Vedi CAPIDAVA dell'anno: 1959 - 1994
CAPIDAVA (v. vol. II, p. 321)
C. faceva parte della serie di castra e fortificazioni erette ai tempi di Traiano durante l'organizzazione del limes danubiano, e fu costruita da squadre della Legio V Macedonica e della Legio XI Claudia. La distanza di 18.000 passi tra Axiopo- lis e C., che corrisponde oggi ai 27 km tra Cernavodă e C. - la stessa anche tra Carsium e C. - conferma la localizzazione proposta da P. Polonie e accettata da quanti hanno studiato le rovine. Il toponimo getico (Capidava = «la cittadella della svolta»), attesta un abitato preromano autoctono il cui nome fu conservato anche nell'epoca romana, fino a età tarda (Capidava: Itin. Anton., 224,3; Calidava: Tab. Peut., vin, 3; Cappidava o Capidapa: Geogr. Rav., 179,3 e 186,15; Capidava: Not. Dign., XXXIX, 13; Καπίδαβα: Hierok., Synek., 437,10 e Const. Porphyr., Them., 47,15). La forma corretta Capidava è confermata da più iscrizioni tra le quali una del sec. II d.C., scoperta a Ulmetum (CIL, m, 12491; Inscriptiones Scythiae Minoris, v, 77) in cui si parla di un quinquennalis territorii Capidavensis.
Come stazione militare C. è stata occupata, per quasi cinque secoli, da una serie di corpi militari, che conosciamo da iscrizioni. Dalla fondazione del castro fino verso l'anno 143 d.C. qui è stata acquartierata la cohors I Ubiorum. Nell'epoca romano-bizantina sono presenti: vexillatio Capidavensium (un distaccamento della Legio II Herculia); cuneus equitum Solensium (Not. Dign., XXXIX, 13); cuneus equitum scutariorum.
Il castrum eretto all'inizio del sec. II d.C. fu distrutto in seguito agli attacchi barbarici cosicché, verso la fine del sec. III d.C., dovette essere completamente rifatto, aumentandone la capacità di difesa. Esso ha una pianta quadrilatera (150 X 127), con mura larghe più di 2 m e alte 5-6 m, con 7 torri, alte quasi 11 m (3 rettangolari al centro dei lati, 2 negli angoli a forma di quarto di cerchio e 2 intermedie, sul lato lungo, a forma di ferro di cavallo), una porta larga 2,36 m, situata sul lato SE, e un'uscita strategica sul lato SO della torre n. 1, verso il Danubio, dov'era sistemato anche il porto. A partire dal sec. V, a causa dei numerosi attacchi subiti, la cittadella fu rifatta più volte.
I monumenti archeologici e i documenti epigrafici scoperti finora offrono importanti informazioni riguardanti l'abitato civile contiguo; C. era il centro amministrativo di un territorio esteso, del quale facevano parte più località, fra le quali Ulmetum e vicus Sceno(pesis) e, sempre qui, si trovava uno dei più importanti passi doganali, come pure una stazione di benéficiarii (CIL, III, 1421419; Inscriptiones Scythiae Minoris, v, pp. 66-67, n. 41). L'amministrazione del territorio era affidata a un quinquennalis, mentre quella della città era affidata a un princeps loci: ambedue funzionari nominati e non scelti (CIL, m, 12491).
Le recenti indagini eseguite nel settore E della cittadella hanno rivelato distruzioni violente nel sec. VI; ricostruita ai tempi di Giustino II, dovette subire l'invasione degli Avari nel 587, dopodiché venne eretto a S, con le pietre ricavate dalle rovine, un piccolo fortino, di m 60 c.a di lato.
Quando il limes bizantino venne riorganizzato, nel sec. X, C., grazie alla sua posizione strategica speciale, costituì un punto importante nel nuovo sistema di difesa. Sulle rovine dell'abitato fortificato del periodo tardo romano, venne costruita una cittadella di contadini stratiòtai che durerà fino nel sec. XII e che presenta più livelli di abitazione corrispondenti a ricostruzioni successive.
Nella parte E della fortezza indagini recenti hanno posto in luce edifici di epoca romano-bizantina, tra cui depositi con numerose anfore e giare e un ambiente con ipocausto. Fuori della città, verso E, sono state rinvenute terme di età tardo-romana.
Bibl.: C. Patsch, in RE, III, c. 1510, s.v.·, G. Florescu, R. Florescu, P. Diaconu, Capidava, Bucarest 1958; R. Vulpe, I. Barnea, Din istoria Dobrogei («Della storia della Dobrugia»), II, Bucarest 1968; A. Rădulescu, Un atestat străromânesc la Capidava («Una testimonianza proto-romana a Capidava»), ih Pontica, III, 1970, pp. 255-272; id., Un document proto-roumain à Capidava, in Dacia, n.s., XIV, 1970, pp. 311-323; R. Florescu, Date noi cu privire la cronologia Capidavei romane tîrzii («Nuovi dati con riferimento alla cronologia di Capidava tardo-romana»), in Pontica, VII, 1975, pp. 361-372; E. Popescu, Inscripliile greceşti şi latine din Romania din sec. IV pînă în sec. XIII («Le iscrizioni greche e latine della Romania dal sec. IV fino al sec. XIII»), Bucarest 1976; A. Aricescu, Observaţi privind garnizoana de la Capidava in sec. I-III («Osservazioni sulla guarnigione di Capidava nei secc. I-III»), in Pontica, IX, !976, PP- 79-88; id., Armata în Dobrogea romană («L'esercito nella Dobrugia romana»), Bucarest 1977; Z. Covacef, Raport preliminar asupra cercetărilor archeologie din sectorul V al cetăţii Capidava (Campanile din anii 1975, 1976, 1978 si 1979) («Rapporto preliminare sulle ricerche del V settore della città di Capidava - Campagne del 1975...»), in Pontica, XIII, 1980, pp. 254-274; ead., Capidava in sec. VI d. Chr. («Capidava nel VI sec. d.C.»), in Pontica, XXI-XXII, 1988-1989, pp. 187-196; R. Florescu, Z. Covacef, Stratigrafia Capidavei romane tîrzii si feudal timpurii («La stratigrafia di Capidava nel periodo tardo-romano e medioevale»), ibid., pp. 197-247.
(A. Rădulescu)