capitale d'azienda
capitale d’azienda Insieme organizzato dei mezzi, generici e specifici, dei quali un soggetto economico dispone, di diritto o di fatto, in un dato momento. Tali mezzi hanno importanza relativa se considerati singolarmente, poiché il loro valore fondamentale è in funzione della capacità di combinarsi fra di loro e con gli altri fattori della produzione (➔ fattore di produzione). Non sono quindi i singoli beni o servizi a rappresentare il c. aziendale, bensì la loro combinazione in termini qualitativi e quantitativi.
Il concetto contabile di c. è di per sé ‘indeterminato’; le sue parti ideali, infatti, assumono valori in funzione degli scopi per i quali si definiscono. La funzione informativa nel bilancio di esercizio risulta essenziale e preponderante rispetto ad altri scopi conoscitivi interni e la prudenza nelle valutazioni è il logico corollario della necessità di conservare l’integrità del c. e dell’impossibilità di prevedere con certezza il futuro. A tali fini il modello del bilancio identifica le attività, le passività e il c. netto e li sintetizza nello stato patrimoniale. I valori attribuiti alle attività (c. di funzionamento) sono composti da: valori finanziari (mezzi liquidi, crediti di funzionamento e di finanziamento) e valori economici(valori relativi a costi pluriennali, costi sospesi e, in generale, valori che riguardano la gestione incompiuta alla data alla quale si riferisce la rappresentazione del c. di funzionamento). I valori attribuiti alle passività (c. di terzi) sono composti da: valori finanziari (i debiti di finanziamento o di funzionamento); valori economici (tipicamente relativi ai ricavi anticipati). La differenza tra il valore delle attività e quello delle passività esprime il valore del c. proprio dell’a., altrimenti denominato c. netto (c. proprio o netto = attività − passività). La determinazione del c. netto conduce a un fondo di valori astratto (non si identifica con nessun elemento dell’attivo o del passivo), derivato (dalla differenza tra attività e passività) e incerto (i valori da cui deriva sono frutto di stime e congetture). In particolare, il processo di determinazione del risultato è un processo che si basa su ipotesi di andamento della gestione futura formulate da parte dei soggetti che redigono il bilancio, quindi su giudizi suscettibili di errore. C. di funzionamento e c. netto rappresentano, quindi, modalità mediante le quali il c. aziendale può essere considerato in una prospettiva di funzionamento e di continuità nel tempo. Che i fattori produttivi vengano quasi sempre inseriti nella combinazione aziendale sulla base di un valore di scambio non implica che il valore del totale delle attività rappresenti il valore di mercato (c. di liquidazione). Parallelamente, il c. proprio non esprime il valore dell’impresa; quest’ultimo è dato dal c. economico che si determina in funzione della redditività futura e dei rischi.
L’analisi del c. aziendale ha lo scopo di permettere giudizi sull’andamento gestionale. L’organo di governo aziendale, infatti, non è esclusivamente interessato all’andamento economico, ma reputa altrettanto importanti le informazioni, per es., circa lo stato di solidità patrimoniale e la situazione di liquidità. Tale analisi consiste nello studio della sua struttura in relazione alle modalità di funzionamento dell’a. e alle variazioni quali-quantitative generate dalle operazioni che quotidianamente l’a. pone in essere. Occorre perciò conoscere il modo mediante il quale i fattori produttivi vengono configurati e combinati.