capitalismo
Sistema economico fondato sull’accumulazione di capitali, che vengono costantemente reinvestiti nel processo produttivo, e sul mercato in quanto meccanismo regolatore dello scambio di merci e denaro; tale sistema presuppone la libera iniziativa individuale come motore dell’attività economica, finalizzata al profitto, e la proprietà tutelata dei mezzi di produzione. Il termine, originariamente introdotto dalla critica socialista intorno alla metà del 19° secolo, è stato poi accolto dalla scienza e dalla storiografia economiche. Il sorgere del c. si può ravvisare, secondo alcuni studiosi, nella nascita delle prime città commerciali, animate dalle piccole imprese che operavano attraverso le corporazioni. A questa prima fase seguì quella del c. mercantile, che si volse ai traffici internazionali: fondamentali per ciò furono le politiche dei grandi Stati, che presero a finanziare industrie e compagnie commerciali, fecero ricorso al protezionismo e avviarono programmi di conquista coloniale. Il processo di industrializzazione avviato nella seconda metà del 18° sec. favorì lo sviluppo di una nuova fase del c. (c. industriale). Con la nascita delle grandi società per azioni, il cui controllo era detenuto dai banchieri, si sviluppò, dal 19° sec., una nuova forma di c., detto finanziario: l’economia era caratterizzata allora dalla grande dimensione dell’impresa e dalla concentrazione del capitale nelle mani del sistema creditizio. La crisi del 1929 mise in luce le carenze e i problemi delle economie capitaliste (drastica riduzione della produzione e dell’occupazione, necessità di rilanciare la domanda sia di consumo sia di investimento), che gli Stati hanno cercato di risolvere con una politica di investimenti pubblici, tesi a favorire l’occupazione. Nelle sue forme più avanzate il c. ha realizzato una stretta compenetrazione tra industria, commercio e finanza, producendo una spinta sistematica al progresso tecnico e scientifico; ha anche creato e conquistato costantemente nuovi mercati, secondo una logica espansiva oggi di scala planetaria. Alla fine del 20° sec., il c. è entrato in una nuova fase di sviluppo con la globalizzazione, e si è ormai liberato da qualsiasi vincolo politico-statuale, con un diffuso ritorno a posizioni neoliberiste. Una grave crisi ha scosso il sistema a partire dal 2008: il prevalere della finanza sulla produzione, la rapacità di operatori del sistema e la elaborazione di strumenti finanziari sempre più speculativi hanno infine portato a una gravissima crisi planetaria che ha fatto crollare i mercati, finanziari e non, distrutto ricchezze e cancellato milioni di posti di lavoro. Si è preso allora a dibattere sulla riforma del sistema capitalista, fra tendenze protezioniste e ricerca di nuove regole. Nella prima fase della crisi si è ovunque assistito a un recupero del ruolo degli Stati nell’economia. Sul piano sociale, il c. ha contribuito in maniera decisiva allo smantellamento delle tradizionali società agrarie e di ceto dell’Età medievale e moderna, dando vita a una civiltà tipicamente urbana caratterizzata da una forte mobilità sociale.
Si veda anche Evoluzione del capitalismo