CAPITANATA
Il giustizierato ‒ e dunque la provincia ‒ di Capitanata è stato creato intorno al 1230, nell'ambito della riorganizzazione generale del Regno intrapresa da Federico II dopo il suo ritorno dalla Terrasanta e la fine della prima guerra contro il papa. Allora furono promulgate le Costituzioni di Melfi, impostati i nova statuta e create le ultime province del Regno (Basilicata e Capitanata). In età normanna l'honor Montis Sancti Angeli ‒ il Gargano ‒ costituiva un giustizierato, mentre la pianura del Tavoliere era collegata alla futura Terra Beneventana per costituire la vaga circoscrizione che Evelyn Jamison chiama "central duchy" (The Norman Administration of Apulia and Capua, Aalen 1987); la parola Capitanata già designava la regione sita a ovest della pianura, nella quale il catepano Basilio Boioannes aveva edificato una serie di nuove città fortificate (la più importante era Troia), che hanno a poco a poco valorizzato e colonizzato la pianura rimasta quasi abbandonata dal VI all'XI secolo.
La nuova provincia federiciana comprende sia la Capitanata che l'honor Montis Sancti Angeli; la prima parola ormai designa la pianura e le colline che la fiancheggiano a ovest e nord-ovest (inclusa una parte dell'odierno Molise, fino a Termoli e Cercemaggiore); l'honor, nucleo principale del dotario delle regine di Sicilia sin dal 1177, dopo la morte di Federico II si aggiunse al principato di Taranto per costituire il territorio feudale affidato a Manfredi. Dal punto di vista della geografia umana, le colline subappenniniche si sono ripopolate sin dalla prima metà del sec. XI, con il moltiplicarsi delle città; la pianura, dai terreni pesanti e in parte acquitrinosi, fu valorizzata dalla fine del sec. XI. Nel sec. XII ospitava piccoli casali, spesso fondati dai signori normanni, che cominciavano a gerarchizzarsi: alcuni erano diventati castella (S. Severo, S. Andrea, S. Lorenzo in Carminiano) mentre nel centro della pianura Foggia era, dal punto di vista demografico ed economico, una città vera e propria. La valorizzazione della pianura ne fece una zona agricola, prevalentemente dedicata alla cerealicoltura: l'allevamento transumante che collegava l'Abruzzo e il Tavoliere nell'antichità si fermò nel sec. VI e non riprese prima dell'età angioina e soprattutto aragonese.
L'interesse di Federico II per la regione si manifestò subito dopo il suo ritorno nel Regno alla fine del 1220: si fermò in Capitanata all'inizio del 1221. Sembra che l'abbia attratto la possibilità di cacciare con il falcone nelle zone acquitrinose; inoltre la regione non era troppo lontana dal Regno italico che l'imperatore sognava di restaurare; comunque, non intendeva tornare a Palermo. Ma si sforzò di trasformare la Capitanata in una nuova Conca d'oro, uguale a quella dove erano vissuti i re normanni. Così la provincia diventò, complessivamente, la principale residenza imperiale (con la Basilicata per i mesi estivi). Anche la deportazione a Lucera di musulmani di Sicilia nel 1224-1225 e nel 1246 contribuì a ricreare un'atmosfera siciliana.
Oltre al palazzo di Foggia, l'imperatore fece edificare nella provincia ventotto domus solaciorum, "case di svago", nome dato ai palazzi dove poteva risiedere. La più interessante è probabilmente la domus pantani (o vivarii) Sancti Laurentii, che fece costruire tra Foggia e S. Lorenzo, a pochi chilometri a sud-est di Foggia; non ne resta la minima traccia, ma questo palazzo è documentato dai registri angioini. Era costituito da un certo numero di edifici circondati da un muro di cinta, e comprendeva anche un parco per la selvaggina e uno stagno artificiale; rievocava i palazzi suburbani edificati intorno a Palermo dagli emiri arabi (Favara) e dai re normanni (Zisa, Cuba).
Molto diversi erano i palazzi di Castelfiorentino e di Lucera. Le vestigia di quest'ultimo sono ancora visibili all'interno della grande cinta angioina; inoltre è rappresentato in un disegno eseguito nel Settecento, quando non era ancora in rovina: si tratta di un edificio quadrato con un cortile centrale che adotta una forma ottagonale all'ultimo piano.
