CAPMANY y DE MONTPALAU, Antonio de
Scrittore catalano nato a Barcellona il 28 novembre 1742 e morto a Cadice il 14 novembre 1813. Partecipò come sottotenente alla guerra di Portogallo (1762); ma nel 1770 si ritirò dalla vita militare e, dopo la breve parentesi di una colonia agricola catalana da lui dedotta nella Sierra Morena, si trasferì a Madrid dedicandosi agli studî. Membro (1776) e, più tardi (1790), segretario della Real Academia de la Historia di cui espose succintamente le vicende, filologo, storico ed economista, espresse compiutamente le contrastanti tendenze spirituali del tempo suo, riuscendo ad accordarle nel ravvivamento della più rigida tradizione nazionale. Cominciò come adoratore della cultura francese e come assertore della necessità di infonder vita allo sterile castigliano mediante opportuni neologismi (Discursos analíticos sobre la formación y perfección de las lenguas..., Madrid 1776; Arte de traducir del idioma francés al castellano con el vocabulario... de ambas lenguas, Madrid 1776); e nella prima edizione della Filosofía de la eloqüencia (Madrid 1777) confutò la eccessiva ammirazione verso gli antichi in materia di arti e di scienze. Ma, passato in seguito al più intransigente purismo linguistico e grammaticale, nella seconda edizione della Filosofía de la eloqüencia (Londra 1812) mostrò il nuovo atteggiamento tradizionalista, che già si era rivelato anche nel Teatro histórico-crítico de la eloqüencia española (Madrid 1786-1794; voll. 5): antologia dei migliori prosatori spagnoli. L'opera principale del C., che coincide col risorgimento economico della Catalogna, è tuttavia costituita dalle Memorias históricas sobre la marina, comercio y artes de la antigua ciudad de Barcelona (Madrid 1779-1792), dove con pazienti indagini archivistiche il C. documenta, dal sec. XI in poi, l'epopea marinara, mercantile e guerresca le istituzioni municipali e la vita delle corporazioni artigiane di Barcellona. La rievocazione del passato di Catalogna (Antiguos tratados de paz y alianza desde el siglo XIII hasta el XV, Madrid 1786; Código de las costumbres marítimas en Barcelona, Madrid 1791; Ordenanzas de las armadas navales de la Corona de Aragón aprobadas por el rey D. Pedro IV, Madrid 1787) doveva essere secondo il C. uno stimolo agli spiriti di rinnovamento che agitavano la nazione. Gli ordinamenti delle antiche associazioni artigiane avrebbero avvantaggiato il risorgimento economico della Spagna (Discurso económico-político en defensa del trabajo mecánico de los menestrales y de la influencia de sus gremios, Madrid 1778, sotto lo pseudonimo di R. Miguel Palacio). Se non che il C., isolando e glorificando uno degli elementi costitutivi della personalità storica di Spagna, integrava la Catalogna nella sua tradizione nazionale. Pur considerando il catalano "un idioma provincial antiqüado y por sí poco conocido" il C. segnava inconsciamente le vie della sua non lontana rinascenza. Perciò la sua opera di storico trascese lo spirito che la informava. Del resto nel C. l'idea nazionale fu sempre oltremodo vigile e operosa. Deputato di Catalogna alle Cortes (1807), fuggì, durante l'invasione francese, da Madrid a Siviglia e di là a Cadice, svolgendo in queste città un'attiva propaganda patriottica, fino al completo trionfo dell'indipendenza nazionale.
Bibl.: G. Forteza Valentín, Capmany (1857), in obras críticas y literarias, I, Palma di Maiorca 1882, pagg. 5-114; e i discorsi di M. V. Amer, A. de Bofarull, C. Vidal y Valenciano, in Memorias de la R. Academia de Buenas Letras de Barcelona, 1837.