capezzale
. Il vocabolo (latino volgare capitiale, da caput, " capo ") ricorre due volte nel Fiore in due diverse accezioni. In XXV 3 e que' s'avea fatto un capezzale / d'un fascio d'erba e sì sonniferava, ha il senso, ancor oggi usuale, di " cuscino " lungo e stretto che si pone all'estremità superiore del letto. Del tutto diverso è il significato in CCIII 13 Allor al capezzal m'ebbe pigliato, / e domandò chi era mi' guarento, dove vale " collaretto ", " colletto di un vestito " (cfr. l'espressione ‛ prendere uno per il colletto '). In questo secondo significato la voce è documentata ad es. nel Sacchetti (" Che fu a vedere già le donne col capezzale tanto aperto che mostravano più giù che le ditelle ", Trecentonovelle CLXXVIII).