L'imitazione della Sicilia portò anche alla creazione in Puglia, ma soprattutto nella Capitanata, di aziende produttive demaniali gestite direttamente dalla Curia, secondo un modello di probabile origine siculo-normanna, inoltre influenzato da quello delle grange cistercensi. Si tratta in primo luogo delle massarie regie, particolarmente numerose in Capitanata perché potevano fornire derrate all'imperatore e alla Curia che risiedevano sul posto. Alcune erano ubicate in città (Foggia, Lucera, Troia), ma la maggior parte era sita in campagna, spesso vicino a un casale (Versentino a est-nord-est di Foggia, Castelluccio de' Sauri, Tressanti). Talvolta lo stesso insediamento era fiancheggiato sia da una domus che da una massaria. Le massarie fondate da Federico II, molto meglio documentate in età angioina, erano generalmente ubicate nella pianura. Infine furono create aracie (stazioni di monta equina) e marescalle (centri di allevamento di cavalli) che rifornivano i cavalli necessari alla Curia. Con tutte le domus, le massarie, le aracie e le marescalle, la Capitanata assunse un volto (e un ruolo) del tutto specifico rispetto alle altre province del Regno.
La valorizzazione recente della pianura certo facilitò l'insediamento delle residenze e delle aziende imperiali, nonché dei saraceni a Lucera. Però tali modificazioni sconvolsero profondamente la geografia umana della provincia. La deportazione di un gran numero di saraceni fece di Lucera una città completamente araba; ma la concentrazione in una piccola città di una popolazione troppo numerosa, che non si poteva assimilare e disponeva di un territorio ristretto, portò alla scomparsa di insediamenti vicini, quali l'ex città bizantina di Vaccarizza e alcuni casali (S. Salvatore nel territorio di Fiorentino). Anche le domus e le massarie fecero scomparire alcuni casalia; nel 1237 l'imperatore cominciò a sistemare gli abitanti di S. Lorenzo in Carminiano in nova imperialia casalia, quale Ordona.
La politica imperiale suscitò anche ribellioni cittadine. La prima scoppiò nel 1229; l'imperatore rispose distruggendo le mura e colmando i fossati di S. Severo e di Foggia. Foggia restò sprovvista di mura fino alla fine del regno di Federico e oltre. Nel 1233, furono le mura di Troia a essere distrutte; nel 1234-1235 Foggia e Troia dovettero pagare multe enormi; nel 1250 infine, l'imperatore intendeva spopolare completamente Troia, ma non riuscì a farlo prima di morire. A dire il vero, la stessa esistenza di città non protette era una novità, che impediva le ribellioni urbane. Era tutta la provincia ad essere protetta da lontano da una corona di castelli (v. Castelli, Regno di Sicilia, sistema dei), generalmente di origine normanna, sistemati sulle alture che circondavano la pianura.
Tutto sommato, la Capitanata è una creazione di Federico II. Non soltanto l'imperatore costituì la provincia, ma le diede un volto originale, per farne la regione imperiale per antonomasia. Il documento più esplicito in proposito è il Quaternus excadenciarum Capitinatae, compilato nel 1249-1250, l'unico registro della cancelleria federiciana ancora conservato (Montecassino, ms. 763), che elenca le excadencie, cioè i beni diventati proprietà della Curia per mancanza di eredi o per confisca; le excadencie di Foggia occupano trentuno pagine, ma la Curia aveva anche excadencie a Troia, Castelluccio de' Sauri, Deliceto, Cerignola, Corleto, Salpi (sulla laguna di Margherita di Savoia), Montecorvino, Alberona, Tufara, Jelsi, Gildone, Casalvatica, Cercemaggiore, S. Croce del Sannio, Siponto, S. Quirico, Monte S. Angelo, Vieste, Carpino, Lesina, Apricena, Fiorentino, Civitate, Termoli, Serracapriola e in altre località ora scomparse.
Fonti e Bibl.:Quaternus de excadenciis et revocatis Capitinatae de mandato Imperialis Maiestatis Frederici Secundi, Montecassino 1903. E. Sthamer, Dokumente zur Geschichte der Kas-tellbauten Kaiser Friedrichs II. und Karls I. von Anjou, I, Capitinata (Capitanata), Leipzig 1912 (riprod. anast. Tübingen 1997); A. Haseloff, Die Bauten der Hohenstaufen in Unteritalien, I, ivi 1929 (trad. it. Architettura sveva nell'Italia meridionale, a cura di M.S. Calò Mariani, Bari 1992); J.-M. Martin-G. Noyé, La Capitanata nella storia del Mezzogiorno medievale, Bari 1991; G. de Troia, Foggia e la Capitanata nel Quaternus excadenciarum di Federico II di Svevia, Foggia 1994 (comprende la riproduzione fotografica e la trascrizione del Quaternus excadenciarum); Capitanata medievale, a cura di M.S. Calò Mariani, ivi 1998.