Atti di morte, reg. 1847, f. 60; Torino, Bibl. naz., A. Manno, Il patriziato subalpino (dattil.), IV, p. 301; L. Cibrario, Notizie geneal. di fam. nobili degli antichi Stati della monarchia di Savoia, Torino 1866, p. 91; A. Manno, Aneddoti docum. sulla censura in Piemonte dalla Restaurazione alla Costituzione, in Biblioteca di storia italiana recente, I (1907), p. 27; C. F. Capello, De Capellorum gente, Chieri 1957, p. 62.