Capo Verde
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Geografia umana ed economica *
Stato insulare dell'Oceano Atlantico, situato al largo delle coste del Senegal, all'estremità occidentale del continente africano. Proseguiva l'intensa crescita demografica del Paese, che al censimento del 2000 raggiungeva i 434.625 ab. (erano 341.491 al censimento precedente del 1990; mentre secondo una stima del 2005 raggiungevano i 507.000 ab.). Rimanevano però intensi anche i flussi migratori, diretti in particolare verso gli Stati Uniti, i Paesi Bassi, il Portogallo, l'Italia e l'Angola: nel 2004 i capoverdiani che vivevano all'estero, circa 700.000, erano decisamente più numerosi di quelli rimasti in patria. Dal 1998 la moneta locale, l'escudo di C. V., era convertibile con l'escudo portoghese, e di fatto il Paese entrava nell'area dell'euro.
Malgrado la scarsità di risorse naturali e le ricorrenti siccità, da anni il Paese continuava a registrare una costante crescita economica (+4% nel 2002, +7% nel 2003). Il governo gestiva con prudenza il debito estero, rispettando gli accordi convenuti con il Fondo monetario internazionale, e adottava una politica liberista per attirare investimenti. L'economia era dominata dagli aiuti internazionali, dalle rimesse degli emigrati e dai servizi: questi ultimi contribuivano per oltre i due terzi alla formazione del PIL e, in particolare, il turismo rappresentava il vero polo strategico di questo settore, nonostante le infrastrutture poco sviluppate. L'agricoltura, vulnerabile sotto il profilo climatico, non forniva una produzione che consentisse l'autosufficienza alimentare, di conseguenza circa l'85% del fabbisogno del Paese era importato. L'industria manifatturiera leggera costituiva la base del settore secondario. Sotto il profilo delle telecomunicazioni, C.V. possedeva infrastrutture tecnologicamente avanzate, ed era collegato al resto del mondo da cavi sottomarini e da collegamenti satellitari, attirando numerose imprese di telecomunicazioni straniere interessate dal basso costo della manodopera.
Storia*
Agli inizi del Duemila la vita politica di C. V. continuava a essere dominata dai due principali partiti dell'isola: il Movimento Para a Democracia (MPD), al governo con il suo leader C. Veiga dal 1991, e il Partido Africano da Independência do Cabo Verde (PAICV), ex partito unico, al potere negli anni Ottanta. Quest'ultimo registrò agli inizi del Duemila una crescita dei consensi e, dopo essersi affermato nelle elezioni amministrative svoltesi nel febbraio 2000, risultò vincitore anche nelle consultazioni legislative tenutesi nel gennaio 2001, conquistando 40 seggi contro i 30 del MDP. Il PAICV riuscì a imporre il proprio candidato, P. Pires, anche nelle elezioni presidenziali del febbraio-marzo successivo, riuscendo così a conquistare sia il controllo della presidenza sia quello del Parlamento. Il nuovo esecutivo, guidato da J.M. Neves, pose tra le sue priorità la modernizzazione del Paese e il rilancio dell'occupazione, e in politica estera promosse, a partire dal 2002, una più stretta collaborazione economica e commerciale con i Paesi dell'Unione Europea. C. V. continuò altresì a mantenere i tradizionali rapporti con il Portogallo e il Brasile, e con le altre ex colonie portoghesi in Africa, in particolare con l'Angola.
Le elezioni amministrative svoltesi nel marzo 2004 segnarono un cambiamento di tendenza dell'elettorato, che tornò a dare il proprio appoggio al MDP, assicuratosi la maggioranza in 9 dei 17 consigli comunali chiamati al voto.