CAPONSACCHI DI PANTANETO, Piero
Nacque ad Arezzo da nobile famiglia nella prima metà del XVI sec. e giovanissimo entrò a far parte dell'Ordine francescano. Si orientò prevalentemente verso gli studi di filosofia e teologia e insegnò logica all'università di Pisa negli anni dal 1560 al 1575. Di questa attività didattica rimane una importante testimonianza manoscritta in un codice della Biblioteca nazionale di Firenze (Cl. V, n. 6, ff. 19-331, il trattato, cioè, Regulae syllogismorum. Questa opera, che si può considerare un manuale o un prontuario per gli studenti di filosofia, non si differenzia molto da lavori consimili, e le partizioni delle varie categorie di sillogismi sono ancora rigidamente normative e scolastiche. Il C. comunque dedicò in prevalenza i suoi studi all'esegesi biblica e neotestamentaria, pubblicando a Firenze, nel 1571, un'opera intitolata Observationes in Cantica Canticorum, e curandone una seconda edizione (sempre a Firenze, nel 1586), comprendente anche una In Iohannis Apostoli Apocalypsim observatio ad Solymum II Turcarum imperatorem. Entrambe queste opere rivestono ancora qualche interesse per gli studiosi di esegesi biblica, come testimonianza storica di una importante fase nell'interpretazione dei testi sacri. Sempre a Firenze il C. pubblicò nel 1575 l'opuscolo giuridico De iustitia et iuris auditione.
Di una Enarratio philosophica in verba Evangelii divi Iohannis, datata al 3 sett. 1590, conserviamo la redazione manoscritta in un codice pesarese (Biblioteca Oliveriana, n. 1269); si tratta del tentativo di interpretare il Vangelo di s. Giovanni secondo moduli aristotelici, partendo naturalmente dal proemio con la famosa enunciazione del logos e analizzando le singole parole suscettibili di una derivazione filosofica.
Nel medesimo anno 1590 il C. dedicò al granduca Ferdinando de' Medici un Discorso intorno alla canzone del Petrarca,Vergine Bella, pubblicato sempre a Firenze.
Il Discorso, che in pratica è un vero e proprio commento letterale-analitico, non si allontana da una caratteristica esclusivamente edificante e retorica; il C. interpreta la canzone petrarchesca fondandosi sulla concezione teologica e sull'ordinamento morale del Paradiso dantesco (in particolare non perde di vista la preghiera di s. Bernardo alla Vergine di Par., XXXIII, vv. 1 ss.).L'opera più famosa del C. è collegata solo indirettamente ai suoi studi di filosofia. Si tratta della biografia di Marsilio Ficino, pubblicata postuma a Firenze nel 1604 con il titolo di Sommario della Vitadi Marsilio Ficino, a cura di Filippo Valori fiorentino.
La Vita vera e propria, ignota fino a pochi decenni fa, fu ritrovata nel 1951 da Eugenio Garin nel codice Pal. 488 della Biblioteca nazionale di Firenze; infatti "il confronto col Sommario e le indicazioni offerte dal testo non lasciano dubbi" (Garin, p. 95). Prima, nonostante la testimonianza di F. L. Del Migliore che disse di averne visto copia, la Vita era stata vanamente ricercata dai successivi biografi e dal Della Torre. La scoperta e la constatazione del Garin sono condivise pienamente dal più recente studioso del Ficino, P. O. Kristeller, secondo il quale quella del Pal. 488 è sicuramente una più ampia stesura del Sommario. Per quanto riguarda il valore di quest'opera, bisogna notare che essa fu redatta dal C. basandosi quasi esclusivamente sull'Epistolario del Ficino e sulla tradizione orale che perdurava ancora viva a Firenze ai suoi tempi; le notizie contenute in essa non sono "purtroppo... peregrine", né l'autore attinge a "fonti a noi ignote" (Garin), tuttavia il Kristeller le riconosce il merito di una superiore esattezza di giudizio e di una migliore correttezza rispetto a quella, pur antica e documentata, lasciata da Giovanni Corsi.
Il C. morì a Firenze nel 1591, anche se altri biografi forniscono come data della sua morte il 1605, forse lasciandosi influenzare dalla pubblicazione postuma del Sommario.
Bibl.: Per la sopravvivenza manoscritta si veda G. Mazzatinti, Inventario dei mss. delle biblioteche d'Italia, XII, p. 124; XLV, p. 124; P. O. Kristeller, Iter Italicum, II, p.66. Le principali fonti biografiche sono: oltre a M. E. Cosenza, Dict. of Italian Humanists, I, Boston, Mass. 1962, p. 844; F. Villani, Liber de civitatis Florentiae famosit civibus, a cura di G. Galletti, Firenze 1847, pp. 264 ss.; A. Fabroni, Historia Academiae Pisanae, II, Pisa 1792, p. 345 (utile per l'esatta determin. degli anni dell'insegnamento universitario pisan. del C.); M. Rossi, Un letter. e mercante fiorentino del secolo XVI, Città di Castello 1899, p. 12; A. Della Torre, Storia dell'Accademia Platonica di Firenze, Firenze 1902, pp. 478 s. n. 1. La Vita di Marsilio Ficino è menzionata in F. L. Del Migliore, Firenze città nobilissima illustrata, Firenze 1684, pp. 22, 487; gli studi più recenti sono di E. Garin, La vita di Marsilio Ficino, in Rinascimento, II(1951), pp. 95 s.; P. O. Kristeller, Supplementum Ficinianum, I, Firenze 1937, pp. CLXII ss.; Id., Studies in Renaissance. Thought and letters, Roma 1956, pp. 45 n. 49, 46, 136, 140. Notizie sugli studi biblici del C. in F. Vigoureux, Dict. de la Bible, II, Paris 1899, col. 216.